La favola dei campioni morali è vecchia, trita e ritrita. Se volessimo riscrivere la storia della Formula 1, assegnando i vari titoli al pilota più veloce e/o meritevole del momento, l’Albo d’oro verrebbe completamente stravolto. Scopriremmo che il titolo del 1993 magari lo meritava Ayrton, quello del 2012 Alonso, quello del 2008 Massa e così via. Proprio quello perso da Felipe, poi, i tifosi di Lewis lo ricordano molto bene. È una storia che viene chiamata in causa soprattutto quando un mondiale viene deciso all’ultimo, un po’ per giustificarsi, un po’ sentirsi meno perdenti. È un gioco psicologico, che non cambia comunque il risultato della pista.
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