Le 10 Pillole del Gp del Belgio 2013

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
26 Agosto 2013 - 21:40
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Le colline delle Ardenne riaffiorano nel Mondiale con il loro carico di ricordi ed emozioni del passato. Il presente, invece, regala una gara mezza soporifera, con l’unica variabile impazzita nel condottiero Alonso che sorpassa, sgomita, guadagna e piazza un’ora e mezza tutta cuore e attacco. Ma non basta a fermare ditino Vettel, che stravince e di fatto chiude qui il Mondiale.

Foto di copertina dedicata all’ultimo, disperato tentativo di carpire qualche segreto Red Bull. Spie, travestite da Greenpeace, calate dal cielo.

Ma andiamo con le Pillole:

1 – Sebastian Vettel: l’astronave RB9 sbarba sul pianeta SPA, si riposa al sabato per poi lasciare le bricole agli avversari la domenica. Ditino Vettel ci mette del suo nei primi 30 secondi di gara, quando attacca il motore a reazione e passa sopra la testa di Luigino Hamilton. Viene trovato al traguardo in camicia hawaiana e panta corti, con il ditino in paresi.

2 – Fernando Alonso: dopo un’estate di trincea e di lettere di richiamo, ipotesi divorzio, licenziamento in tronco, chi più ne ha più ne metta, il buon Fernando si dimostra croce e delizia della Ferrari. Croce quando si gira a 360° in prova, facendo cadere i capelli a Monteprezzolo, delizia quando in pochi giri si immedesima in Kaiser Schumi e recupera 75 posizioni. Peccato che il tutto valga solo per il secondo posto.

3 – Lewis Hamilton: dopo Pole “straordin’e’ria” al sabato pomeriggio, qualcuno si chiede se la Mercedes abbia fatto anche 1000 km di test sotto l’acqua. Invece no, qui si tratta di piede e palle, e Luigino di una e delle altre ne ha di abbastanza pesanti. Peccato che la gara sia un’altra storia. Lui ci prova a resistere a ditino Vettel, lancia all’inseguimento anche Roscoe, ma niente da fare, alla fine il peso del cane come passeggero risulterà problematico anche per tenere dietro il Nando.

4 – Jenson Button: menzione strameritata per quello che il nostro Manuel Codignoni chiama “Maestro”. Noi lo chiamiamo invece Copperfield. Perchè solo un mago potrebbe portare una Mclaren come quella del 2013 al sesto posto a Spa. Ahimè, sperando nella pioggia avevo anche scommesso sulla sua vittoria. E visto com’è andata sull’asciutto, forse forse mi avrebbe fatto sperare nell’impossibile (era dato a 50….!). MITICO.

5 – Felipe Massa: stiamo clamorosamente ed inesorabilmente tornando agli anni di Barrichello. Vi ricordate i tempi del volante della Chicco, le gomme Big Babol, varie ed eventuali? Beh, nel 2013, in piena era tecnologica 2.0, invece si parla di display che non vanno, DRS che si attiva al contrario, KERS che invece di aggiungere cavalli li sottrae. Pazzie dell’Hi-Tech, insomma. Povero Felipe.

6 – Pastor Maldonado: semplicemente idolo. Perchè riesce solo ad un esperto del settore il trucco di devastare una vettura altrui e restare in corsa con la propria. Lui, che di esperienza nel settore Crash ne ha eccome, questa volta insegna il mestiere a Di Resta, dicendo a fine gara di non averlo visto. Pensate voi se l’avesse visto, che danni avrebbe potuto procurare. Sugli scudi.

7 – Kimi Raikkonen: due settimane di pubblicità per decantare le sue doti a Spa sono state sufficienti a conferirgli tanta sfiga quanta non ne aveva dai tempi Mclaren. Venerdì rimane col volante in mano in prova. Sabato resta dietro il Romain furioso in qualifica, domenica si trova con quattro pizze fumanti dentro l’anteriore sinistra, e al posto del pedale del freno trova quello dei bagni nei locali pubblici per far scendere l’acqua. Esce dal Motorhome tenendosi i maroni a piene mani. Poveraccio.

8 – Mark Webber: si diceva prima che era sabotato, osteggiato, svantaggiato. Si dice adesso che è demotivato a causa del ritiro, vecchio, scazzato. Le ipotesi possono essere tutte vere, tutte false, in parte vere, in parte false. Ma se la RB9 è l’astronave arrivata da Marte, qualsiasi sia lo status di Webber, il secondo posto dovrebbe essere suo. E così non è.

9 – Daniel Ricciardo: il futuro della Red Bull al posto di Webber (e così si risparmia anche sulla bandierina negli adesivi) si autoconvince di avere GIA’ una Red Bull e si immedesima immediatamente nei panni del connazionale nel ruolo di seconda guida. Si autoelimina in Q1 al sabato con la complicità della squadra, per poi rimontare furiosamente la domenica. Lezione imparata velocemente, e un punticino strappato a fine gara.

10 – Giedo Van Der Garde: per una volta una pillola dedicata ad uno fusto olandese. Perchè? Perchè dopo aver rischiato di spantegarsi per 10 minuti con le gomme medie mentre tutti gli altri navigavano in Q1 con le intermedie, il fustone Caterhamense riesce a piazzare il giraccio che lo mette al terzo posto con accesso alla Q2, dopo la quale arriverà 14°. Felice e sorridente. Chapeau.

Fuori Concorso: Bernd Maylander: “incredibile amisci” direbbe Josè Altafini. Il nostro alfiere, sulla pista più bella del mondiale, non ha occasione per mostrare a tutti le sue doti. Non sapendo come riciclarsi, troverà altra sistemazione per il weekend..

MENZIONI SPECIALI

Gli attivisti di Greenpeace: ma quali attivisti. Ve lo dicevo ad inizio articolo. Ormai non sanno più cosa inventarsi, e così delle spie dalle doti acrobatiche non indifferenti sono state mandate in cima alla tribuna centrale di Spa, a spiare a distanza con cannocchiali sofisticatissimi il retrotreno della Red Bull. Tanto da stupire anche Mister E. in persona. Basta che non gli abbiano messo in testa strane idee.

La sfanculata con vista Eau Rouge: il sogno di ogni appassionato di F1 è quello di guidare, una volta nella vita, uno di questi siluri. Il mio, da ieri, è di farlo mandando a cagare un avversario 2 secondi prima di raggiungere l’Eau Rouge. Grazie Sutil, mio nuovo idolo.

Hembery come la Signora in Giallo: una volta bastava dire “Ma sì, il problema è stato un detrito sulla pista” per credere al gommista. Adesso, manco fossimo in tribunale, ci troviamo Hembery con tanto di foto, ricerche, indicazioni a raccontarci il perchè di due forature, che una volta potevano capitare, e adesso fanno quasi aprire casi politici. Chi è causa del suo mal..

Prossimo appuntamento tra due settimane con le Pillole post Monza.

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