Sotto il podio di Roma, colmo di gente, tra due ali di folla si fanno spazio Sam Bird, André Lotterer e Lucas Di Grassi. Sono a pochi metri da noi: li vediamo camminare sulla nostra stessa erba. Vengono annunciati uno ad uno e con la bandiera del loro paese a fare da mantello danno il cinque a chiunque gli si pari davanti mentre salgono sul palco delle premiazioni. Bird, il vincitore del Roma ePrix, sbatte a terra il bottiglione di champagne facendo saltare il tappo e partono festeggiamenti, selfie e coriandoli con i suoi compagni di podio. È la fine di una giornata intensa, che Roma rivivrà per altri cinque anni: al termine della premiazione il sindaco Raggi, accolta inizialmente da chiarissimi “Virginia, tappa ‘e bbuche!”, annuncia insieme al gran capo della Formula E Alejandro Agag che la capitale sarà ancora protagonista per un lustro riscuotendo poi dalla folla un bel boato di approvazione: “Questo era un test”, dice. Ed il test è andato in generale bene, benissimo. Organizzazione internazionale, pulizia, ordine. Solo qualche piccolo intoppo ma andrò in ordine, anche se ci sono diversi aspetti da considerare.
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