Le 10 Pillole del GP della Malesia 2015

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
30 Marzo 2015 - 09:00
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L’incredibile va di scena a Sepang. Tra acquazzoni, fulmini che si riflettono sulla Mclaren di Nando a ricordargli che le bugie hanno le gambe corte e i fili scoperti, e l’intelligenza di chi fa correre ancora la gente alle 18.15 del sabato in pieno orario da Happy Hour, avviene il miracolo rosso nell’immagine del ditino magico ex “mi sta sulle palle” Sebastian Redento Vettel. La colpa torera è stata espiata dopo gare due ed ora può mostrare il suo finger senza il timore che gli venga tranciato di netto da qualche detrattore particolarmente aggressive.

Foto di copertina dedicata a Felipe Mohamed Abdullah Massa, concentrato all’interno della sua Williams mentre installa qualche giochino sul cellulare di Felipinho. Precoce, il ragazzo.

Via con le Pillole.

1 – Nico Rosberg: in Australia invita Vettel, con spavalderia del peggior tamarro di periferia, al box Mercedes per partecipare al briefing del venerdì contornato di caviale e champagne, manco Seb corresse per una squadra di barboni. Sempre in Australia, il biondino si dice speranzoso di vedere prima o poi la Ferrari più vicina convinto che mai sarà così. Risultato: in Malesia prende una palata sui denti epica e guarda quello che sbeffeggiava 14 giorni prima fargli il ditino dal gradino più alto del podio. Il tempo è galantuomo, stavolta ha fatto anche presto. Prendi e metti in saccoccia, va..

2 – Sebastian ditino Vettel: #ForsaFerari è l’hashtag ufficiale della nuova era del ditino che tanto scatenava, non più di cinque mesi fa, gli istinti più repressi dei tifosi ferraristi di rito Alonsiano. Ovviamente gli strilli via radio, le lacrime nel retropodio e sul gradino più alto sono parte di un copione già scritto. Sul web alcuni irriducibili sono stati trovati a scrivere “Vince solo perché guida la Red Bull”, in chiara crisi mistica ed esistenziale. E intanto la Red Bull vera viene doppiata.

3 – Fernando Alonso: ora possiamo dirlo in esclusiva mondiale. Non è stato il vento, non è stato un malore, non è stato nemmeno lo sterzo. La sperimentazione del KO Wireless 5.0 ha richiesto il sacrificio del Nando stesso, per provare di persona gli effetti del suo sistema di distruzione di Massa. Questo ha provocato un buco temporale che il Nando sfrutta per riciclarsi in diverse epoche della sua esistenza. Dopo la gara ha tentato di entrare a festeggiare in Ferrari come se avesse vinto lui. E’ stato bloccato dal metal detector che ha rilevato strani disturbi magnetici provenienti dal corpo dello spagnolo.

4 – Kimi Raikkonen: a Melbourne non gli si avvita la posteriore sinistra. A Sepang, fora la stessa gomma al sabato e gliela forano anche alla domenica per par condicio. In due gare ha praticamente esaurito il debito annuale di sfiga. La Ferrari, nel contempo, ha ufficialmente chiesto una deroga alla FIA per montare delle carenature stile Indycar sulla Ferrari numero 7. Che sfighe, problemi, cataclismi a parte, andrebbe forte come e più di quella del ditino redento. Ma se la prendono tutti per un autoscontro, è difficile arrivare alla fine…

5 – Marcus Ericsson: universalmente riconosciuto come “la valigia col pilota”, al sabato pomeriggio si trasforma in una specie di Ronnie Peterson del 2015 pur di non farsi passare da Raikkonen durante la Q2, di fatto eliminandolo e facendolo anche sfottere allegramente da Mister Arrivewell. Dopo giri tre di gara si insabbia come un Alex Yoong qualsiasi in curva uno. E lì il ricettacolo dei porconi si amplia di nuovi termini, raggiungendo orizzonti mai esplorati in precedenza. Almeno la Safety aiuta in parte Kimi a rientrare in gara..

6 – Daniel Ricciardo: lui è universalmente riconosciuto per il sorriso con numero denti pari a 2^10, tanto da sfoggiare caschi ad immagine del suo faccione. Peccato che la versione 2015 del viso del Daniel potrebbe essere simile a quello di un bradipo. Sempre in ritardo e anche silenzioso. Lui e il compagno Kvyat lamentano problemi ai freni della RB11, ma forse forse qualcuno alla Red Bull ha montato un paracadute al posto delle ali.

7 – Lewis Hamilton: quando inizia a capire che non c’è trippa per gatti nè una Nicole con cui consolarsi, il numero 44 chiama i box chiedendo 700 volte se gli hanno montato le gomme giuste per affrontare gli ultimi giri di gara. Data l’insistenza, al prossimo giro è pronta la vendetta del suo staff, supportato di nascosto dal prode biondino. Quattro cerchi/gomme da trattore per migliorare la tenuta di strada e passare letteralmente ‘sopra’ gli avversari.

8 – Max Verstappen: complimenti vivissimi al pilota più giovane ad aver conquistato dei punti mondiali in F1. Per permettergli, a soli 17 mesi, di entrare in un abitacolo di una Formula 1, è stato costruito un girello su misura da inserire in abitacolo. Data l’impossibilità di raggiungere i pedali, i comandi di acceleratore e freno sono stati implementati in un volante su misura della Chicco. Per l’occasione, papà Jos ha interpretato il volere del figlio, che ancora parla timidamente, interpellando Rubens Barrichello, che di volanti della Chicco pare se ne intenda un casino, soprattutto con le ultime uscite sui titoli morali.

9 – Pastor Maldonado: miseria…due su due. Prima cecchinato a Melbourne, poi a Sepang (solo una foratura, ok) e comunque ritirato. Evidentemente il tempo passa anche per lui. Perché non si scorge reazione alcuna alla sorte che gli si è rivolta contro. Nessuna minaccia, nessuna intimidazione in pista. Ormai invecchia anche lui e i giovanotti irriverenti non hanno più paura del suo sguardo truce. Piuttosto si toccano tra colore della macchina e numero scelto, questo sì.

10 – La coppia Force India: “se non puoi sconfiggerli, abbattili”. Questo il motto impartito a Perez e Hulkenberg poco prima dell’inizio della gara. E i due non si fanno pregare. Il primo regala a Grosjean un fantastico 360° a 250 all’ora, l’altro tenta di far cappottare il povero Kvyat in curva due. Sul fatto che entrambi siano stati penalizzati, poi ci sarebbe da fare un discorso a parte.

Fuori concorso – Bernd Maylander: insomma, i test invernali la Safety Car non li fa. E quindi, in un modo o nell’altro, questo nuovo gioiello va provato. Ecco quindi che non appena Ericsson decide di insabbiarsi nell’unico punto sabbioso di tutta Sepang, il Nostro è pronto a lanciarsi in pista per giocherellare con la sua nuova quattro ruote. Per non parlare del sabato, dove sull’acqua regala momenti indimenticabili alla folla.

MENZIONI SPECIALI

La conferenza stampa del giovedì: bellissima, interessante. Per un pilota su sei. Fernandino infatti viene coperto di domante dai giornalisti affamati di scoop, mentre gli altri cinque (di cui non ci ricordiamo manco il nome perché mai inquadrati) si sono intrattenuti in battaglie alla Playstation, bische clandestine e quant’altro.

Carmen Jordà ai box: dato che nei 30 euro di costo dell’app F1 non vogliono proprio metterci le sue foto in bikini, ci dobbiamo accontentare dello stacco coscia all’interno del box Lotus, che viene ripreso una quindicina di volte per distrarre lo spettatore da fulmini, tuoni e quant’altro. Il problema è che una così rischia di distrarre non solo lo spettatore, ma anche qualcuno dentro ai box, soprattutto se infilato sotto la monoposto a lavorare…infatti poi saltano i pezzi di carrozzeria! Non sia mai che le venga in mente di presentarsi in gonna.

Il fulmine sulla Mclaren: durante la Q2 un’immagine emblematica. Viene mostrato il camera car del Nando mentre sta per affrontare l’ultima curva, quando un fulmine di proporzioni bibliche si riflette sull’argento specchiato della Mclaren. Messaggio subliminale? Concidenza? Scia chimica? Cosa ne penserà Adam Kadmon di Mistero?

Valentino! 36 anni e non sentirli, il bollito vecchio gallinaccio al primo giro del GP del Qatar si ritrova decimo e dopo rimonta di decennali memorie torna sui primi e beffa il prode Dovi nel finale, per un podio tutto italiano con Iannone terzo. Com’era? “Gallina vecchia fa buon brodo?”. Ecco, qui c’è ancora da sorseggiare!

Montoya! Per lui gli anni sono 40, e nemmeno lui li sente. In brizzolamento rapido, il colombiano che ricordiamo per le lotte con Schumi nei primi anni 2000 va a vincere la prima gara della Indycar a St. Petersburg. Praticamente, la giornata dei vecchietti, ma che emozioni.

Prossime Pillole rigorosamente a mandorla per il GP della Cina, tra due settimane.

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2 Commenti su “Le 10 Pillole del GP della Malesia 2015”
biancio86 dice:

il paragone con Alex Yoong è una vera chicca! 😀

Maria dice:

Quella su Max Verstappen è unica ahahah

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