La resa dei conti tra il bad boy e il tranquillo padre di famiglia

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
15 Novembre 2016 - 14:00
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Bernie Ecclestone, un paio di settimane fa, è stato abbastanza chiaro: lui preferisce Lewis Hamilton. Perché è cool, perché fa parlare di sé e, indirettamente, della sua Formula 1, perché è più mediatico, bad boy etc etc. Perché ovunque vada si arruffiana il pubblico locale: in Bahrain vestito da beduino, in USA da rockettaro, in Brasile, ogni volta, col casco in onore di Senna, al quale non vuole essere accostato ma al quale si autoaccosta senza accorgersi. Questo, a Bernie, piace. Nico Rosberg, invece, è solamente un pilota che si gioca il titolo ma senza alcun appeal dal punto di vista della popolarità. È piatto, monotematico, non ha spunti se non la partita di carte del giovedì con Stella Bruno o i palleggi nel retrobox. Finita l’attività in pista ha una famiglia, una moglie e una figlia a cui pensare. Non lo vediamo, non l’abbiamo mai visto e non lo vedremo probabilmente mai protagonista di eccessi in qualsiasi ambito. Un po’ come Vettel, anch’egli criticato in passato da Bernie. Nico non è il volto giusto con il quale pubblicizzare il prodotto al di fuori delle reti del paddock. E sembra quasi che, per questo, non meriti il titolo.

Bernie sarà contento, quindi, di sapere che ancora una volta il mondiale di Formula 1 si deciderà all’ombra del lusso di Abu Dhabi. Gli sceicchi, anche nel 2016, vedranno decidersi il mondiale sotto il loro Hotel sette stelle, i riflettori e i fuochi d’artificio che accompagneranno la celebrazione del nuovo Campione del Mondo. Pur di portarla all’ultima gara, due anni fa si erano inventati addirittura i doppi punti. Fossero stati decisivi, se ne parlerebbe ancora adesso e in toni da pura era internet di questo decennio.

Per tutta una serie di motivi mi piacerebbe vedere vincere Nico. Perché ha meno talento ma ha sempre lavorato sodo, cercando di recuperare il gap che la nascita crea con il sacrificio. Perché si dice che ha avuto solo episodi a favore, ma oltre ad aver perso punti a sua volta ci ha anche messo tanto del suo. Perché Hamilton ha sì avuto sfighe ma si è anche complicato la vita sistematicamente partendo più volte male e, globalmente, ha sbagliato più di Nico in questa stagione. Perché Nico, vincendo, metterebbe a tacere un Ecclestone che pensa solo alla televisione e si espone clamorosamente a favore di uno dei piloti in lotta, alla faccia di qualsiasi imparzialità. Infine, cosa che conta poco all’atto pratico ma a me piacerebbe, per rivedere magari il numero 1 su una monoposto di Formula 1: non lo si vede dal 2014, ultimo anno di Vettel in Red Bull da campione in carica.

La stagione è stata divisa equamente in quattro parti. L’inizio col botto di Nico, il ritorno di Lewis, il riallungo di Nico e il nuovo rientro in corsa di Lewis, che ora fa pendere dalla sua l’inerzia della lotta. La vittoria di San Paolo è stata determinante per il finale di stagione, con Nico che ha corso in ottica mondiale non commettendo errori con la pioggia e non rischiando oltremisura con Verstappen, il quale poi per colpa del team gli ha restituito la seconda posizione. A vittorie invertite forse, adesso, si farebbero altri ragionamenti e il titolo si vedrebbe ancora più vicino a Nico di quanto non sembri. 12 punti, comunque, sono tanti e pochi nello stesso momento.

Al netto del doppio ritiro di entrambi nella carambola di Barcellona, dalla parte di Lewis si recrimina per i 25 punti persi a Sepang, nel finale di stagione, per colpa della Power Unit: allo stesso tempo, però, Nico può lamentare la follia di Vettel della prima curva che l’ha costretto a rimontare dall’ultimo posto, finendo così dietro alle due Red Bull che, probabilmente, in condizioni normali gli sarebbero invece giunte alle spalle. I 15 punti persi nei confronti di Nico in Malesia, quindi, sono opinabili, al netto di quanto avrebbe fatto a sua volta Nico senza una Ferrari in modalità kamikaze. Secondo me, poi, alcune decisioni dei commissari nei confronti di Nico in questa stagione non sono state limpidissime, non perché si trattasse di lui ma perché sappiamo quest’anno come i provvedimenti siano stati presi in maniera diversa in base alla situazione e al collegio di commissari. Al di là degli scontri e controscontri proprio con Lewis ricordo, tra le altre cose, che Nico è stato l’unico pilota penalizzato (a Silverstone, dove ha perso tre punti) per una regola sulle comunicazioni via radio poi eliminata in corso d’opera. 

Nonostante tutto, comunque, la storia insegna che i secondi piloti, alla fine, non la spuntano mai quando hanno l’occasione della vita. Irvine (1999), Massa (2008), Webber (2010), e proprio Rosberg (2014) ne sono testimoni. Autori di stagioni che si sono messe, per meriti o anche fortuna, dalla loro parte o che hanno dato loro la possibilità di lottare all’ultima corsa, ma che alla fine hanno premiato gli altri.

Si dà per scontato che Rosberg il podio di Abu Dhabi lo conquisterà, ma con i preconcetti si va poco avanti. Certo, ad Abu Dhabi la pioggia, amica di Lewis, potrebbe essere portata solo sotto dettame di Bernie, e quindi in condizioni normali la Mercedes è sempre favorita per la doppietta. Nico, oltretutto, con Lewis vincente può anche permettersi di lasciare sfogare un Max Verstappen a caso e accontentarsi del gradino più basso del podio e conseguente titolo. Già due anni fa, però, l’ultima gara è stata menomata da un problema tecnico sulla #6, che quest’anno ancora non si è visto, e che alcuni tifosi di Lewis chiamano a gran voce per riequilibrare le sorti con la già citata Sepang. Insomma, è proprio quando sembra tutto facile che può accadere l’impossibile. D’altronde, chi avrebbe pronosticato un Alonso 7° nel 2010, per mezza gara dietro Petrov? Nessuno.

In ogni caso, comunque, ci sarà da ridire. Che vinca Lewis o Nico, i tifosi dell’altro delegittimeranno il risultato della pista. Un qualsiasi problema che dovesse impedire a Nico di portare a casa il titolo (a meno che non sia lui stesso ad autoeliminarsi) porterebbe i suoi tifosi a chiamare in causa sfiga, complotti (in caso di problemi tecnici) e via dicendo. Se Lewis, pur vincendo ad Abu Dhabi, non dovesse farcela, si alimenterebbe invece l’idea del Super Campione battuto da uno dei piloti più fortunati della storia, arrivato per caso a vincere 9 corse (i due sono pari al momento) unicamente grazie alla Mercedes. La stessa con cui Lewis, a sua volta, ha portato a casa gli ultimi due titoli.

Saranno dieci giorni belli lunghi.

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