L’intelligenza che vince sull’istinto è tutta nell’ultima curva del Gran Premio d’Austria della MotoGP.
È impossibile passare da lì, ma Marquez come spesso capita non lo sa (non per spregio, ma per fargli un complimento) e prova ad infilare Andrea Dovizioso. Ed è qui che il Dovi vince la gara, sapendo che per il #93 l’impossibile non esiste e restando largo quanto basta per assistere al lungo dello spagnolo. Incrocio di traiettoria, gesto per mandarlo a quel paese e terza vittoria stagionale.
Se Marquez ci fosse riuscito avremmo gridato al nuovo miracolo dopo Barcellona 2009, quando là dove nessuno poteva immaginarlo Valentino Rossi infilò Jorge Lorenzo. Ma questa è un’altra curva, un’altra velocità.
Quando la Honda si lancia verso destra per un attimo pensi che se lo spagnolo dovesse perdere il posteriore farebbe uno strike clamoroso. Hai un attimo paura, ti alzi in piedi, ma Andrea sa già tutto perché l’ha previsto già dalla curva prima: ha sentito, l’ha detto lui, che la Honda ha accelerato prima all’uscita dalla penultima. Ha capito che il fenomeno avrebbe tentato il tutto per tutto, in barba al mondiale e al rischio. E ha fatto prevalere l’intelligenza e la maturità sull’aggressività e l’istinto.
È la vittoria più bella, quella della ragione. Il tutto dopo giri cattivi, in cui il Dovi ha rintuzzato colpo su colpo gli affondi dello spagnolo sfruttandone le sbavature per guadagnare la testa e non mollarla più.
Indipendentemente da come questo campionato andrà a finire sarà la stagione migliore della sua carriera e non solo per le, per ora, tre vittorie. Il giorno della presentazione della Ducati 2017 tutti gli occhi erano rivolti dall’altra parte, quella di uno Jorge Lorenzo arrivato a peso d’oro per riportare la Rossa di Borgo Panigale a lottare per il titolo. Non subito, magari, ma con un processo costante di miglioramento e affinamento del buon lavoro fatto nel 2016.
Quel giorno, tra flash ed interviste, se si fosse scommesso su una Ducati in lotta per il mondiale a questo punto della stagione credo che in pochi avrebbero indicato il numero 4. Pochissimi. Invece siamo qui con un Dovi migliorato, maturo, intelligente e veloce a quota tre vittorie come il fenomeno Marquez. Vicino in classifica allo spagnolo e con il doppio dei punti del compagno più quotato ad inizio anno. Impensabile a marzo.
Ora è giusto sognare in grande. Il campionato è ancora lungo ma dopo anni con Rossi prima punta italica abbiamo un altro dei nostri che può lottare per il titolo. Supportiamolo, perché lo merita. Ha vissuto stagioni difficili ma ha sempre lottato. Ora si sta rifacendo e chissà mai…
Chapeau!
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