Le Mans 1988: il ritorno al successo della Jaguar

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
14 Giugno 2018 - 09:00
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Ci sono tre numeri che possono spiegare e raccontare la 24h di Le Mans del 1988. C’è il 30 a dirci che sono passati esattamente trent’anni da quella edizione, il 9 della Jaguar XJR-9 vincitrice della gara e il 31 come gli anni di digiuno di vittorie del Giaguaro sul circuito della Sarthe.

Il mondiale Sport Prototipi del 1988 aveva come protagoniste le vetture del gruppo C, che regalavano spettacolo ad ogni gara nonostante le regole imposte dalla FIA guidata da Jean-Marie Balestre, volte a castrare se non addirittura ad affossare la categoria. Era il mondiale della “vecchia” Porsche 962C, della Mercedes (grande assente della 24h), dei costruttori giapponesi che tentavano la grande impresa e dei team privati che si schieravano soprattutto con la biposto di Weissach.

Il grande obiettivo del team TWR, gestito in maniera magistrale da quel genio di Tom Walkinshaw, era quello di riportare al successo la Jaguar sul circuito francese a 31 anni esatti dall’ultima vittoria della casa di Coventry, datata 1957 con la D-Type. Per farlo, durante l’inverno, i tecnici inglesi crearono una naturale evoluzione della biposto del 1987 modificandone aerodinamica e motore. La XJR-9 così denominata era bellissima, oltre che velocissima. L’iconica colorazione Silk Cut viola e gialla da subito entrò nel cuore degli appassionati che ebbero la possibilità di vederla in azione in pista insieme alla splendida colorazione Rothmans della Porsche ufficiale.

La XJR-9, in versione “coda corta” specificatamente per Le Mans, era spinta da un V12 di 7 litri che poteva scaricare a terra fino a 700 cv. Tutta la parte posteriore era stata abbassata per ottimizzare il flusso d’aria sull’alettone, grazie all’adozione dei pneumatici Dunlop da 17″. Lo spiegamento di forza da parte del team di Walkinshaw fu massiccio: ben 5 XJR-9 vennero schierate, ognuna con compiti ben precisi, per provare a “sconfiggere” la corazzata Porsche che nella Le Mans del 1988 aveva il suo unico obiettivo stagionale dopo il ritiro dal mondiale Sport Prototipi.

La 962c, che nei test pre-Le Mans di Imola aveva provato una nuova centralina Bosch per limitare i consumi, si candidava come la biposto da battere soprattutto per l’esperienza accumulata dal team tedesco negli anni precedenti. Non avevano fatto i conti però con la berlinetta inglese che nelle prime otto ore di gara lasciò il comando alla Porsche per poi sferrare l’attacco decisivo dalla 12esima ora, issandosi definitivamente al traguardo con il terzetto formato da Lammers, Dumfries e Wallace.

Con due giri di ritardo dalla Jaguar #2, la Porsche 962c di Stuck-Bell-Ludwig tentò un vano recupero dopo la sostituzione del filtro-benzina salvo poi doversi arrendere a causa di un eccessivo consumo di carburante. Da quel momento, sulla Sarthe, i sostenitori inglesi giunti a migliaia per tifare le Jaguar iniziarono a festeggiare e a sventolare i vessilli della scuderia di Coventry.

Un successo che diventerà ufficiale di lì a poco nonostante qualche preoccupazione riguardante i problemi delle altre berlinette durante le 24h di gara. Sono ben 8 le Porsche nelle prime 10 posizioni, ma il gradino più alto è riservato alla XJR-9 #2 di Lammers-Dumfries-Wallace.

A fine gara un Tom Walkinshaw entusiasta dichiara: “Questa vittoria l’avevamo promessa due anni fa, quando siamo tornati qua, e non abbiamo mai mollato. Con la nostra tattica abbiamo impedito ai nostri avversari di fare la corsa che volevano e da subito l’iniziativa è stata nelle nostre mani, battendo la Porsche che ha molta più esperienza di noi”.

Questa fu anche l’edizione che vide cadere il muro dei 400km/h sul rettilineo dell’Hunaudieres, con la WM-Peugeot guidata da Dorchy capace di toccare i 405km/h. Una gara indimenticabile, quella di 30 anni fa, entrata nella storia per il ritorno al successo della Jaguar.

Da segnalare infine che a luglio, nell’edizione storica della Le Mans, Jenson Button porterà in pista la XJR-9 per ricordare il successo del giugno 1988 sul circuito della Sarthe.

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