NASCAR

Lo scozzese volante, assente da dieci anni

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 15 Settembre 2017 - 09:00
Tempo di lettura: 4 minuti
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Lo scozzese volante, assente da dieci anni

In tutti gli sport, motoristici e non, le figure che hanno fatto breccia nel cuore dei tifosi sia per le prestazioni, ma anche per la simpatia e il carattere mostrato davanti alle telecamere e con un microfono in mano sono innumerevoli. C’è chi di carisma ne ha avuto da vendere fin dai suoi esordi, come Valentino Rossi, chi punta più sull’essere un “antipersonaggio” come Kimi Raikkonen, chi si batteva come un leone in pista e fuori come Nigel Mansell (e il suo soprannome, il “Leone d’Inghilterra”, non è a caso) e chi invece forse ha peccato su questo punto di vista dimostrandosi forse anche troppo introverso, come il mio idolo Max Biaggi. Ma nella lista dei personaggi che hanno conquistato più folle in delirio non può mancare il nome di un pilota in particolare, scomparso dieci anni fa in un tragico incidente in elicottero a Lanark, a pochi chilometri da casa sua. Incidente che ha portato via anche il figlio di cinque anni, Johnny.

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