l’8 Ottobre, le ricorrenze, le somiglianze, la nostalgia

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
7 Ottobre 2014 - 21:55
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E’ arrivato l’8 Ottobre. E per chi come me, in questo stesso giorno di 14 anni fa, era davanti alla televisione a impazzire di gioia per un mondiale che tornava passando proprio per Suzuka alla Ferrari dopo 21 anni, la memoria non può non pensare a chi, quella Ferrari, la guidava, ai mesi che sono passati, alla vicinanza di queste ore con quelle.

In questi giorni tragici per l’incidente di Jules, tante sono state le somiglianze con gli eventi di nove mesi fa, con il dramma di Michael che per certi versi sembra essere tornato tremendamente di moda. Le illazioni, le ipotesi di colpe di quella che dovrebbe essere una vittima da parte di chi ha giusto un po’ di aria da far circolare tra i tasti della tastiera. Il gioco al rialzo sul numero delle operazioni alla testa, le condizioni “gravi ma stabili” che significano tutto e nulla, i pareri di illustri medici che ci fanno lezioni di neurochirurgia via etere. Lo sciacallaggio delle foto dal luogo dell’incidente, la ricerca dello scoop e del click facile. L’arrivo dei parenti, degli amici piloti, e poi dell’illustre Professor Gerard Saillant, pronto a prestare la sua consulenza per Jules come per l’amico Michael a fine dicembre. Tutto sembra maledettamente portare indietro a quei giorni, che sono lontani ma sembrano ora vicini.

Tanti i punti in comune con l’altro dramma che abbiamo vissuto insieme, abbiamo imparato a gestire. Ora sappiamo che si va per le lunghe, che bisogna avere pazienza. Che man mano che passeranno le settimane se ne parlerà un po’ meno in generale, ma chi ha a cuore le sorti di questi ragazzi ci penserà tutti i giorni.

Le notizie che provengono da Jean Todt su Schumi lasciano un filo di speranza. Dice che sebbene non potrà mai più guidare una F1, potrà tornare ad una vita tutto sommato normale. Anche se non sappiamo cosa intenda per ‘normale’, rispetto a nove mesi fa è tutto un altro parlare, e speriamo per la fine dell’anno (chissà, magari proprio nelle vicinanze del primo funesto anniversario della disgrazia) di sapere di uno Schumacher cosciente di essere Schumacher, e magari in grado di poter dare qualche consiglio al suo Mick, che ormai corre da qualche tempo con i Kart.

Il comunicato di oggi su Jules non lascia spazio a molte interpretazioni. Il video dell’incidente, ormai lo sappiamo tutti, è devastante. Ma chissà. Anche se è difficile, proviamo a sperare in qualcosa di buono.

Anche se sarebbe bello tornare ad un anno fa e non avere di questi pensieri.

 

Foto : Internet (per segnalare il Copyright scrivere qui)

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Un Commento su “l’8 Ottobre, le ricorrenze, le somiglianze, la nostalgia”
Monica dice:

Ciao Alessandro, bella la foto che hai pubblicato!
Nel maggio del 1994, dopo la morte di Ratzemberger e di Senna, avevo giurato che mai avrei seguito uno sport così ” stupidamente” pericoloso.
Nel 1998, in seguito ad un intervento piuttosto delicato, una domenica mi sono ritrovata davanti alla TV a seguire un GP, vinto poi da Schumacher; da quel momento in poi è nata una passione irrefrenabile, incontenibile che mi ha fatto provare emozioni irripetibili.
Questa passione si è affievolita con il ritiro di Schumacher e credo che domenica scorsa si sia del tutto spenta.
Non è facile accettare quello che è successo perché è troppo evidente che la F1 è governata da interessi economici che contrastano con il buon senso.
Domenica mattina avevo un brutto presagio, ad ogni sorpasso temevo la tragedia, non so, quel tifone che gravava sul Gran Premio mi metteva ansia.
E poi…la tragedia si è materializzata!
Io non ho parole per esprimere il dispiacere per quanto è successo, sembra che tutto sia stato messo in scena per questo epilogo tragico: pochi istanti prima e Bianchi non avrebbe incrociato il mezzo di soccorso. Magari si sarebbe fatto male ugualmente, magari l’impatto avrebbe ricordato un altro incidente di Schumacher, ma non si sarebbe ridotto così.
Credo che i piloti dovrebbero rifiutarsi di correre domenica prossima, occorre un attimo di pausa per metabolizzare l’accaduto, ma la F1 non si è fermata nemmeno per la morte di Ratzembergher (se si fosse deciso di interrompere il week-end di Imola Senna non sarebbe morto).
Allora dovrebbero scioperare i tifosi, spegnere i televisori, disertare l’autodromo e imporre un silenzio doveroso dinanzi ad una tragedia simile, far capire che lì dove non arrivano le menti degli organizzatori ci arriva il cuore di chi ama questo sport.
Bella la foto che hai pubblicato, lasciava presagire una staffetta generazionale, ma forse presagiva altro.
Non mi rimane altro che dire a Michael e a Jules: keep fighting!

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