Bernie Ecclestone, un paio di settimane fa, è stato abbastanza chiaro: lui preferisce Lewis Hamilton. Perché è cool, perché fa parlare di sé e, indirettamente, della sua Formula 1, perché è più mediatico, bad boy etc etc. Perché ovunque vada si arruffiana il pubblico locale: in Bahrain vestito da beduino, in USA da rockettaro, in Brasile, ogni volta, col casco in onore di Senna, al quale non vuole essere accostato ma al quale si autoaccosta senza accorgersi. Questo, a Bernie, piace. Nico Rosberg, invece, è solamente un pilota che si gioca il titolo ma senza alcun appeal dal punto di vista della popolarità. È piatto, monotematico, non ha spunti se non la partita di carte del giovedì con Stella Bruno o i palleggi nel retrobox. Finita l’attività in pista ha una famiglia, una moglie e una figlia a cui pensare. Non lo vediamo, non l’abbiamo mai visto e non lo vedremo probabilmente mai protagonista di eccessi in qualsiasi ambito. Un po’ come Vettel, anch’egli criticato in passato da Bernie. Nico non è il volto giusto con il quale pubblicizzare il prodotto al di fuori delle reti del paddock. E sembra quasi che, per questo, non meriti il titolo.
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