Le qualifiche a tentativo unico inserite in F1 a stagione in corso: il precedente del 2005

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Daniele Botticelli @DBDeiman
10 Maggio 2023 - 18:30
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Nel 2005 il format delle qualifiche di F1 venne modificato a stagione in corso, favorendo lo svolgimento di una sessione con i piloti alle prese con un solo giro lanciato

La Formula 1 ha introdotto un nuovo format di qualifiche per i sei weekend di gara della stagione 2023 che vedranno al proprio interno la gara Sprint di scena al sabato, la cui griglia di partenza verrà data dai risultati della Sprint Shootout; di fatto, si tratta di una versione ridotta delle qualifiche attuali con meno minuti a disposizione per turno, con l’unica differenza presente nell’obbligo della mescola di gomma da utilizzare nei turni.

L’ufficialità di questo format è arrivata solamente a pochi giorni dall’inizio del weekend del Gran Premio di Azerbaijan, dopo numerosi rumors trapelati nelle precedenti settimane su come sarebbe stato strutturato il tutto, tra cui l’ipotesi delle qualifiche a tentativo unico proprio per la gara Sprint, che avrebbero visto i piloti sfidarsi uno alla volta su un unico giro secco disponibile, con l’intera pista a disposizione senza trovarsi immischiati in situazioni di eventuale traffico nel corso del turno, cosa ormai sempre più frequente nelle qualifiche attuali.

L’inserimento di questo format di qualifiche a tentativo unico, però, non sarebbe stata una novità nella storia della Formula 1, che già in passato si era trovata ad inserire in corsa questo sistema di qualifiche utili poi alla gara della domenica, quando l’idea di inserire le gare Sprint nei weekend di gara non era nemmeno lontanamente concepita.

Siamo nel 2005: in questa stagione si decide di rivisitare il format delle qualifiche, spostando la seconda sessione alla domenica mattina (rispetto alle due del sabato) ma mantenendone però il format, con la prima che vede i piloti in pista secondo l’ordine di campionato e la seconda in ordine inverso di uscita rispetto ai primi tempi. Ma se nel 2004 la griglia di partenza veniva stabilita solamente dai tempi registrati nella seconda sessione, nel 2005 i tempi ottenuti nelle due sessioni venivano sommati, con la griglia di partenza della gara generata appunto da questa somma dei tempi, utilizzata per la prima volta nella storia della serie.

L’unica vera differenza tra le due sessioni riguardava ancora il quantitativo di carburante presente sulle vetture durante le due sessioni: nella prima i piloti scendevano in pista con la vettura scarica, con il quantitativo di carburante sufficiente per il giro singolo, mentre il turno domenicale vedeva i piloti entrare in pista seguendo l’ordine inverso della sessione del sabato e disputato con il serbatoio più pieno, ovvero con la benzina sufficiente per disputare il primo stint della gara.

Di conseguenza, la domenica i piloti giravano con vetture più pesanti e quindi più lente di diversi secondi al giro rispetto al sabato; una differenza che dà sin da subito l’idea che questo format con la somma dei tempi non fosse poi così efficace e la miglior soluzione per le qualifiche.

E la conferma di ciò arrivò proprio alla prima gara della stagione in Australia, con la complicità della pioggia. Le qualifiche del sabato si disputarono con la pista inizialmente bagnata ma sotto il sole, con la pista di Albert Park che andò ad asciugarsi dopo i primi tentativi lanciati e convincendo alcuni piloti ad effettuare il proprio giro con le gomme d’asciutto, prima del ritorno di una forte pioggia che di fatto cristallizzò la classifica nelle posizioni di vertice in attesa degli ultimi piloti a dover far segnare il proprio tempo cronometrato.

Tra i temerari ad optare per le gomme d’asciutto ci fu anche Giancarlo Fisichella, che ottenne il miglior tempo del turno in 1:33.171 proprio pochi istanti prima del diluvio che si abbatté sul circuito di Melbourne. Diluvio che condizionò molto invece Felipe Massa, in azione subito dopo Fisico e in pista con gomme d’asciutto, dovendo poi rinunciare a completare il proprio tentativo per l’impossibilità di spingere la propria Sauber in quelle condizioni.

Il pilota italiano, alla sua prima gara con la Renault, pescò il più classico dei jolly che gli consentì di issarsi al comando del turno con dei distacchi notevoli su tutti gli altri: il più vicino a lui fu Jarno Trulli a due secondi di ritardo avendo però girato prima di lui con la pista ancora inizialmente umida, mentre gli ultimi piloti il cui turno era successivo trovarono la pista in condizioni peggiori per via del diluvio, accumulando così dei distacchi abissali ed impossibili da recuperare il giorno seguente.

Ad esempio, Kimi Raikkonen chiuse quel turno con 11.8 secondi di gap, Juan Pablo Montoya accusò a sua volta 12.1 secondi di ritardo chiudendo davanti a Rubens Barrichello, a 12.3 secondi di distacco, ma peggio fecero Fernando Alonso (a +14.5 secondi) e soprattutto Michael Schumacher, sceso in pista con gomme intermedie invece che da bagnato estremo subito dopo Massa, accumulando un ritardo di ben 24.7 secondi, risultando l’ultimo tra coloro che realizzarono un tempo cronometrato.

É ovvio come questa situazione possa sempre verificarsi con il format del giro singolo, ma con questo sistema della somma dei tempi tutto ciò fu ancora più penalizzante, in particolar modo se una delle due sessioni si fosse disputata in condizioni normali ed uguali per tutti, con dei distacchi conseguentemente più ridotti e maggiormente recuperabili dai vari piloti.

La mattina seguente, la seconda sessione di qualifiche si disputò in condizioni d’asciutto, con Mark Webber sulla Williams a risultare il più veloce proprio su Fisichella, che forte degli enormi distacchi inflitti il giorno precedente conquistò la pole position del Gran Premio d’Australia (che poi vinse nel pomeriggio) con il tempo complessivo di 3:01.460.

Gli appuntamenti seguenti si disputarono sempre in condizioni d’asciutto tra le qualifiche del sabato pomeriggio e quelle della domenica mattina, ma raramente i risultati del sabato furono stravolti dai tempi registrati nel secondo turno, dove in qualche occasione alcuni piloti rinunciarono anche di scendere in pista per diverse motivazioni, con il fine congiunto anche di risparmiare carburante e soprattutto le gomme in vista della gara.

Tutta questa complessità e confusione nelle qualifiche con la somma dei tempi convinse a fare un passo indietro dopo le prime sei gare, cancellando la sessione della domenica e ripristinando il tentativo unico visto già nel 2003, con i piloti che entravano in pista seguendo l’inverso ordine d’arrivo della gara precedente e con le vetture già in regime di parco chiuso per quanto riguarda l’assetto e il quantitativo di carburante necessario per disputare il primo stint di gara, l’unica condizione conservata del turno della domenica mattina.

Nel 2005 la sessione unica delle qualifiche a tentativo unico esordì al Gran Premio d’Europa, che vide Nick Heidfeld ottenere la propria prima pole position in carriera in Formula 1 nella gara ricordata per il cedimento della sospensione anteriore destra avuto da Kimi Raikkonen all’ultimo giro mentre era in testa, lasciando così la vittoria ad Alonso.

Questo format a tentativo unico rimase in vigore per gli ultimi 13 GP della stagione 2005, con Alonso che lo sfruttò al meglio ottenendo quattro pole position contro le due a testa dei piloti McLaren Raikkonen e Montoya, prima dell’introduzione nel 2006 del nuovo format delle manche ad eliminazione del Q1-Q2-Q3 che vediamo tutt’oggi e di cui quest’anno, nolenti o volenti, assistiamo ad una versione Sprint.

Immagine: Wikimedia Commons

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