Robert Kubica, Jolyon Palmer, Antonio Giovinazzi. I primi due strettamente collegati dai fatti recenti. Antonio condivide con loro una pressione mediatica pesante che può portare anche allo sbaglio.
Succede che oggi Palmer commette due errori ed è costretto ad abbandonare in pista la sua Renault con bandiera rossa annessa. Succede che questi due eventi si aggiungono ad una serie di problemi (propiziati da lui o meno) che lo lasciano in classifica a punti zero contro i 26 di Hulkenberg. Succede che tutto questo arriva nel weekend dopo il quale Kubica prenderà il volante della Renault nei test infrasettimanali.
Succede, quindi, che questa contrapposizione tra il pilota ritenuto scarso (e sull’essere scarsi o meno ci sarebbe da parlare ore, quando si tratta di piloti) e il campione incompiuto scatena gli appassionati e anche i media, che ultimamente in Italia parteggiano chiaramente per il secondo e fanno capire, anche poco velatamente, di non vedere l’ora che il britannico levi le tende per far posto al rientro del polacco. Il tutto con un Robert del quale non sappiamo ancora nulla a conti fatti, perché come già detto il test con la monoposto 2017 sarà tremendamente più serio di quello con la 2012, insomma non si scappa più.
In questa sede non voglio fare il tifo né per uno né per l’altro: dico solo che eventuali valutazioni sul ritorno o meno di Kubica al posto di Palmer sarebbero da fare esclusivamente qualora il test di mercoledì dovesse andare divinamente. Lasciamo stare i simulatori, quelli valgono fino ad un certo punto. È per questo che sono abbastanza contrario a questo sciame a prescindere a favore di “un volante subito per Robert” quando ancora non si sa se è nelle condizioni adatte per rientrare. È quasi irrispettoso anche nei confronti dello stesso Kubica. Palmer sbaglia, sbatte? Bene, non sarà certo al livello di Hulkenberg e nemmeno a quello di Robert, ma girare costantemente con degli avvoltoi sulle spalle sicuramente non aiuta la concentrazione, soprattutto se questi avvoltoi vengono liberati dalla stessa stampa. Non trovo che sia corretto indipendentemente dalla qualità del pilota. Il web è un discorso a parte: ormai Jolyon non può fare la minima sbavatura che si legge di tutto nei suoi confronti.
Capitolo Giovinazzi. Anche qui non dev’essere per niente facile girare con la pressione di essere il primo italiano in F1 dopo anni di buio. Il problema, però, sfortuna o meno, è che nelle poche occasioni che hai a disposizione devi cercare soprattutto di fare il minor numero di errori. Distruggere due monoposto in due giorni in Cina con la Sauber e sbattere nella seconda FP con la Haas non è cosa buona a prescindere. Sul valore di Antonio credo siamo tutti d’accordo nel dire che ha dimostrato di saperci fare, ma (primo) lui deve stare tranquillo e (secondo) deve essere lasciato in pace. Per quanto si possa dire che è un freddo, il continuo pompaggio agisce anche inconsapevolmente nell’animo. Poi, per carità, Antonio ha un jolly a disposizione: conferma degli attuali piloti Haas e l’abbandono di Sauber a Honda con il contestuale rinnovo con Ferrari per le PU vuol dire tanto, apre spiragli nuovi e possiamo dire che in parte azzera gli errori compiuti in pista. Da qui in avanti, però, se è vero che può esserci una piccola possibilità futura di rientrare (proprio con Sauber, visto l’accordo con Maranello), bisogna dare il massimo ma senza esagerare e senza voler dimostrare per forza qualcosa, perché se il valore di Giovi è ben noto ai team è inutile voler strafare.
Così come la stampa italiana, secondo me, dovrebbe fare un passettino indietro e permettere ad Antonio, nelle future prove libere che disputerà, di lavorare con più serenità e meno ansia addosso. Ne “Giovi”rebbe sicuramente.
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