La sai l’ultima? Alonso entra in una McLaren… e bang! Si rompe qualcosa!

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
1 Maggio 2017 - 15:02

Alonso è proprio un tipo misericordioso: capendo l’incredibile sfiga di Vandoorne a Sakhir, ha deciso di non farlo sentire solo e di non disputare nemmeno un giro di gara. Certo, in macchina c’è salito ed era quantomeno sulla griglia, ma sono piccoli dettagli trascurabili.

L’inizio di quest’articolo, o “bagno di sangue” nero su bianco, è una premessa: quest’articolo era previsto per l’estate, all’altezza del Gran Premio del Canada. Mi ero imposto questa data poiché sul circuito di Montreal debutterà il super-ultra-mega-giga-digi evoluto aggiornamento della Power Unit Honda sulla McLaren, ma vista la nuova impresa fatta dal V6 giapponese… ho deciso di affrettare i tempi.

Giornalista: “Che cosa desiderereste in Formula 1?”
Vettel: “Motori V12.”
Alonso: “Motori uguali per tutti.”
Hamilton: “Eheh… su quello non sarei d’accordo.”
Ricciardo: “E non elettrici.”
Hamilton: “E non Honda.”

Questa press conference, avvenuta a inizio stagione in Australia, secondo me fa capire il grado di ridicolo a cui è giunta la casa giapponese (e di risate a cui siamo arrivati noi). Sbeffeggiata da tifosi, giornalisti, piloti di squadre diverse e persino piloti della propria squadra. Sappiamo che Alonso non ha peli sulla lingua, un’arma a doppio taglio per lui, ma il fatto che persino i principali avversari di McLaren e Honda si permettano tranquillamente di ridere copiosamente sulla situazione della MCL32 fa capire il degrado raggiunto.

Qualcuno potrebbe chiedersi “ma perché sbeffeggiare così questa squadra quando nella storia della F1 c’è stato anche di peggio?” ed è una domanda giustissima: basta andare indietro con la mente solo a 4/5 anni fa, con squadre perennemente ultime come HRT o Caterham (o Lotus, o come si chiamava…).

Ma i quattro motivi per cui la partnership anglo-giapponese si sta beccando questo (meritato) trattamento sono i seguenti:

Se entri in una squadra come la Sauber o la Force India, sei giustamente pronto a sudarti la pagnotta per raggiungere dei buoni risultati, ma quando arrivi su una McLaren-Honda che ha il vanto di essere comunque la seconda squadra per importanza storica nel campionato (dopo la Ferrari) e ti ritrovi perennemente ultimo o ritirato, il morale di un pilota non può che essere abbattuto. Fa ancora più shock quando a inizio di ogni stagione i proclami sono stellari: “McLaren da titolo”, “una squadra determinata a vincere”… e non sono i titoli della Gazzetta dell’88, che sia chiaro.

Paragoni poi proprio con vetture leggendarie come la MP4/4 e i successi di Senna o Prost… robe della serie “senza vergogna”. Manco nel colore ci assomiglia, alla McLaren dell’88, figuriamoci nelle prestazioni!

Forse qualcuno mi sputerà in faccia alla prima occasione dopo quest’affermazione, ma a livello di risate (anche grazie al podcast Stop&Go che ci scherza sopra) io sono arrivato ai livelli delle Magiche Avventure dell’Andrea Moda e del patron Sassetti. Certo, lì parliamo di una squadra senza un soldo che pur di mandare in pista le vetture faceva montare gomme da pioggia con 50°C d’asfalto asciutto, ma se mettiamo in parallelo il blasone dei due marchi della faccenda, McLaren e Honda, con i risultati e le dichiarazioni che stiamo ottenendo, non possono che apparire lacrime (di tristezza o di divertimento, questo dipende da voi) sulle guance dei fan.

Le soluzioni per McLaren sono poche: rivolgersi a un altro motorista, farsi il motore in casa tra mille problemi, stringere i denti e continuare almeno fino a fine stagione con Honda… ma se vuole tenersi stretta quel minimo di dignità e non lasciare che Alonso se ne vada di nuovo, conviene loro prendere scelte immediate, perché sentire che la Casa dal Giappone ora (e solo ora. Geni…) si fa aiutare da Mercedes per la PU non è una garanzia, ma manco per scherzo.

E a proposito dell’asturiano Nando… io su una vettura di Andretti per il campionato Indy ce lo vedo nel 2018, non al 100% ma quasi. Felice di essere smentito.

Fonte immagine: formula1.com

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