La diatriba sui coniugi Wolff ha riaperto l’attrito tra FIA e F1. Ma come viene gestito il Circus e perché un’eventuale scissione sarebbe complicata?
In un inverno tutt’altro che freddo la F1 si ritrova al centro di una vera e propria guerra tra la FIA e Liberty Media. La polemica di pochi giorni fa, legata ad una presunta indagine conflitto di interessi (poi negata dalla FIA) tra Toto e Susie Wolff nei loro rispettivi ruoli di Team Principal Mercedes e Managing Director della F1 Academy, ha aperto un altro squarcio in un rapporto che, dal 2021, si è progressivamente incrinato tra la Federazione presieduta da Mohammed Ben Sulayem e Liberty Media nella gestione della F1.
Nel gergo quotidiano spesso si fa confusione nel parlare semplicemente di F1 in quanto Sport, ma la massima categoria motoristica fa capo a due soggetti diversi che ne garantiscono lo svolgimento nel corso dell’anno sotto diversi punti di vista. Con questo articolo facciamo un po’ chiarezza tra attori in campo e ruoli.
LA FIA
Sotto le varie denominazioni che l’hanno portata all’attuale nome, la FIA è l’ente regolamentare che organizza il campionato del mondo di F1 come definito sin dalla sua nascita nel 1950. Tutto ciò che riguarda i regolamenti tecnici, sportivi e finanziari ai quali i competitor si devono attenere (oltre ai codici sportivi internazionali, comuni a tutte le discipline) risponde alla Federazione Internazionale dell’Automobile. La FIA, inoltre, gestisce il sistema di accreditamento dei giornalisti e dei media, che devono quindi presentare a lei richiesta per poter essere presenti all’interno del Paddock e della sala stampa nel corso dei weekend di gara.
Liberty Media e Formula One Group
Passiamo a Liberty Media. Si dice genericamente che la società americana sia attualmente la proprietaria del Circus dopo l’acquisizione del 2017 dalle mani di Bernie Ecclestone. L’affermazione è vera limitatamente ad alcuni aspetti. Ciò che Liberty ha acquisito dal vecchio padre padrone della F1 è quella struttura chiamata Formula One Group, una holding a cui fanno capo (per semplificare la lettura) le varie società che controllano i diritti commerciali, di immagine e promozione della Formula 1.
Nello specifico, con un accordo centenario partito nel 2011, la FIA ha ceduto a Formula One World Championship Limited (FOWC), una delle società del Gruppo, la gestione dei diritti commerciali del Circus. Tra questi sono incluse le negoziazioni con i promoter per l’organizzazione dei Gran Premi, i contratti con i broadcaster e gli accordi di licenza per lo sfruttamento del nome Formula 1 a livello, ad esempio, di merchandising.
Tutta la parte legata ai marchi, ai vari loghi e alla proprietà intellettuale è gestita dalla Formula One Licensing B.V., una società con sede in Olanda. La società è l’attuale proprietaria del marchio Formula 1 in tutte le sue varianti. Questo è un punto importante se pensiamo che, invece, i marchi di tutte le altre categorie FIA (F2, F3, WEC e via dicendo) risultano essere dai vari database marchi di proprietà diretta della Federazione.
Tra le tre macrosocietà che fanno capo a Formula One Group c’è, infine, la tanto citata FOM. La FOM controlla la produzione televisiva, l’organizzazione e la promozione dei diritti del Circus. La sede centrale da cui viene gestita tutta la parte audiovisiva della F1 si trova in Gran Bretagna, nello specifico a Biggin Hill, nei pressi di Londra. È della FOM anche la gestione di F1TV, il portale della Formula 1 tramite il quale, in diversi paesi, è possibile vedere le gare in diretta streaming sotto abbonamento mensile ed annuale.
Altre due società che fanno capo a Formula One Group sono Allsport Management, che si occupa della parte relativa al Paddock Club, e Formula Motorsport Limited, che si occupa dell’organizzazione e dello svolgimento delle tre categorie minori al seguito della Formula 1: Formula 2, Formula 3 e la neonata F1 Academy. Le prime due sono rappresentate da Bruno Michel mentre, come sappiamo, il Managing Director della serie femminile risponde al nome di Susie Wolff.
I team e il Patto della Concordia
La Formula 1 intesa come Sport, quindi, è soggetta ai dettami di due enti separati: dal punto di vista regolamentare è formalmente la FIA a scrivere i regolamenti, sebbene con una pesante ingerenza da parte di Liberty stessa. Mentre, per quanto riguarda diritti commerciali, promozione e quant’altro si fa riferimento a Formula One Group, ovvero sempre a Liberty.
I terzi attori di questo sistema sono i team che partecipano al mondiale. A loro volta, le squadre devono attenersi ai regolamenti FIA per quanto riguarda la parte tecnica e sportiva mentre, per quanto riguarda la parte commerciale e di diritti, il rapporto è con Formula One Group.
Per poter gestire formalmente il rapporto tra FIA, Team e Formula One Group arriviamo al Patto della Concordia, un accordo (stipulato per la prima volta nel 1981) che viene rinnovato ciclicamente e bilancia i rapporti tra i tre attori principali della Formula 1 dal punto di vista specialmente economico. È infatti nel Patto che viene definita l’importante ripartizione degli introiti derivanti dai diritti commerciali gestiti da Formula One Group, e quindi dall’attività di Liberty Media. L’ultimo rinnovo del Patto è datato 2021 e copre le stagioni dalla 2021 alla 2025.
Considerazioni
Da questa breve ricostruzione si può intuire quando il sistema Formula 1 sia molto articolato, caratterizzato da un intreccio di attori ed interessi reciproci che necessita un rapporto solidale tra le parti per portare avanti tutte le attività in sintonia.
L’arrivo di Mohammed Ben Sulayem, almeno negli intenti, doveva portare un cambiamento all’interno della Federazione. Il nuovo Presidente, in carica dalla fine del 2021, ha più volte punzecchiato Liberty Media per la sua gestione delle attività legate alla F1, non senza andare oltre quella che è la sua competenza. Le polemiche sul valore della F1 e la forzatura sulla candidatura di Andretti sono sicuramente argomenti mal digeriti da Liberty, oltre a tutta una serie di dichiarazioni pubbliche che probabilmente sarebbero state più gradite off records.
Il dietrofront della FIA sulla questione del conflitto di interessi di pochi giorni fa e la contemporanea compattezza dei Team a supporto di Susie Wolff è un segnale molto chiaro dell’attuale gioco delle parti, nel quale la Federazione sembra, tra le due, quella che rischierebbe di perdere di più da un’eventuale scontro frontale.
Più volte, nel corso dei decenni, si è arrivati alla minaccia di creazione di una serie alternativa con una scissione tra la Federazione e i Team. Il fatto che il sostentamento di questi derivi fondamentalmente dalla spartizione dei diritti commerciali lascia intendere che, in un’eventuale guerra tra Liberty e la Federazione, è difficile immaginare le squadre stare dalla parte di quest’ultima, la quale a sua volta riceve una fetta degli introiti.
Nonostante ciò un’eventuale scissione è difficile da immaginare e sarebbe ancor più difficile da mettere in pratica. Non conoscendo il contenuto del Patto della Concordia e dell’accordo di cessione dei diritti commerciali tra FIA e Liberty, ci sono domande che restano sicuramente senza risposta legate alla vera “proprietà” della F1.
In caso di scissione, il nome F1 (e marchi derivati) resterebbe di pertinenza di Liberty o, per conseguenza di qualche clausola che non conosciamo, tornerebbe nelle mani della FIA come per le altre categorie? E, nel caso, chi scriverebbe i regolamenti della F1 senza più la FIA? Oltre al fatto che verrebbero a cadere tutta una serie di condizioni e requisiti richiesti dalla Federazione riguardanti l’età dei partecipanti, i famosi punti licenza, le omologazioni dei tracciati e via dicendo.
Una cosa è certa: l’atmosfera, da un paio d’anni a questa parte, non è delle migliori. La questione, però, è molto più complicata di quanto si pensi. Ecco perché, alla fine, tutte le volte le polemiche si sono risolte nel nulla: è la soluzione più rapida e indolore per tutti gli attori in gioco.
Immagine: Media Red Bull
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