Tutto meraviglioso, tutto fantastico, luccicante, mirabolante… falso.
È notizia di oggi che in settimana – pare giovedì – gli organizzatori del GP della Malesia si riuniranno per decidere il futuro dell’appuntamento di Sepang, in calendario dal 1999. Motivazioni?
– Crollo della vendita dei biglietti a partire dal 2014.
– Calo degli ascolti televisivi, al minimo nel 2016.
– Conseguenti ritorni minimi.
– Costo di organizzazione dell’evento sempre troppo alto.
– Appuntamenti nelle vicinanze (Singapore, Cina, Medio Oriente) che portano via spettatori dal Sepang International Circuit.
– Per finire, il contributo di Petronas, storica casa petrolifera locale (e sponsor principale di Mercedes a partire dal 2010) è a rischio, vista la crisi del prezzo del petrolio che ha colpito la compagnia.
Sì, ho finito, ma credo possa bastare. Ora: la gara ha un contratto con scadenza 2018, quindi per altri due anni il Gran Premio dovrebbe svolgersi regolarmente. Il condizionale è d’obbligo perché la situazione pare talmente delicata che, nel caso, potrebbe esserci anche un break per permettere agli organizzatori di respirare, economicamente parlando. Il tutto dopo che l’intero tracciato è stato appena riasfaltato (ad opera di un’azienda italiana, la Dromo) proprio in previsione della gara di inizio ottobre.
A vederla così, il destino di Sepang (almeno per la F1, la MotoGP costa infinitamente meno e rende di più) pare già segnato oltre la naturale scadenza. Il che è un peccato perché la prima creatura di Hermann Tilke è, personalmente, la migliore di tutte quelle da lui progettate a livello di layout e tecnica richiesta. Mi aveva illuso, Hermann, perché poi tutte quelle arrivate dopo sono state da pelle d’oca al contrario.
Beh, che dire. Comunque vada la tendenza questa è, e credo che poco si possa fare. Se dovesse uscire la Malesia ci sarà un’altra Baku, che non ha problemi economici e riempie i balconi con abili mestieranti fingendo di avere folto pubblico presente.
Ma tanto va tutto bene, la F1 è spettacolare, i fuochi d’artificio di Singapore sono suggestivi, la Ferrari ha il passo della Mercedes (ogni venerdì) e con il bianco sulla carrozzeria si tirano giù due decimi al giro.
Bene ma non benissimo.
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