“Dal 2014 non guiderò più per la Ferrari. Vorrei ringraziare la squadra per tutte le vittorie e tutti i momenti bellissimi trascorsi insieme. Ringrazio mia moglie e tutta la mia famiglia, tutti i miei tifosi e i miei Sponsor. Da ciascuno di loro ho sempre ricevuto un grandissimo sostegno! Ora voglio spingere al massimo con la Ferrari per queste ultime 7 gare. Per il 2014 voglio trovare una squadra che mi dia una macchina competitiva per vincere tante altre gare e conquistare un Campionato che continua ad essere il mio sogno più grande! Grazie a tutti! Felipe”
Con questo messaggio, pubblicato sul suo profilo Instagram, Felipe Massa ha annunciato, forse anticipando le mosse della Ferrari, che non guiderà più per la Rossa dal 2014, lasciando intendere di non aver ancora trovato un volante per la prossima stagione.
La vita è fatta di ‘se’ e ‘ma’. Chissà come sarebbe proseguita, la carriera di Felipe, se quel dannato Mondiale 2008 l’avesse vinto davvero, e non solo per i primi 20 secondi dopo aver tagliato il traguardo da vincitore nella sua Interlagos. E chissà come sarebbe proseguita se non avesse avuto quel dannato incidente, nel luglio del 2009.
Non possiamo saperlo. Possiamo fare solo ipotesi, supportate da sensazioni personali. Ma, di certo, sono due episodi che non possono non segnare la carriera di un pilota, psicologicamente e fisicamente. Felipe non ha fatto, non fa e non farà mai parte della cerchia dei Top Driver, ma quel giorno in Brasile non avrebbe certamente demeritato un titolo che, probabilmente, non andrà mai più ad incrociare la sua strada, qualunque dovesse essere la sua prossima destinazione. Anche, se, in fondo, gliela auguro, una seconda possibilità. Perchè a Felipe, per quanto bistrattato, iellato, poco convincente negli ultimi anni, non si può non volere un pochino di bene.
Non avrà la classe di Hamilton, la grinta di Alonso, il passo di Raikkonen, ma nei suoi primi tre anni in Ferrari non ha certo sfigurato al cospetto di questi mostri, così come nella sua stagione di esordio in Ferrari, a fianco ad un certo Schumacher, si è tolto le sue soddisfazioni. Anzi, ha dimostrato di poterci stare, in quel gruppetto, e anche bene. Fino, appunto, a quel Gran Premio del Brasile. Il resto è storia. Il 2009 con una macchina che non va, e poi l’incidente che ha sconvolto tutto.
Nel 2010 arriva Alonso. A Felipe viene confermata fiducia ‘cieca’, perchè non si sa come sta, come andrà. E sappiamo ancora com’è andata. Progressivamente Felipe si è spento.
Ho sempre creduto e credo che Felipe, per rendere al 100%, abbia bisogno di sentire intorno a lui la massima fiducia, da parte di tutti. Non è un punto a favore, questo, perchè un pilota dovrebbe essere forte anche caratterialmente. Per questo motivo, gli rimprovero il fatto di non aver cercato un’altra squadra già dal 2011. Perchè la piega si era vista, e d’altronde non poteva essere altrimenti. La Ferrari ha puntato tutto su Alonso, sacrificando Felipe anche quando avrebbe meritato un’iniezione di fiducia. Nulla mi toglierà dalla testa che quel GP di Germania del 2010, con il famoso Team Order, sia stato psicologicamente la mazzata finale per Felipe. A maggior ragione, avrebbe dovuto capire che per lui non ci sarebbe stato più spazio.
Di fatto, ha perso altri tre anni cercando di battersi contro il nulla. Sarà stato il Manager (Todt Junior) a tenerlo ancorato al sedile? Può essere. Di fatto, si è perso solo del tempo e l’immagine del pilota ne ha risentito, eccome. Finalmente, viene quasi da dire, questa sera è arrivato l’annuncio della separazione. Come dice proprio Felipe, ancora non sa dove correrà nel 2014. Se dovesse essere il sedile di Raikkonen a liberarsi, la Lotus potrebbe essere una valida alternativa per restare almeno nella top ten della griglia. Qualsiasi altra soluzione, come la Sauber, sarebbe un ripiego, e non rispetterebbe comunque le ambizioni di Felipe. In ogni caso, al brasiliano serve trovare una squadra che investa in lui e gli riponga una fiducia da prima guida. Il problema però sono le prestazioni. Cosa può garantire Felipe? Può tornare ad alti livelli? Perchè questo è il nocciolo della questione.
Non sono Nostradamus, evidentemente. Ma io penso che una nuova squadra possa rappresentare una specie di rinascita per lui, dopo anni davvero bui e, a tratti, mortificanti. D’altronde, già dopo la gara di domenica si era capito che per Felipe non c’era speranza per un rinnovo. Il suo “non è detto che il futuro sia in rosso” preannunciava già tutto. Non so quanto, un Felipe al suo attuale 100%, possa ancora dare alla F1. Per essere conciso, cosa che mi viene spesso difficile, io credo che lui possa fare molto meglio di quello che si è visto in questi ultimi tre anni, ma non so dire il quanto. Dubito possa tornare ai livelli del 2008, ma il weekend di Monza ha mostrato che è ancora capace di fare bene. Io sono del parere che se un pilota perde il piede, lo perde per sempre, e non si fa rivedere a tratti.
Di certo, gli auguro tutto il bene possibile. Perchè è un ragazzo buono, cordiale (ho avuto modo di incontrarlo per poco due volte ed è sempre stato gentilissimo), si è sempre sacrificato per la squadra quando gli è stato chiesto e senza mai lamentarsi o creare polemiche, mandando sempre giù il boccone amaro. E, al di là di quello che gli rimprovero, credo che in certe occasioni non sia stato trattato benissimo. Come sempre, cerco di mettermi dalla parte dei piloti, e non capisco e concepisco chi esulta anche insultandolo per il suo divorzio dalla Ferrari. Felipe è lo stesso ragazzo che, nella foto di copertina, ha sfiorato un titolo che, se raggiunto, al momento lascerebbe a zero un certo Lewis Hamilton. E credo che non sia giusto, per quanto l’agonia si sia protratta così a lungo, accanirsi su di lui dopo averlo tifato e aver sofferto per lui nel 2008 prima e nel 2009 dopo l’incidente. Ma sì sa, il mondo è bello perchè è vario, e dobbiamo accettare anche questo.
Da parte mia un ringraziamento a Felipe per gli 8 anni passati in Ferrari, per le gare buone che ha fatto nonostante un ultimo triennio negativo, per le emozioni che in alcuni casi mi ha regalato (e, se qualcuno ha la memoria corta, può andare a ricercarle), e un augurio di trovare una squadra che creda in lui e gli permetta di ritrovarsi completamente, psicologicamente, soprattutto. Quello che sarà, sarà.
In bocca al lupo, Felipe!
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