Hamilton ha posto fine alla partnership con l’Arai, azienda giapponese che produce caschi, che da sempre ha fornito gratuitamente caschi ai piloti, senza però pagare i piloti che li indossano.
In quest’ultimo periodo, Lewis Hamilton ha provato i caschi Bell, sia nei test che nelle prove libere. Durante il Gran Premio del Bahrain, per la prima volta, il pilota inglese ne ha indossato uno anche nelle qualifiche e anche in gara.
Solitamente, i piloti tengono in considerazione le proprietà aerodinamiche dei caschi, e il pilota inglese ha risposto che è una parte importantissima, quando gli è stato chiesto se l’aerodinamica o le condizioni economiche d’utilizzo contassero nel suo pensiero.
“Non è qualcosa di cui voglio parlare al riguardo” ha dichiarato l’inglese, dopo la domanda “Non ho preso ancora una decisione. Stavo solo provando [in Bahrain – ndr]. E come pilota, vuoi migliorare sotto qualsiasi aspetto e gli Arai non sono passati nella galleria del vento”.
“Anche la Schuberth ha cercato di darmi i propri caschi da provare. Sapete che sono con la Arai da quando ho 10 anni, un tempo veramente molto lungo, ma non hanno lo sviluppo che ha la Schuberth e gli altri – e mi piacciono i caschi che migliorano e si sviluppano”. Hamilton ha poi aggiunto: “Non vuol dire che la Arai… Insomma, gli Arai sono ancora dei buoni caschi e sono stato con loro a lungo”.
Comunque, la Arai non sembra aver gradito la scelta di Hamilton e soprattutto le dichiarazioni sulla mancanza di sviluppo dei propri caschi, e hanno dichiarato, tramite un portavoce che “i caschi senza sviluppo hanno vinto gli ultimi 5 mondiali”.
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