La Lotus si scusa per il tweet “provocatorio” sui Giochi Olimpici Invernali

F1
Tempo di lettura: 2 minuti
di Alessandra Leoni @herroyalblues
9 Febbraio 2014 - 12:38
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La Lotus si è scusata per il tweet riguardante i Giochi Olimpici Invernali, che includeva una provocatoria foto con due uomini che si stavano baciando e un innocuo messaggio: “Auguriamo a tutti gli atleti dei Giochi Olimpici Invernali pieni di successo #Sochi2014”. Una netta presa di posizione per quanto riguarda la recente politica omofoba di Putin in Russia e soprattutto l’omofobia che circonda quest’edizione dei Giochi Olimpici Invernali.

Questo tweet, successivamente, è stato giudicato come “non autorizzato” dal team ed è stato rimosso. Come mai? Prima di tutto per non “pestare i piedi” agli organizzatori del primo Gran Premio della Russia, previsto proprio il 12 Ottobre 2014 a Sochi, ma è stato rimosso soprattutto per gli sponsor russi del team, che non hanno preso bene questo tweet.

Genii e Yotaphone (sponsor di recente acquisizione e proprietaria del 10% del team) hanno manifestato la loro rabbia e hanno affermato che un tweet del genere può essere “pericoloso” e “compromettente”, per i loro affari in Russia.

Date le difficoltà finanziarie del team, i due sponsor russi sono decisamente vitali, e purtroppo, da un punto di vista puramente economico, la Lotus non si può permettere di perderli per un tweet provocatorio, frutto del reparto di comunicazione del team, che più volte è stato autore di uscite brillanti e decisamente divertenti nel corso degli anni. La scusa che quello fosse un “tweet non autorizzato e faremo in modo che questo non accada più” fa sorridere, ma semplicemente sono corsi ai ripari in questo modo, perché si sono resi conto dopo che non proprio tutti hanno il senso dell’ironia, quando si tratta di soldi. Soprattutto perché un eccesso di ironia come questo, può essere stato considerato come un atto di “strafottenza” da parte degli sponsor russi.

Dall’altro lato, è veramente triste dover chinare la testa di fronte alle sole “esigenze economiche”, mettendo a tacere una vicenda umana di un certo rilievo, come la lotta per dare a tutti gli stessi diritti, liquidando tutto con un “tweet non autorizzato”. Battaglia civile, che nel frattempo, non viene proprio repressa con fiori e carezze, da parte di coloro che appoggiano le idee e le visioni omofobe del presidente russo Putin. Ma sappiamo bene che “business is business”, soprattutto in F1.

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