La FIA, Andretti e quella torta dorata che in F1 nessuno vuole dividere ancora di più

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Ottobre 2023 - 11:30
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L’approvazione della candidatura di Andretti per l’ingresso in F1 è un caso più politico che sportivo

Con l’approvazione della candidatura di Andretti per l’ingresso in F1, il Presidente Ben Sulayem ha indirettamente aperto una questione politica con lo stesso Circus.

In realtà è dal suo insediamento che il nuovo capo della Federazione cerca di rimettere (per quello che è il suo interesse) le cose a posto. Non senza criticare e cercare, volutamente o meno, lo scontro con Liberty. Dai dubbi sul valore della Formula 1 alle precisazioni su “chi fa le regole e chi le scrive” ai premi FIA, il successore di Jean Todt ha sempre fatto parlare di sé per una sfrontatezza a cui non eravamo abituati quando Federazione e F1/FOM andavano a braccetto, d’amore e d’accordo.

Le cose sembrano non andare più così. Ben Sulayem, che più che un politico nel senso stretto del termine (ruolo che Todt aveva evidentemente imparato) sembra “solo” un ex uomo di sport messo a capo della Federazione, non si fa problemi a dire cosa pensa anche a patto di andare a scontrarsi con gli altri protagonisti, con il fine di ritrovare un’autorità che la stessa FIA sembra aver progressivamente perso.

Ecco perché, dietro la questione Andretti e tutta la burocrazia collegata, sembra esserci molta mano del Presidente. Il team americano, che ha superato il processo di selezione indetto dalla stessa Federazione, ora dovrà confrontarsi con la FOM per trovare gli accordi commerciali che gli permettano di entrare nel Circus, diventato ormai una specie di circolo a numero chiuso con una torta che nessuno vuole dividere più di quanto succeda ora.

La spartizione degli introiti dei diritti commerciali è il nodo della questione. Sono mesi che sentiamo parlare diversi esponenti in sfavore di un nuovo ingresso. Perché, d’altronde, dividere per undici una torta che fino ad ora è stata divisa per dieci? L’ultimo della lista è Lawrence Stroll, piuttosto chiaro sul fatto che “Le cose stanno andando bene con 10 team e dovrebbe andare avanti così”.

Mentre all’interno della F1 nessuno vuole Andretti o, in generale, un nuovo ingresso, la FIA approva la candidatura di un nuovo team, quasi come a dire “Ora trovate la scusa per lasciarlo fuori”. Saranno sicuramente settimane importanti quelle che seguiranno, per capire fino a quanto il potere dei Team sia ormai prevaricante su chi la F1 la organizza e gestisce.

E questo, evidentemente, è un altro motivo di discussione. Come siamo arrivati al punto che i team possano mettersi di traverso all’arrivo di altri competitor, a chiedere a gran voce Direttive Tecniche, insomma ad autoregolamentarsi? Forse è proprio qui che Ben Sulayem sta puntando il dito. Usare la questione Andretti come leva pubblica potrebbe essere il modo più plateale per mostrare le storture della F1 e giustificare la necessità che la FIA torni ad avere un ruolo più autoritario.

In un periodo nel quale, sportivamente parlando, non ci sono lotte per il titolo, quasi quasi diventa più interessante seguire questa battaglia e capire come andrà a finire.

Immagine: Media IndyCar

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