Caro Babbo Natale,
Un altro anno sta giungendo alla conclusione e, con l’avvento del freddo, sopraggiunge anche la magia del Natale che ci avvolge piano piano. Forse anche un po’ troppo presto quest’anno, poiché ho notato luci, alberi e addobbi natalizi già messi a metà novembre. A quanto pare la gente ha fretta di godersi questo periodo di gioia e di festa da passare in famiglia, e probabilmente non si può nemmeno biasimare tali soggetti.
Era da un po’ che non ci sentivamo, eh Babbo? Circa da quando avevo sei/sette anni. Ricordo che, nell’ultima letterina che ti scrissi, chiesi un go-kart. Per ovvi motivi non lo ricevetti ma forse, a quest’ora, starei gareggiando nelle classi cadette o, perché no, farei competizione ai Verstappen e ai Vandoorne, volti che corrispondono al futuro della Formula 1, se l’avessi ricevuto. Sai… sognare non costa nulla no?
Parlando di te invece, ho trovato questa tua foto recentissima su Twitter e devo dire che la palestra sta facendo miracoli, bravo Babbo! Forse però hai esagerato un tantinello con l’abbronzatura artificiale… dubito infatti che al Polo Nord ci si possa abbronzare più di tanto, anche se tu al freddo sei sicuramente abituato osservando la maglietta a maniche corte. La scelta invece di sostituire Rudolf e le classiche renne con dei fedeli cani (forse da slitta?) potrebbe essere azzardata ma vincente.
Veniamo ora al punto: come da prassi, questa è la parte in cui io ti dico che sono stato molto buono nel 2017 e che s’è trattato di un anno positivo per il sottoscritto. Ed è così: per gli standard odierni di un ventenne sono stato fin troppo buono, e avendo cominciato a scrivere per un sito di motorsport di tutto rispetto posso dirmi più che soddisfatto. Spero anche che chi abbia letto qualcosa di mio quest’anno sia stato soddisfatto, e ne approfitto per ringraziare di cuore queste persone per il supporto. E quindi, passiamo a ciò che desidero come regalo di Natale quest’anno: vorrei che tante cose cambiassero nella Formula 1.
Già tra il 2016 e il 2017 il mondiale ha subito un cambiamento di proporzioni non indifferenti: è entrato in scena un nuovo protagonista, Liberty Media, col nuovo boss della Formula 1 Chase Carey in grado di spodestare l’oramai ex-Re Bernie Ecclestone, con la promessa di riportare il campionato sulla retta via dopo anni di scelte discutibili fatte dalla gestione precedente. Per andare sul sicuro è stato scelto Ross Brawn come direttore generale e responsabile tecnico-sportivo, che con la sua esperienza di certo potrebbe dare in futuro idee e soluzioni chiare sulla strada da seguire. Eppure, le novità in vista del 2018 non fanno proprio ben sperare: l’introduzione di Halo, una nuova mescola Pirelli rosé, il limite di tre pezzi utilizzabili per gli elementi delle PU, l’ostinazione sul mantenere il DRS. E siccome Brawn, e lo dico col massimo dell’onestà, finora mi sembra stia predicando bene ma razzolando poco e male, o che sia in realtà con le mani legate dalla stessa Liberty Media in una posizione dirigenziale poco rilevante, mi sono posto un interrogativo: cosa vorrebbe un semplice fan di diverso nella Formula 1?
In quanto semplice fan, ho voluto stilare una lista di tutto (o quasi tutto) quel che, a mio parere, non solo potrebbe ma dovrebbe cambiare, a beneficio di questo sport che tutti i lettori di quest’articolo e di questo sito amano. Rimangono certamente delle semplici opinioni, mio caro Santa Claus, dette per di più da una sola e singola voce, la mia, ma forse ascoltare i fan potrebbe trattarsi di qualcosa di davvero vincente e che potrebbe ridare interesse al mondo oggi trattato. Preparati Babbo, che la lista è lunga.
DRS | Leviamocelo subito dai cosiddetti, questo punto: questa roba deve sparire. Compiere sorpassi con una facilità così disarmante avendo a disposizione un vantaggio in km/h così netto sul proprio avversario davanti è qualcosa d’insulso. Come detto a più riprese da gente anche ben più esperta di me, avere più sorpassi non è sinonimo di belle gare. Gare come Bahrain 2014 ne sono la prova inconfutabile. Il sorpasso deve essere sudato, cercato, studiato, e poi attuato con la giusta aggressività. Punto e stop.
Parco chiuso | Altro grosso problema da risolvere questo, che si dilunga oramai da quasi quindici anni. Se l’impossibilità di mettere mano sulla vettura tra le prove del sabato e la gara in weekend assolati non si rivela un problema poi così tremendo, al variare delle condizioni climatiche ciò cambia drasticamente. L’esempio perfetto l’ha dato il GP del Brasile dello scorso anno, con il povero Raikkonen che ha rischiato veramente grosso non riuscendo nemmeno a tenere la propria vettura durante la marcia sul rettilineo, schiantandosi poi contro il muretto dei box. La priorità assoluta sarebbe quella di eliminarlo almeno nei weekend con meteo variabile, ma se lo si facesse del tutto la cosa non potrebbe che farmi piacere.
Motori ibridi | I “non poi tanto cari” V6 sono stati, per più di quattro anni, al centro di una vera lotta rusticana fatta di discussioni e scelte. Lo stesso Brawn ha parlato di come gli attuali ibridi utilizzati in Formula 1 siano da rivedere. L’anno cerchiato in rosso per questo cambiamento sembra essere il 2021, ma se dovessi fare il pignolo preferirei attuarlo anche prima. Abolire l’ibrido forse è la scelta più indolore e che permetterebbe di avere una competizione con le case entranti ben più agguerrita di quella attuale. Le lamentele di Mercedes e Ferrari si sono fatte sentire, ma come prevedibile si sono rivelate solo fuffa e sono state ritirate dopo poco tempo (come quelle del buon Marchionne, ritirate alla presentazione della Sauber sponsorizzata Alfa Romeo). Forse la Mercedes potrebbe anche pensare di fare a meno della massima categoria del motorsport, ma la Ferrari non se lo può permettere. Aggiungo, inoltre, che lamentarsi dei soldi spesi sulle PU ora, quando si poteva ancora evitare tutto ciò tempo fa, non è molto saggio. Prima si pone un freno a un investimento così massiccio e dispendioso e meglio è per tutti, anche per colossi di questo genere.
Limitazioni | Avere motori così tecnologicamente sviluppati e poi dover usare tre componenti appena per ogni parte del V6 ibrido è un controsenso da paura. Non dico utilizzare un motore per la gara e uno per le prove come si faceva un tempo, ma perlomeno dare la chance di cambiare tutte le parti ogni due gare, per un totale all’incirca di una decina di pezzi all’anno per ogni parte che compone la PU.
Penalizzazioni | Tema già trattato dal Consiglio Mondiale di Parigi pochi giorni fa e su cui, onestamente, sono state fatte scelte a dir poco assurde: la “semplificazione” delle penalizzazioni invece di diminuire l’ammontare a dir poco ridicolo di posizioni perse, andrà addirittura ad aumentarlo ponendo i piloti in fondo alla griglia se supereranno o raggiungeranno le quindici posizioni di penalità. Roba da far accapponare la pelle. A mio parere si doveva procedere a una semplice e banale diminuzione delle posizioni perse (esempio: a ogni componente in più = 1 posizione in più sullo schieramento), per evitare di ritrovarsi casi con più di venti o trenta posizioni da scontare. Con buona pace dei motoristi Honda.
Gomme | Non poteva di certo mancare questa voce alla lista, caro Babbo Natale. Probabilmente dal 2011 in poi le parole più utilizzate nei box, nei paddock e dai cronisti di Formula 1 sono state “gomme”, “Pirelli” e “degrado”. Un degrado non solo delle mescole, ma anche della situazione a cui si è arrivati. Che sia chiaro, a me vanno anche bene le coperture con colori differenti, ma prima di arrivare alle “Ultra-Mega-Giga-Hyper-Over 9000“ Soft di colore verde fosforescente con bande nere direi di porre un freno alla cosa. Ciò che più mi preme ora è un altro fattore: lasciare libertà ai team. Che senso ha avere ben sette mescole nella gamma Pirelli quando poi lo stesso fornitore italiano ne indica solo tre da utilizzare a gara? E soprattutto, essendo le gomme più dure (le meno utilizzate poi) in grado probabilmente di coprire l’intera distanza di gara, perché non permettere ai team anche il loro utilizzo per tutta la durata dei GP, senza l’obbligo della sosta e senza la necessità di usare due tipi differenti? Ovvero, permettere ai piloti di scegliere sia una strategia tutta all’attacco, con magari più soste ma con un ritmo elevato per tutta la gara, sia una sulla difensiva, guidando tutta la corsa fino alla fine. Il massimo sarebbe vedere la fine del monogomma e l’arrivo di nuovi fornitori, ponendo magari un tetto massimo di costi da rispettare per tutti, ma anche la situazione descritta in precedenza mi andrebbe più che bene.
Rifornimenti | Di sicuro sono uno dei pochi che li rivuole, lo ammetto pubblicamente. Il principale motivo che mi spinge a rivolerli è il seguente: non avere strategie legate solamente al consumo degli pneumatici. Eliminando il limite dei 105 kg di carburante utilizzabili e permettendo ai team di partire con i quantitativi desiderati, si avrebbero strategie davvero differenziate.
Pit stop | Ultimo punto in tema “soste”, lo giuro. Questa volta non si tratta di una modifica da porre sulle vetture, quanto sul numero di meccanici presenti durante il pit stop. Attualmente, la media cronologica dei pit delle squadre di Formula 1 si attesta sui 2.0-2.5 secondi, avendo a disposizione ben dodici meccanici in azione sulle quattro ruote da cambiare, tre per ruota. Preferirei di gran lunga vedere un solo meccanico per gomma. Una questione anche prettamente legata alla sicurezza, poiché avere così tante persone costantemente presenti in pit lane (soprattutto durante le soste in regime di Safety Car) può rivelarsi pericoloso e ne abbiamo già avuto la prova in passato. Inoltre, con l’inserimento dei rifornimenti, avere cambi di due secondi sulle quattro gomme non sarebbe più un obbligo.
Calendario | Inutile nasconderlo: ventuno tappe per un campionato, seppur mondiale, sono davvero troppe. Come detto da Alonso anni fa (e già il fatto che io sia d’accordo con Alonso vuol dire molto), bisognerebbe avere più test e meno gare in campionato. Non sto qui a stilare un “calendario personale”, ci vorrebbe troppo tempo e probabilmente inserirei tappe in cui non è nemmeno possibile recarsi, per un motivo o per un altro, però il numero secondo me ideale è diciotto gare in campionato, come quelle della MotoGP fino a questa stagione. Questo vorrebbe dire eliminarne tre, magari i tracciati di certo meno entusiasmanti e con meno spessore sul piano storico-motoristico: Sochi, Yas Marina e Shanghai sarebbero i candidati perfetti a essere radiati.
Punteggio | Non è una sicuramente una priorità, ma cambiare il sistema di punteggio adesso in uso sarebbe un altro bel regalo di Natale. L’attuale sistema dà sì più valore alle vittorie, ma svantaggia pesantemente chi ottiene anche un solo ritiro nel corso dell’anno. Preferirei notevolmente un sistema di punteggio che premi solo i primi sei (10-6-4-3-2-1, o anche 9-6-4-3-2-1), per cui solo le tre squadre più forti, e non che “regali” punti a team come Renault o McLaren, di certo ben al di sotto delle attese e dei nomi che portano. In pratica, andrebbero a punti solo i piloti e i team “che se lo meritano”.
Qualifiche | Qualche modifica, seppur piccola, sarebbe da apportare anche ai turni di Qualificazione. Forse diminuire i turni del sabato da tre a due (quindi compiendo le dieci eliminazioni già tutte nel Q1) sarebbe un’idea per avere il turno decisivo più lungo e con più tentativi a disposizione dei piloti per provare l’attacco alla pole. Ma soprattutto, eliminerei la regola di far partire la domenica successiva i piloti con le stesse gomme con cui si è fatto il tempo durante uno dei turni, in modo da spremere al massimo la vettura durante le due Q del sabato e iniziare all’attacco da subito in gara la domenica.
TV | In Italia l’esempio di Formula 1 (e anche di MotoGP volendo) sulle emittenti a pagamento è lampante. Non me ne voglia Sky, che ha giustamente pagato per un servizio di tutto rispetto, col mosaico interattivo e le tante belle cose che il pacchetto offre, ma dal 2012 il calo degli ascolti è stato, come prevedibile, abbastanza spaventoso e considerare l’idea di un ritorno in diretta totale di prove del sabato e gare (non tanto delle prove libere del venerdì, già superflue) è obbligatorio da parte di Liberty Media. Una F1 che diventerebbe realmente più accessibile, come promesso.
Halo | Concludo con il pezzo da novanta, l’elemento forse più indigesto ai fan da tempo immemore: l’introduzione del modello Inblu Infradito per l’estate sulle vetture di Formula 1. Però, caro Babbo, preparati perché sto per dirla grossa: io non sono contrario ad Halo. O meglio, non sono contrario a ciò per cui Halo è stato costruito, ovvero aumentare ancora di più la sicurezza dei piloti all’interno dell’abitacolo. Che sia chiaro, l’estetica è come due pugni negli occhi da parte del Mike Tyson dei bei tempi, ma voler rendere il lavoro del pilota ancora meno rischioso e limitare anche danni da parte di oggetti esterni più grandi non può non essere visto come un intento positivo. La cosa importante è però un’altra: se il sistema dovesse rivelarsi più deleterio che sicuro, deve esserci la certezza che ciò venga completamente depennato e che si provveda a ricercare sistemi più efficaci.
E con questo punto, la lista è finita. Non penso ti arrivino molte lettere di questo tipo durante le feste, caro Babbo Natale, ma prego almeno te di considerarle tutte. Tanti fan dicono la loro e cercano di far sentire la loro voce, le loro opinioni tutte diverse, ai burattinai di questa Formula 1, i quali sono stati sordi a tali richieste negli ultimi anni e che, a dire il vero, dopo l’avvento di Chase Carey e compagnia non sembrano aver migliorato l’udito. Si pensa al lungo termine, a come sarà la Formula 1 tra quattro anni, ma l’azione dovrebbe essere anche nell’immediato, su cui invece s’insiste con un approccio errato. Sarò io un tipo con poca pazienza, ma non credo di essere il solo in quest’oceano di voci a reclamare delle azioni davvero decise. Azioni che, ahimé, non arrivano mai. Con questo, caro Babbo, ti saluto e ti auguro come feste, come le auguro a tutti.
Con amore, Alyoska.
Fonte immagine: dailymail.co.uk
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