Venne dunque il giorno della liberazione per Felipe.
L’unico superstite di una stirpe vincente prima dell’invasione spagnola ha salutato ieri i 15.000 accorsi al Mugello per rendergli omaggio.
Anzi, 15.000 meno uno, vale a dire colui che ha beneficiato negli ultimi 4 anni disgraziati di Felipe in Ferrari dei favori, dei tappeti rossi, delle sostituzioni preventive e delle soste ai box degne dei rifornimenti subìti dall’ormai ex compagno.
Mal di schiena, pioggia, freddo, reumatismi (come Kimi, toh che coincidenza). Fatto sta che Nando se n’è stato bello a casuccia e ha così saltato la passeggiata tra il pubblico ferrarista e il saluto ad un compagno che secondo me ha digerito unicamente per imposizioni di squadra. Poi mi dicono che non nutro simpatia per lo spagnolo, ma lui non è che faccia poi molto per conquistarne almeno un po’.
Detto questo, come scrivevo ieri su Facebook tutte le belle parole spese per Felipe fanno un po’ sorridere e stridono clamorosamente con gli ultimi 4 anni, nei quali il brasileiro è stato sulla graticola una gara sì e l’altra pure. Di fatto, per me l’avventura di Felipe è terminata in Ferrari il 25 Luglio del 2009, quando la molla persa dalla Brawn di Barrichello (guarda che eredità gli ha lasciato..) ha rischiato di portarcelo via.
Brava la Ferrari ad aspettarlo, ma già da Hockenheim 2010, se Felipe era convinto di essere un top driver, avrebbe dovuto ringraziare cordialmente per essere stato atteso con le valigie in mano.
Se, come pare, il destino di Felipe sarà in Williams e non in Mclaren o Lotus, è unicamente per colpa sua, per essersi ostinato (assieme a chi lo gestisce) a restare in un ambiente ormai chiuso e concentrato sulla prima guida, percependo evidentemente un lauto stipendio da Paperino, piuttosto che tentare la fortuna da qualche altra parte: intesa come top team.
Questa è la grande colpa di Felipe. Ancora prima che iniziasse la stagione 2010 si intuiva chiaramente che la Ferrari avrebbe puntato tutto su Alonso. Voglio dire..se si lascia Kimi a casa per prendere Fernando tu, Felipe, non puoi pensare che questo venga fatto per affiancarti una fortissima seconda guida.
Hockenheim e l’umiliazione in mondovisione del “Fernando is faster than you” era stata la goccia ideale per cambiare aria, e il Felipino ha voluto sfidare l’insfidabile per ulteriori 3 massacranti stagioni, sia a livello di prestazioni che psicologico.
Purtroppo, in F1 non si vive del passato ma del presente, e non si può pensare di avere fiducia sulla base della riconoscenza per quanto fatto in passato. Chiedere al Sig. Schumacher, ad esempio. Pertanto Felipe non poteva pretendere di essere considerato prima guida sulla base dei suoi primi tre anni in Ferrari, con il Mondiale più che sfiorato nel 2008 (e perso anche per colpe non sue, diciamolo).
Quello che ha fatto piacere è stato sicuramente il calore del pubblico che ieri lo ha salutato. Ma per come è stato trattato e considerato negli ultimi 4 anni, forse forse (anzi senza il doppio forse) si è enfatizzato un po’ troppo, da tutte le parti, un rapporto che ormai era logoro.
Purtroppo, a meno di miracoli in Williams, Felipe non avrà più occasioni per dimostrare quanto vale. Sarei stato curioso di rivederlo in un top team e senza pressioni esterne. Ma d’altronde, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
In bocca al lupo, Felipe!
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