La F1 e lo show da ritrovare… nel 1989: Mansell e il BoP per fermare le McLaren

BlogCamonjenson
Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
27 Ottobre 2023 - 20:38
Home  »  BlogCamonjenson

Le parole piuttosto dure ed eloquenti del tre volte campione del mondo Max Verstappen nei confronti delle gare sprint e, alla luce dei fatti di Austin, anche dei controlli sulle monoposto che effettua la FIA a fine gara hanno ovviamente scatenato il paddock e i social sulla spettacolarizzazione e su tutte le varie contraddizioni della F1 moderna.

Partiamo dal presupposto che le parole di Verstappen trovano assolutamente la mia condivisione e, anzi, dovrebbero essere sottolineate ancora maggiormente perché dette da un pilota che potrebbe serenamente sbattersene dell’attuale format della F1, dall’alto del suo dominio totale nella categoria regina del motorsport. Sulla parola “spettacolo” associata alla F1 moderna e su tutte le critiche nei suoi confronti, che spesso coinvolgono TV e pubblico, io ho sempre sostenuto che non ci sia assolutamente nulla di nuovo: la storia di questo sport, nelle varie decadi, ha passato momenti di grande criticità sportiva e mediatica anche nella “golden age” degli anni ’80 e ’90.

Una ulteriore conferma, durante le mie solite ricerche, è arrivata in un numero di Autosprint di fine anni ’80 dedicato al calo di spettatori e spettacolo della F1. Eravamo nel 1989, nel pieno del dualismo tra Ayrton Senna ed Alain Prost che dopo la morte del brasiliano è diventato il punto di riferimento nelle rivalità sportive. Ferrari era tornata competitiva (o comunque protagonista) dopo anni difficilissimi e quel mondiale si correva sui circuiti più old school del pianeta, senza nessun problema se la domenica la pioggia diventava protagonista.

Era il primo anno della motorizzazione aspirata, con V8, V10 e V12 in pista, Goodyear e Pirelli a farsi la guerra nelle gomme ed i tanto osannati test liberi come parte integrante di quella F1. Insomma esistevano le condizioni, e non le ho nemmeno riportate tutte, che noi appassionati cerchiamo nella F1 moderna. Eppure i pareri, oppure i rimedi, che i protagonisti di quel mondiale di quasi 35 anni fa pensavano per migliorare quella F1 “noiosa e in crisi di ascolti” sono qualcosa di clamoroso e inimmaginabile per quel periodo ma soprattutto per l’idea che abbiamo di quegli anni.

Prendiamo quelli di Nigel Mansell e Giancarlo Minardi. Il pilota Ferrari diceva: “Credo fermamente nell’idea di gravare con del peso le vetture che fanno dei risultati, proprio come si fa nelle corse nei cavalli. Si potrebbero attribuire 10 kg al primo, 6 al secondo fino a 1 kg al sesto. Così per tutto l’anno, quindi la McLaren viaggerebbe con 40 kg in più”. Insomma Nigel, il grande Leone, 35 anni fa era il primo sostenitore del Balance of Performance.

Minardi, protagonista in quel campionato di una delle stagioni migliori della sua scuderia, disse: “Non ho idea di come riportare lo spettacolo in F1. Sta di fatto che i GP rasentano la noia. Ritengo eccessiva la durata di due ore per la corsa. È inevitabile che l’interesse degli spettatori vada a calare prima o poi. Il vero guaio penso che riguardi anche la scarsa preparazione dei registi televisivi. Ho visto la 500 miglia di Indianapolis e si sono visti anche i dettagli dei box, con i volti dei meccanici e delle moglie di Unser jr e Fittipaldi durante il loro duello. Un piccolo flash che ha dato vita a quello che stava capitando in pista”.

La F1 è stata e sarà sempre luogo di polemiche e contraddizioni, indipendentemente dalle epoche e dai protagonisti.

Immagine copertina: Wikimedia Commons

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO