Le cinque vittorie di Schumi a Monza: qual è la migliore?

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
3 Settembre 2023 - 11:00
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1996, 1998, 2000, 2003, 2006. Cinque successi per Michael a Monza, ma in che ordine di importanza?

Nell’edizione di vent’anni fa del GP d’Italia fa Schumi vinceva per la quarta volta a Monza. La quinta ed ultima, dopo quelle del ’96, ’98, 2000 e appunto 2003, sarebbe arrivata nel 2006, all’ultima stagione in Ferrari.

Prese singolarmente sono tutte vittorie importanti per motivi particolari, di pista o di sentimenti. Ognuna di esse ha un significato preciso e profondo e chi le ha vissute ha sicuramente un ordine gerarchico con il quale metterle in fila. Ci ho pensato e, alla fine, ho stilato la mia personale classifica, che vi propongo partendo dal fondo.

5 | 1996

La Ferrari arriva a Monza dopo la seconda vittoria dell’anno a Spa-Francorchamps, ma in condizioni normali non ha chance contro le Williams-Renault, che dominano la qualifica con Hill davanti a Jacques Villeneuve. Schumi è terzo a quasi sei decimi.

La gara è ad eliminazione: Villeneuve è il primo ad autoeliminare se stesso e indirettamente Coulthard, centrando una pila di gomme di cui una che finisce sulla McLaren rompendole lo sterzo. Stessa dinamica per Alesi e Hakkinen, con quest’ultimo che può continuare la gara ma dal fondo. L’ultimo colpo è quello di Damon Hill, che tocca all’uscita dalla prima variante e si gira dovendosi ritirare.

Morale della favola, restano Alesi e Schumacher. Jean comanda davanti ai suoi ex tifosi fino alla sosta ai box. Schumi si scatena nei giri prima della sosta e, quando torna in pista, è davanti alla Benetton, la sua ex macchina.

A pochi giri dalla fine anche lui colpisce una fila di gomme all’ingresso della prima variante e si teme per le sospensioni. Fortunatamente La F310 resiste (ed è un mezzo miracolo): incredibile ma vero, Schumi porta a casa la seconda di fila e fa impazzire i tifosi. Prima vittoria a Monza, prima con la Ferrari in Italia. È forse il momento in cui Michael entra davvero nel cuore dei suoi nuovi tifosi.

La F310 è la monoposto peggiore con cui Schumi ha vinto a Monza. Chi c’era ricorderà i rettilinei percorsi con la testa inclinata per permettere al motore di respirare tramite la presa d’aria sopra il casco. Il quinto posto in questa classifica deriva principalmente dagli episodi fortunati che hanno agevolato la vittoria, autoeliminazione delle Williams su tutte. Per il resto, la guida di Michael è stata perfetta dall’inizio alla fine. E, se si voleva portare a casa un buon risultato, non c’erano molte alternative.

4 | 2006

L’ultima in ordine cronologico è quella del 2006. Il 10 settembre Schumi vince per la quinta volta a Monza si porta a -2 in classifica da Alonso, ritiratosi a poche tornate dalla fine della gara con il motore della Renault in fumo.

Fernando, partito decimo dopo essere stato penalizzato per aver ostacolato Massa in qualifica (una penalità decisamente rivedibile), recupera fino alla terza posizione dietro Michael e Raikkonen, partito in pole con la McLaren e scavalcato dalla Ferrari (allora le strategia funzionavano) durante le soste ai box. A meno di dieci giri dalla fine della gara la Renault si ammutolisce in una nube di fumo sotto le tribune della prima variante, permettendo a Michael di calare un 10-0 terrificante in casa per la gioia del tifo Ferrari.

Sul podio con Michael vanno Raikkonen e Robert Kubica. Schumi si avvicina a Kimi e gli sussurra qualcosa. Quello che sarà il suo successore è pronto a raccogliere il testimone.

Il 10 settembre è anche il giorno nel quale, dopo la vittoria che lo riporta in piena lotta per il titolo, Schumi annuncia che a fine anno si ritirerà dalle corse. Una scelta già comunicata e che giustifica la profonda commozione generale sotto il podio da parte degli uomini Ferrari, Presidente Montezemolo in primis.

Il quarto posto, in questo caso, deriva dalla situazione di Alonso, azzoppato da una penalità improbabile al sabato e dalla rottura del motore della domenica. La 248-F1 era una signora macchina e, in quel periodo, la migliore in pista. Per questo, ecco questa posizione di classifica sebbene Monza 2006 avrà sempre un sapore particolare, essendo l’ultima volta di Michael sul gradino più alto del podio a casa della Rossa. La vittoria numero 90, la penultima prima della Cina.

3 | 1998

Due settimane dopo i fattacci di Spa, la Ferrari torna a Monza in cerca di rivincita. La qualifica promette bene, con Schumi che si prende la Pole davanti al suo ex avversario per il titolo Villeneuve e alle McLaren di Hakkinen e Coulthard. Al via, però, le due macchine in prima fila restano inchiodate e si vedono sfilare a fianco le due McLaren e anche la Ferrari di Irvine.

Schumi supera subito Villeneuve e riceve la posizione dall’irlandese, per poi mettersi all’inseguimento delle vetture di Woking che hanno un grattacapo da risolvere. Hakkinen non riesce a contenere un Coulthard in palla e lo deve lasciare passare, trovandosi poi con le spalle scoperte e Schumi di ritorno.

Il giro 17 è storico. In duecento metri Schumi si ritrova da 3° a primo. Il karma di Spa colpisce Coulthard, che sfonda il motore prima di arrivare alla Roggia. La nube di fumo lasciata dalla McLaren annebbia la vista a chi arriva presto in zona. Quando Hakkinen e Schumi si trovano sul posto, il finlandese tentenna restando a centro pista. Michael prova prima all’interno e poi su butta all’esterno, incrociando la traiettoria e trovandosi all’interno e con maggior spunto all’uscita della Roggia. La Ferrari affianca la McLaren verso la prima di Lesmo e si prende la testa della corsa in un Autodromo che impazzisce letteralmente.

Dopo aver piegato la resistenza di Hakkinen, il finlandese si trova senza freni a dieci tornate dal termine e va in testacoda sempre alla Roggia. La gara finisce in tripudio: Coulthard ritirato, Hakkinen viene ripreso anche da Irvine e da Ralf Schumacher, che vanno a podio con Michael vincitore, una doppietta inattesa e il fratello sul gradino più basso. La classifica è un ulteriore motivo di festeggiamenti: Hakkinen 80, Schumacher 80.

Ho messo il 1998 al terzo posto perché, anche qui, c’è stata una componente fortunata come la rottura del motore di Coulthard, che ha propiziato il sorpasso su Hakkinen. Da lì in poi, però, Michael è stato perfetto. I problemi di Mika a fine gara hanno poi messo gli ultimi giri in discesa per una festa finale fantastica, tra doppietta con Irvine e Ralf a podio.

2 | 2000

La torrida estate del 2000 si è trasformata in un dramma sportivo. Dopo aver accantonato vantaggio nella prima parte di stagione, i mesi caldi hanno visto Mika Hakkinen tornare prepotentemente in lotta per il titolo mondiale tra incidenti e ritiri. Due settimane dopo lo schiaffo di Spa, il famoso sorpasso con Zonta nel panino, Monza è la gara della verità, mentre l’ombra di un titolo che non ne vuole sapere di arrivare torna a farsi minacciosa.

La qualifica vede una prima fila tutta Ferrari con Schumi davanti a Barrichello per appena 27 millesimi. Hakkinen è alle sue spalle in terza posizione. Il via, purtroppo, è tragico. Alla Roggia Frentzen sbaglia la frenata e scatena il delirio, con un incidente multiplo che coinvolge anche Barrichello e Coulthard. Una ruota della Jordan si stacca e vola oltre le protezioni, colpendo il Leone della CEA Paolo Gislimberti. Per lui i soccorsi sono immediati ma, purtroppo, non ci sarà nulla da fare.

Dopo oltre dieci giri di Safety Car la gara riparte con il groppo in gola: Schumi comanda su Hakkinen e tiene a bada il rivale per tutto il resto della gara. Le soste ai box non cambiano gli equilibri e così, dopo tre mesi di attesa, Michael torna alla vittoria. È la numero 41, che lo porta al pari di Ayrton Senna. La conferenza post gara è storica. A domanda precisa, Michael scoppia a piangere davanti agli imbarazzati Hakkinen e Ralf, che provano a rincuorarlo senza troppo successo.

La vittoria del 2000 fu intensissima e riportò in piena lotta Michael per il titolo dopo tre mesi di buio. La tragedia della Roggia rese la domenica cupa gettando un alone di tristezza sull’Autodromo. Tra 2000 e 2003 è davvero difficile scegliere ma c’è un dettaglio che fa pendere la mia personale bilancia da una parte.

1 | 2003

Gli avversari per il titolo ora sono due. Non c’è più Mika Hakkinen ma il suo successore in McLaren Kimi Raikkonen e l’agguerritissimo Juan Pablo Montoya con la Williams, che a Monza letteralmente vola. La situazione per Schumi è identica a quella del 2000: ultima vittoria tre mesi prima (sempre in Canada) ed estate tremenda con punti persi ovunque. La classifica prima di Monza dice Schumacher 72, Montoya 71, Raikkonen 70.

Già dalla qualifica c’è da assumere tranquillanti. Schumi si prende la Pole per 51 millesimi sulla Williams e la tensione per la gara aumenta. Il primo giro di Monza 2003 rischia di far venire l’infarto a più di un tifoso, e in televisione per la gara sono attaccati in 13 milioni. Alla prima variante Michael va leggermente lungo, riesce a stare in pista ma l’allungo per la Curva Grande è penalizzato. Montoya si attacca alle spalle e si avvicina minaccioso verso la Roggia.

Vent’anni dopo è ancora difficile capire come siano riusciti a passarci in due. Juan Pablo affonda la frenata e tenta coraggiosamente di passare all’esterno in ingresso della Roggia, Michael, inizialmente, sembra cedere e a metà chicane è mezza macchina indietro. I due si avvicinano, sono affiancati, forse si toccano anche ma escono ancora appaiati. Michael riesce ad avere uno spunto leggermente migliore della Williams e tiene giù il gas. L’allungo è buono per girare davanti alla prima di Lesmo. Un’azione da togliere il respiro da parte di entrambi della quale, incredibilmente, non abbiamo mai visto un onboard ma solo riprese ed immagini esterne.

È questo il dettaglio che per me rende Monza 2003 la vittoria migliore, per l’attacco diretto (e respinto) da parte di quello che era in quel momento l’avversario per il titolo.

Dopo il duello corpo a corpo, la gara diventa una battaglia a breve distanza tra i due, una lotta sul filo dei decimi tra un giro e l’altro. Verso la prima sosta Michael guadagna vantaggio, ma nel secondo stint Juan Pablo si riavvicina minacciosamente arrivando al secondo di ritardo. La seconda serie di soste è da ansia. Rifornisce prima la Williams: un paio di giri dopo tocca alla Ferrari e Schumi torna in testa. Montoya ci prova ancora, resta a un secondo e mezzo per gran parte del terzo stint ma cede solo nel finale.

Una gara epica, la più sudata ed intensa delle cinque vinte da Michael per ritmo, pericolosità dell’avversario e attacco frontale respinto. Nessun episodio fortunato a favore, solo l’obbligo di spingere. Seppur di pochissimo, per me Monza 2003 è la vittoria migliore di Schumi.

Come detto all’inizio, ognuno ha sicuramente la sua classifica. Il metterle in ordine è un puro esercizio personale, utile comunque a ricordare cinque vittorie fantastiche, di cui almeno un paio inattese. Altri tempi, altra F1, altra Monza.

Immagine: ANSA

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