Lo sgambetto alla storia

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Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Ottobre 2018 - 22:14
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La situazione è la seguente: tutti sono pronti a festeggiare il nuovo record di precocità nell’ottenere una pole position. Max Verstappen ha ancora tre tentativi a disposizione per battere Sebastian Vettel come più giovane poleman della storia.

Dopo aver dominato le prime tre prove libere si capisce che l’occasione buona è senza dubbio quella del Messico, perché tra Interlagos ed Abu Dhabi ci vuole davvero un mezzo miracolo. In Messico si corre in quota e le Red Bull volano, Max fa incetta di primi posti nelle libere del venerdì ed anche in quella del sabato. L’indiziato numero uno per la qualifica è lui: stavolta la Red Bull ha tutte le carte in tavola per prendersi la prima fila.

L’ormai separato in casa Ricciardo fa secondo in FP1 ed in FP2 ma se n’è accorto solo lui. Horner si gira dall’altra parte, Marko lo guarda in cagnesco anche in fotografia. Ed è proprio lì che nasce la pazza idea di fare lo sgambetto a Max, Marko ed alla storia.

Danielone si nasconde in FP3 prendendosi sette decimi dal compagno, in sordina. Poi arrivano le qualifiche: Q1 e Q2 se ne vanno indisturbate tanto sono inutili, infine arriva la Q3. Come da copione, Max spara il miglior tempo con due decimi su Hamilton. Seguono Vettel e Ricciardo. Sembra ormai fatta, tutti sono pronti agli applausi al pupillo. Tranne uno.

Arriva l’ultimo giro ed ecco che si sente una risatona da lontanissimo. Nessuno capisce cosa succede, tutti guardano in cielo e quando riabbassano gli occhi la classifica dice “1 | RICCIARDO”. Il separato in casa ha fregato tutti. Il cronometro, Max, Lewis. Horner porge l’altra guancia e si complimenta via radio. Marko, invece, viene beccato dalle telecamere mentre si lamenta contrariato per l’esito non richiesto. Il tutto con la Red Bull che non portava a casa la prima fila completa da secoli. 

E sapete che c’è? È proprio per questo che, pur ritenendo Max un futuro campione, sono contento per Daniel. Per la sua gioia, per i suoi strilli via radio, per la goduria che avrà provato a rubare la pole position non tanto al suo compagno quanto a chi l’aspettava ancora più in alto. E chi se ne frega se domani dopo dieci giri la Red Bull numero 3 si fermerà ancora una volta. Intanto lo sgambetto è fatto: la storia può attendere.

Prendi e porta a casa, Helmut.

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