La strada delle speranze infrante

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
11 Aprile 2017 - 15:30

Sarò sincero: quest’articolo non ero per niente sicuro di scriverlo. Il soggetto di cui si parla è ovviamente Jorge Lorenzo, ma è difficilissimo parlare di gara deludente quando la sua corsa è finita circa 200 metri dopo il via, e ironia della sorte proprio addosso a colui che ha sostituito alla Rossa di Borgo Panigale, Andrea Iannone.

Le discussioni sull’incidente non sono né tante né complesse: la traiettoria di Jorge è andata quasi per sottosterzo verso l’esterno in accelerazione, andando a toccare il codone del 29. Tutto questo paragrafo, fino a poche ore fa, era tutto il corpo del mio articolo, per dire

Questo fino a oggi pomeriggio, alla visione di questo video.

Il linguaggio colorito, la spinta alla moto e il nervosismo a livello estremo sono i primi “germi” di una collaborazione che, ahimè, vedo già ben poco proficua. Se è vero che siamo solo alla seconda gara di Campionato e che la partnership Ducati-Lorenzo non può essere giudicata dopo solo due round, non possiamo chiudere gli occhi di fronte a situazioni simili.

Un pilota che di fronte alla sua nuova (e sottolineo nuova) squadra decide di mandare a quel paese il suo mezzo dopo una caduta la cui colpa è palesemente sua e che già dopo due gare sembra voler mandare a quel paese tutto e tutti, ecco ciò che si vede nel video.

I fan della Ducati, forse addirittura più affamati di vittorie e soddisfazioni rispetto a quelli di Valentino Rossi o Marc Marquez, non aspettavano altro che un Lorenzo già in palla per questo 2017, confidando sulla classe del pilota di Maiorca, sulla bontà del progetto e sull’ottimo lavoro svolto in Aprilia con Gigi Dall’Igna prima del suo debutto nella classe regina.

Mi è però sembrato che i fan della marca bolognese, e la Ducati stessa, abbiano sottovalutato enormemente i punti a sfavore del “Por Fuera”:

A conti fatti, i contro erano maggiori dei pro, e soprattutto ben più rilevanti: quanto può valere una partnership di dieci anni fa per raggiungere un titolo con avversari di questo calibro attorno, e con la situazione descritta qua sopra? Sinceramente sono sempre stato ultra-negativo all’annuncio di Jorge alla Ducati avvenuto tre gare dal via del Mondiale…

Molti lo paragonavano al Rossi del 2004 alla moto di Iwata, io ho sempre preferito il paragone con il Valentino “in Rosso” del 2011-2012. Era un mezzo di gran lunga inferiore, quella Ducati, ma sta di fatto che la moto di Borgo Panigale è e sarà sempre una moto complicata, a cui ci si deve approcciare con un certo stile di guida. Non basta mettere un pilota forte su una moto forte per vincere automaticamente nel Motomondiale, non è come la Formula 1. Due più due non fa sempre quattro in questo mondo, fine della storia.

A complicare il tutto ci si mette anche il “discorso motivazioni”, e anche qui sgancio il “bombolone”: non sono stati decisivi i soldi o la volontà di una sfida nuova, perché Jorge non mi sembra affatto il tipo che cerca sfide (e soprattutto, se proprio era a caccia di sfide, perché non farlo già tempo prima, magari dopo il mondiale del 2010?). Quindi l’unica scelta plausibile per me è il voler provare a tutto il mondo di essere migliore di Valentino Rossi, anche nel guidare una Ducati.

Credo sia quasi un complesso di Jorge, ma che parte da molto tempo addietro: già con le sue scenette di vittoria in 250cc, o con il rito della bandiera “Lorenzo’s Land”, si può capire come il Por Fuera abbia sempre cercato di ispirarsi al nove volte campione; il problema è che non puoi pretendere di essere amato quanto chi imiti.

Il destino di Jorge alla Ducati lo vedo parecchio segnato, e ancor di più dopo scene simili. Se la situazione dovesse proseguire per tutto il 2017, potrebbe esserci un altro bel colpo di scena a fine anno per il mercato piloti: un ritorno di Jorge sui suoi passi, ben lontani da quelli della Ducati. Con buona pace di contratti e firme.

Fonte immagine: motogp.com

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