Kvyat: un pretesto ignobile per una scelta vergognosa

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 5 Maggio 2016 - 12:40
Tempo di lettura: 4 minuti
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Kvyat: un pretesto ignobile per una scelta vergognosa
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Saranno contenti i ferraristi, sarà felice Max Verstappen, sarà soddisfatto soprattutto l’ego di papà Jos, ma la novità di questa mattina è tutt’altro che felice per l’immagine della Red Bull e, in piccola parte, della F1.

Lo scambio Kvyat-Verstappen era nell’aria non da oggi, non da ieri, nemmeno dai test invernali, nei quali già si vociferava di un immediato switch tra i due. Che bimbo Max sarebbe arrivato in Red Bull era cosa certa già dalle sue prime prove con la Toro Rosso, in Giappone nel 2014. Era un destino già scritto per tanti motivi. Per la giovane età, per le capacità, per l’aggressività in pista. Un ottimo spot pubblicitario per le lattine, un’opportunità di marketing da non perdere.

Ma che il tutto avvenga in questo modo, a mio personalissimo giudizio, è pessimo e moralmente vergognoso: anche se della moralità, in F1, se ne fregano praticamente tutti, lo so benissimo.

Da questa storia in Red Bull ne escono malissimo. Avessero avuto gli attributi, Verstappen sarebbe a fianco di Ricciardo già da Melbourne. Ma le palle non le hanno tutti, e quindi si è tergiversato nell’attesa del pretesto utile alla causa, e quale scusa migliore di un errore in partenza, che non capita mai a nessuno tra l’altro… Quello che stride tantissimo è il fatto che tutto questo capiti dopo il podio di Kvyat a Shanghai: non riapriamo polemiche sulla partenza, nella quale Daniil ha fatto quello che ogni pilota professionista si sarebbe sentito di fare, ovvero approfittare di un varco per infilarsi.

La sequenza degli episodi, le voci nei test di febbraio, la retrocessione in Toro Rosso per un errore dopo un podio non scontato, conferma solo che si stava aspettando il momento conveniente per mettere fuori il russo, che ricordo ha soli 22 anni ed è, di fatto, bruciato. A questo punto, a Kvyat conviene guardarsi intorno e in fretta in chiave 2017, perché al termine di questa stagione evidentemente sarà fuori dai giochi dell’orbita RB. Per contro, da ora in poi potrà correre liberamente e senza nessuna pressione sulle spalle.

Pressione che, ora, crescerà inevitabilmente su Verstappen, che di anni ne ha 18, e sulla Red Bull. Scelte come questa comportano delle responsabilità, e come sappiamo la F1 non perdona. Prima di tutto: chi ha la certezza che Max potrà fare bene con una monoposto che non conosce e sulla quale non potrà girare fino alle libere di Barcellona? E se Max non dovesse trovarsi bene, o non fosse in grado di sopportare le aspettative ora riposte in lui? Ma soprattutto: se dovesse fare degli errori? Perché correre a centro gruppo senza pressione è un conto, lottare per i primi posti è un altro. Come sarà difeso, nel caso? Dicendo che “Gli errori capitano”? Dai, su…

Ripeto: sapevamo tutti che la Red Bull sarebbe stata prima o poi la destinazione di Max. In questi termini, però, ci sono tutti i presupposti per rischiare seriamente di bruciare anche lui. Per dimostrarsi all’altezza dovrà tenere testa sin da subito a Ricciardo, non proprio il primo che passa, senza aver mai guidato la RB12. Perché saranno tutti pronti alle critiche nel caso in cui non riuscisse a stare in scia all’australiano, cosa relativamente probabile nelle prime uscite per quanto mi riguarda. E trovarsi a lottare costantemente con gente come Hamilton, Vettel, Massa non è come stare in mezzo alla griglia.

Spero per Max che questa scelta non gli torni indietro come un boomerang. Ma se succedesse, e sono assolutamente sincero, non proverei che soddisfazione per la Red Bull dopo un comportamento di questo tipo. E allora sì che vorrei vedere la reazione di papà Jos.

Chi troppo vuole nulla stringe, ricordiamolo. E qui mi sa che si è voluto troppo e troppo presto.

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