Le 10 Pillole del GP degli Stati Uniti 2013

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 19 Novembre 2013 - 18:30
Tempo di lettura: 7 minuti
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Le 10 Pillole del GP degli Stati Uniti 2013
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L’unica nota di colore di un GP dal risultato già scritto è rappresentata:

A) dalle inquadrature nefaste dei cameramen statunitensi sulle cheerleaders, o per meglio dire sui loro dettagli in Full Hd.

B) dal canto dell’inno statunitense, ad opera di una vocina mica da ridere.

Nella splendida eccezione che conferma la regola delle piste insulse di Tilke (e infatti di questa, lui, ha solo supervisionato il progetto avvolto da una camicia di forza), la lotta per il secondo posto è ristretta al funambolo Grosjean e al solito cavallo di razza da start fulmineo rispondente al nome di Mark Webber.

La lotta, invece, per il quarto posto si svolge in un ranch nelle vicinanze, dove Luigino Hamilton la spunta sul Nando furioso e sul solito uomo verde (no, non Slimer), Hulk.

Mi perdoneranno i tifosi del nostro Davide Valsecchi, se queste pillole saranno diverse dal solito. Chi ha seguito la gara sull’emittente satellitare, probabilmente le comprenderà di più.

Foto di copertina dedica al nuovo Sherlock Holmes. Missione speciale: non farsi odiare da tutto il Paddock, e non solo.

Via con le Pillole:

1 – Quello là: sì, il ladro, quello che vince a raffica su un missile sovraumano progettato dal più grande prestigiatore della storia della F1. Quello che, con arroganza, a fine gara dice “Godiamoci questi giorni, perchè prima o poi finiranno”. Ecco: 8 vittorie di fila? Che sarà mai. “Mettete Valsecchi sulla Red Bull, che vi fa vedere lui”.

2 – Romain Grosjean: se la cava con un secondo posto, a fine gara sia qui che in Brasile tirerà infiniti sospiri di sollievo. Se Boullier avesse scelto Valsecchi al posto di Kovalainen, Romain sarebbe finito per la seconda volta a fare l’impiegato bancario, dopo un secondo e definitivo ritiro causato dall’ignobile confronto che avrebbe sofferto con il fenomenale esordiente.

3 – Mark Webber: impietosamente impietosa la sua partenza (uno a caso, Valsecchi, avrebbe fatto meglio..stavolta sì). Manca solo una gara al termine del calvario per il buon Mark, e l’ultima occasione buona per salire sul gradino più alto del podio si deve scontrare con la fame di ‘quello là’, che sicuro come l’oro vorrà portarsi a pari con il vecchio zio Schumi nel numero di vittorie stagionali. Mark, fai cambio di Kers, o sono Kers tuoi.

4 – Valtteri Bottas: incredulo ottavo, vorrebbe festeggiare col connazionale Kimi ma si ritrova da solo. Ci sono delle logiche, in F1, che richiamano alla memoria i grandi burattinai. Una Williams in palla non si vedeva da un anno e mezzo, e una Williams a punti è roba che ormai sbanchi alle scommesse. Due gare fa annaspava. Fosse solo tutto frutto dell’essere tornati a mezza macchina del 2012, a Grove sarebbero da trattare come voleva fare Lippi con i giocatori dell’Inter. Appenderli al muro e prenderli a…(completate voi..). La soluzione però ci sarebbe. Mettere in macchina Davide…

5 – Pastor Maldonado: ne dice di ogni alla sua squadra dopo esser stato appiedato e dopo una qualifica di certo non molto brillante. Oltre a sapere chi ha giochicchiato con la sua pressione delle gomme, vorremmo sapere anche chi l’ha fatto con la sua scatola cranica, dato che in 45 secondi riesce a sfondare la sua ala anteriore prima (sulla Ferrari di Felipe) e mandare a muro il povero Sutil. Evidentemente, con un nostro pilota italiano in squadra, le cose sarebbero andate sicuramente meglio.

6 – Fernando Alonso: la fenice più famosa di Spagna risorge dalle ceneri della schiena del dopo Abu Dhabi e piazza la solita gara in versione Diesel. Partenza a ritmi blandi, adattamento, finale in crescendo con rimontone. Inutile sottolineare che se la Ferrari credesse nei piloti italiani e specialmente in uno, le prime due fasi sarebbero ampiamente superate e staremmo parlando di un italiano Campione del Mondo sulla Rossa.

7 – Felipe Massa: grandissima prestazione del nostro Felipao. Che, da buon nuovo pilota Williams, si mette nella scia di colui che sostituirà nella prossima stagione, pressandolo senza farlo respirare. Alla fine arriverà anche il sorpasso. Si è già calato nella parte, il buon Massa. Ma c’è chi si sarebbe calato meglio, doppiando addirittura il povero Maldonado. Non c’è bisogno di presentazioni, vero?

8 – Sergio Perez: insomma, doveva farla pagare a qualcuno la scelta di essere accompagnato alla porta dopo un solo anno in Mclaren,no? Cosa di meglio che sostituire il dentifricio del buon Jenson con un tubetto di peperone verde da sciogliere anche i denti? Considerato che fumava anche dagli occhi, il quasi mezzo minuto di distacco in gara dell’inglese è addirittura miracoloso. Poi vabbè, con un altro pilota (italiano) in Mclaren, tutto questo non sarebbe successo perchè non sarebbe mai stato allontanato. Ovvio.

9 – Nico Hulkenberg: gli propongono di salire sulla Lotus per le ultime due gare, e lui gentilmente ringrazia ma rifiuta. Incontra Kovalainen nel paddock e, ridendo, gli dice “Vai avanti tu che a me vien da ridere”. Ed in effetti l’incredibile Hulk (io ce lo vedrei bene sulla Caterham solo per l’associazione col colore) si fa beffe di Lotus e affini e porta a casa altri 8 punti per la Sauber. Chissà cosa farebbe, con la Sauber, un noto pilota di casa nostra. Podio assicurato e sistematico.

10 – Heikki Kovalainen: l’usurpatore. Colui che si è permesso di rubare il posto che di diritto sarebbe spettato al nostrano Valsecchi. Mah. Che io sappia, in F1 comanda il cash. Ed evidentemente, di cash, in Lotus ne hanno bisogno, se vogliono saldare le forniture di gelati a Kimi. Detto questo, nessuno avrà il buon senso di dire che Kovalainen più di così non poteva fare (in gara) dopo un bel giro (in prova).  Non perchè si chiami Kovalainen, ma perchè “no test – no party”.

Fuori concorso – Bernd Maylander: non a caso è lui l’eroe di giornata. L’unico che sfida il rischio con un casco aperto (ah, ci sono parabrezza e tettuccio? Dettagli), e la cui concentrazione è penetrata in 5D nelle case degli spettatori durante il suo mirabolande turno alla guida del suo bolide. Gomme che fischiavano, auto che si piegava, gas a fiume. Ma dove lo trovate, un altro pilota del genere? Ah, sì, ce l’abbiamo!!!!

MENZIONI SPECIALI

Non ce ne voglia Davide: ma il giochetto di basare su di lui questa edizione delle Pillole è volutamente ispirato al martellamento mediatico subìto dal sottoscritto e da chiunque abbia seguito il weekend di gara su Sky. Non c’era bisogno di ribadire 50 volte (facendo passare Kovalainen per un Ide qualsiasi) che si poteva dare una possibilità a Valsecchi. Ce ne saremmo dispiaciuti comunque, anche se io in primis piuttosto che vederlo naufragare COME Kovalainen (mi ci gioco the balls), preferirei valutarlo su una stagione intera da titolare. Questo è volere un italiano in F1, non illudere noi (e lui) che un handicap del genere possa essere ‘LA’ grande occasione.

Antonio Banderas: ma come. Ce la meni da due anni con ‘sta Rosita, la gallina più IN del mondo della televisione, e poi vai ad Austin e invece che Rosita ti porti dietro il cartonato di quella che era, un tempo, una discreta donnina? Non si fa caro Zorro, non si fa.

Lo Zio Schumi: un pensiero al caro, vecchio zio: che, seduto sul suo divanino, sta vedendo pian piano crollare tutti i suoi record, uno dopo l’altro, ad opera di quello a cui tempo fa, da bambino, ha consegnato coppe e trofei. Chissà se penserà mai che, a quel biondino, avrebbe dovuto far sabotare un Kart e mettergli il motorino della Chicco. Tanto, nel box di Barrichello, avanzavano.

Appuntamento per le ultime Pillole (stagionali?) da Interlagos, tra giorni 7.

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