L’Alonso furioso, una Mclaren imbarazzante: “GP2 engine… GP2… WOAH!”

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
27 Settembre 2015 - 11:30
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Si avvicina la sera a Suzuka, ma la temperatura sarà sicuramente calda nelle stanze della Mclaren-Honda. Si è arrivati ormai alla parte finale dell’anno e dopo 14 gare totalmente anonime prima o poi il coperchio della pentola doveva saltare, in un modo o nell’altro. Ed ecco l’esplosione sotto forma di Team Radio, per voce del buon Fernando che si lascia scappare (magari volontariamente) questa frase molto chiara: “GP2 engine… GP2… WOAH!”.

La questione è abbastanza complessa e delicata. L’accusa di Fernando, lanciata proprio a Suzuka in casa della Honda, è talmente pesante da poter aprire un caso in tempo zero. Ma mi stupisco che questo non sia avvenuto prima. Preso singolarmente, il team radio è in linea che il carattere di Fernando, che conosciamo: diretto, senza filtri, a volte (secondo me) irrispettoso del lavoro di chi gli mette il materiale a disposizione (il team di meccanici), che per inciso non perde tempo girandosi i pollici. A volte anche dei colleghi, tipo “Non lotto contro Vettel ma contro Newey” piuttosto che il laconico “Quando ti passa Ericsson…” di stamattina, non proprio galante verso chi è meno forte di te ma comunque in corsa con te. Dettagli. Il fatto che la sbottata non sia arrivata fino ad ora, secondo alcuni, è motivata unicamente dal fattore economico, della serie “prendi talmente tanti soldi che ti deve andar bene anche una vasca da bagno”. Non sono d’accordo, non credo che la questione sia così semplice. I soldi cambiano tante cose ma non l’indole delle persone, e oggi ne abbiamo avuto un’altra dimostrazione.

C’è comunque un MA, grosso come una casa, da approfondire. Che Mclaren e Honda, un team radio del genere, se lo sono anche meritato. Parlo dei piani alti, altissimi, non dei meccanici e di chi fa il lavoro sporco. Parlo di chi ha pubblicizzato l’ingresso in F1 come il ritorno dei fasti di un tempo, di chi ha messo in parallelo questa MP4-30 con le icone vincenti degli anni 80 e 90 mitizzandola ancora prima di metterla in pista. Di chi ha sfruttato, con arroganza e mancanza di rispetto, il passato credendo che bastasse ripetere a voce alta il binomio Mclaren-Honda per creare una pozione magica e rendere questa vettura un missile. Anche all’inizio dell’anno, quando si era già capito che la stagione non sarebbe mai decollata, ci hanno raccontato che era tutto sotto controllo, che quando sarebbero arrivati al 100% sarebbero state lacrime per tutti. Non sono arrivati nemmeno al 70%. Insomma, ci hanno raccontato un sacco di balle, almeno dai piani alti. E le avranno raccontate anche a Fernando e Jenson. Che per carità, hanno firmato dei contratti onerosi ma sono ingiudicabili se non in positivo, per quello che in alcune occasioni sono riusciti comunque a portare a casa con delle GP2 ricarrozzate (questo è vero) e oltretutto inaffidabili. E ripeto, in tutto questo non c’entra chi si sporca le mani effettivamente su due vetture che non stanno in piedi nemmeno a pregare in cinese, o giapponese, come preferite.

Altra questione. Lo sfogo di Fernando potrebbe essere figlio anche del grande giallo di inizio stagione, ovvero il famoso problema di Barcellona sul quale è evidentemente calato il silenzio, ma che resta un enorme punto di domanda. Anche in questo caso Mclaren e Honda hanno raccontato un sacco di idiozie per tenere buona la gente, credendola forse deficiente. A tutti gli effetti non sappiamo cosa sia successo, anche se l’ipotesi della scossa resta la più accreditabile e viene confermata implicitamente ogni qual volta vediamo un incidente in pista. Diversi giorni in ospedale per una semplice toccata sul muro sono una delle più grandi barzellette sentite in questo ambiente. Cosa dovrebbe dire Kvyat dopo il botto di ieri in qualifica? Per non ricordare lo stesso Alonso in Austria contro Raikkonen. Se tanto mi dà tanto, sarebbe dovuto restare mesi in ospedale.

Non mi sorprende l’uscita in mondovisione di questa mattina, perché si tratta della somma di tutto quello che è successo in una stagione imbarazzante per un team come Mclaren: anzi, mi sorprende che non ci sia stata prima e mi ha sorpreso fino ad ora un aziendalismo da parte di Fernando che non gli ho mai riconosciuto e anzi, spesso gli è mancato negli anni passati (e l’ho criticato più volte per questo, ricordate il caso “Siete dei geni” di Monza 2013, anche lì puntuale nella gara di casa?). Il cambio di atteggiamento sarà stato dovuto al lauto compenso, alla promessa di miglioramenti tangibili e non unicamente di parole al vento. Ma è ovvio che quando si tira troppo la corda prima o poi questa si spezza, e oggi è quel giorno.

Mclaren e Honda hanno costruito un castello di sabbia che gli si è sgretolato sotto le mani, e ora si è già alla resa dei conti, con un caso pienamente aperto. Ron Dennis, pur ammettendo che il team radio non è stato proprio costruttivo, dice di capire la frustrazione dei piloti. E ci mancherebbe, quando mai due campioni del mondo di questo calibro hanno affrontato insieme una stagione simile?! Fernando e Jenson, però, non ne possono più. E se Jenson non ha ancora deciso il suo futuro (a questo punto mi auguro sia fuori da qui), Fernando deve capire in fretta se vuole dare ancora fiducia ad un team allo sbando o chiudere anche lui e trovare altre soluzioni, perché adesso si è scoperto. Non puoi dire fino al giorno prima che credi nel progetto e poi sbandierare ai quattro venti, in casa di chi ti fornisce il motore, che guidi una GP2. Sai bene a cosa vai incontro. E non è detto che nel 2016 la Mclaren debba reinventarsi, oltre ad una vettura, una coppia completa di piloti.

Aspettiamoci aggiornamenti nei prossimi giorni, ma di sicuro c’è una cosa. l’hashtag #MakeHistory lanciato pomposamente dalla Mclaren ad inizio stagione è stato profetico. In un modo o nell’altro, la storia la stanno riscrivendo. Aggiungendo il punto più basso mai raggiunto prima.

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