Le 10 Pillolonze del Gp di Gran Bretagna 2014

F1Pillole
Tempo di lettura: 6 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Luglio 2014 - 09:00
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Perchè Pillolonze, a questo giro? Un omaggio: le orecchie fischiano e la gente mormora, e dopo molto tempo passato fa piacere sentire le orecchie fischiare e la gente mormorare. Ma intenda queste parole chi ha orecchie per intendere: non si trattò di allontanamento ma di scelta personale assolutamente giustificata, quella di trasferirsi e aprire questo luogo d’incontro per appassionati delle quattro ruote. Prima di passare per pecora nera, meglio mettere i puntini sulle i. Fa sorridere però il tanto scalpore per un articolo rigorosamente scemo e senza senso come le Pillole. Fossero almeno cose serie..

Con questa breve parentesi, che pochi vecchi e indomiti lettori intenderanno, si aprono le Pillolonze del GP di Gran Bretagna: se l’anno scorso a scoppiare furono le Pirelli, quest’anno sono le coronarie ad aver ceduto più volte nell’arco di una gara dal sapore antico. Per i botti, per le sportellate, per i sorpassi sudati e i tentativi disperati. Per l’emozione sul podio di chi ha vinto e di chi ci è arrivato vicino. Per gli attimi di paura dopo la spalmata del buon Kimi che, per grazia divina, dopo un’ora cammina sulle sue gambe e sfancula i cameramen come suo solito. Vuol dire che sta bene.

Foto di copertina dedicata agli idoli che, sul camioncino impegnato a pulire la pista dopo il botto al giro uno, hanno riservato uno spazio all’ormai consueto messaggio #KeepFightingMichael. Foto di copertina, tra l’altro, assolutamente artigianale, scattata con il cellulare direttamente dalla TV per non rischiare di perdersi il momento. In puro stile artigianale.

Ma andiamo con le Pillolonze di un GP da ricordare.

1 – Lewis Hamilton: dopo un sabato da cancellare dal calendario recupera, vince in casa sua e vede il compagno ritirato mentre era davanti a lui. Se tanto mi dà tanto, tra circa 9 mesi vedremo se anche i festeggiamenti serali saranno stati all’altezza della giornata in pista. Chapeau.

2 – Nico Rosberg: quello che ha colpito nel ritiro non è stato tanto il ritiro in sè, quanto il tentativo di rimettere in moto la Mercedes. Prova anche a scaricare l’APP “W05 RESET” dal cellulare (in Mercedes pensano a tutto), ma il compagno ha prontamente fatto saltare tutta la copertura 3G in zona da almeno una settimana. Niente da fare.

3 – Fernando Alonso: da mesi si dice che la Ferrari, per ottenere buoni risultati, deve partire più avanti. Nando si perde nella comprensione del testo e, in effetti, parte più avanti. Precisamente con mezza macchina fuori dalla sua piazzola. Peccato che l’errore di traduzione gli costi 5 secondi di Stop and Go. Nando, non fare come chi so io che traduce i testi con Google Translate, affidati a qualche specialista.

4 – Felipe Massa: forse forse, una visitina in quel di Lourdes potrebbe essere conveniente vista l’attitudine da qualche tempo a questa parte. Al sabato si ritrova a fondo griglia, parte con il rallentatore e chiude con il botto sulla Ferrari di Raikkonen (per fortuna il riflesso è utile a non aumentare i danni a macchine e piloti). Tutto questo per il 200° Gran Premio del Brasileiro. Vuoi vedere che alla prossima scadenza non festeggia niente?

5 – Kimi Raikkonen: dopo mesi a cercare di capire perchè la F14T non ne vuole sapere di andare, tenta il tutto per tutto. La spalma sul guard rail su tutti e quattro gli angoli e, tornato ai box zoppicante ma sicuro di sè, dice ai suoi ingegneri: “vedete se con qualche pezzo in meno adesso va più veloce”. L’importante è che di pezzi in meno non ne abbia anche lui dopo i 47G di decelerazione..

6 – Valtteri Bottas: allora non era una Bottas di c…! Il ragazzo, a dispetto di un aspetto che sa più di campione del mondo di grigliate ferragostane, va forte e come! Alla ripartenza dalla Safety la sua Williams pare quella dei tempi di Mansell, e infila uno dopo l’altro tutti quelli che si trova davanti, Mercedes a parte evidentemente. Secondo con meritissimo.

7 – Sebastian Vettel: il bello di tutto è che per 15 giri si danna l’anima in una lotta d’altri tempi col Nando nazionale a suon di spintonate, spiate via radio e via dicendo, come se si stesse giocando il mondiale, e alla fine della fiera la soddisfazione viene devastata dall’essere arrivato ancora dietro ai 64 denti bianco lucido di Ricciardo. #ditinofurioso

8 – Esteban Gutierrez: i tentativi di emulazione hanno bisogno anch’essi di esperienza. Tenta così, a qualche gara di distanza, di restituire il favore del Bahrain a Maldonado facendolo saltare in aria. Peccato che la Lotus torni a terra sulle 4 ruote invece che sull’airscope e sia invece lui a doversi ritirare ancora. Esperienza Esteban, esperienza.

9 – Jenson Button: sarà il casco in memoria del buon papà John, sarà l’aria di casa, sarà che quando la pioggia gioca a nascondino lui c’è sempre, sarà ma una pillola seria al buon Jenson questa volta la dedico, perchè è arrivato a un secondo scarso dal podio con una gara sontuosa e sicuramente il suo babbo avrà apprezzato ovunque sia. Bravo!

10 – Marcus Ericsson: una pillola se la merita anche lui, perchè si aspetta la certificazione del record di uscite di pista nell’arco di un singolo weekend. Nel destino dello svedese probabilmente c’era una carriera da giardiniere, e vedere ancora così tanta erba su un tracciato di F1 dev’essere stato un richiamo al quale non riuscire a resistere.

Fuori concorso – Bernd Maylander: non si fa scappare l’occasione di spendere il suo gettone in una delle gare più prestigiose del Mondiale. Seppur la sua sia una comparsata di un solo giro, il Nostro fa sempre la sua porca figura. Se corresse in gara, arriverebbe fisso dopo le motorizzate Mercedes ufficiali.

MENZIONI SPECIALI

Juan Pablo Montoya: vince a Pocono nella gara Indycar dopo 14 anni dall’ultima affermazione nella categoria. E ha guadagnato sicuramente un tifoso in più in questo suo anno di rientro: vale a dire l’autore delle Pillole che, con la vecchiaia, ha imparato ad apprezzare anche chi correva contro il Kaiser. Grande Juan, hai i capelli bianchi in aumento ma il piede pesa come sempre.

I team radio Alonso – Vettel: “E’ uscito dalla pista” – “Ha usato il DRS dove non si può” – “E’ brutto” – “E’ scemo” – “mi spara i chiodi” – “mi lancia le uova”. Abbiamo assistito al primo GP di chi la spara più grossa via radio. Il tutto a 300 all’ora. Chissà se si risentiranno. Magari si faranno due risate.

250.000 a Silverstone: Dopo i 200.000 al Red Bull Ring, ecco un altro pienone per la F1 nella pista che ha sempre ospitato il Mondiale. E il Bernie vuole silurare Monza in favore del primo deserto che caccia il grano. Poi ci si domanda perchè gli ascolti crollano.

Appuntamento tra due settimane dopo Hockenheim. Quello che resta, di Hockenheim.

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