Kimi: tutti sul carro dei detrattori

di Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 21 Giugno 2015 - 19:00
Tempo di lettura: 5 minuti
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Kimi: tutti sul carro dei detrattori
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Che Raikkonen stia attraversando un momento buio, lo capiscono anche i muri. Non ci vuole una laurea per ammettere che il periodo non è dei migliori, soprattutto quando ad episodi negativi se ne sommano altri.

Che Raikkonen non sia simpatico a quella parte di stampa che cerca il folklore dai piloti è altrettanto chiaro, dato che il ragazzo non è mai stato ricordato per la sua colloquiale verve mediatica, al limite del monosillabo.

Che Raikkonen sia l’ultimo campione del mondo piloti per la Ferrari, non se lo ricorda nemmeno il portinaio di Maranello, probabilmente.

Ma, e dico MA, da appassionato e utente televisivo, non si può assistere ad una mitragliata mediatica come quella di questi tre giorni contro il biondino di parte finlandese. Già dopo il Canada le voci di chi lo voleva appiedato o appeso in sala mensa si sprecavano. Dopo il weekend austriaco mi aspetto una class action contro la Ferrari per il coraggio di mettere in pista un pilota ormai bollito, inutile, svogliato e quant’altro, aggiungete voi gli aggettivi che preferite. Mi ricorda un po’ la storia di un altro pilota di nome Felipe.

Ora, non che voglia fare l’avvocato del diavolo, perché proprio non mi interessa, ma possibile che in questo paese (almeno qui, poi non so all’estero ma non mi interessa nemmeno) si viva per criticare e basta? Ok che Kimi, ripeto, non è portatore sano di simpatia e per festeggiare il mondiale 2007 si è espresso in un sorriso, ma non è accettabile assistere ad un bombardamento mediatico come quello di questi giorni all’insegna del “chi sarà il sostituto di Raikkonen da qui alla fine della stagione?”

Pochi minuti fa la Federazione ha rilasciato un comunicato, con il quale ha informato nessuna azione è stata presa nei confronti di Kimi per il botto tremendo con Alonso di inizio Gran Premio.

Premessa: dovremmo ringraziare non so quale santo che nessuno si sia fatto male tra i piloti e i commissari, che si sono visti passare a un metro due vetture accartocciate. Secondariamente, ancora non sappiamo cos’è successo veramente e già ecco i detrattori sul piede di guerra nei confronti del finlandese, che ora non sa nemmeno accelerare in rettilineo. Ora, al di là del fatto che vorrei vedere tutti questi signori al posto di uno dei 20 che occupano la griglia, l’episodio in sé, a ME, è sembrato quanto meno strano e meritevole di ulteriori accertamenti prima di essere bollato come 100% Kimi’s fault. (Esattamente come in Canada, ma tant’è…).

Perdere la vettura quando si è ormai in quarta marcia è quanto meno strano, e dato il proliferare di elettronica su queste monoposto ormai è difficile capire quando un errore è dovuto al pilota o a qualche isterismo elettrico che interviene (a parte per Maldonado…SCHERZO). Il testacoda stesso di Hamilton in qualifica ieri mi è risultato poco chiaro, tra brake by wire e affini, e i testacoda sempre di Lewis e Kimi in Canada al tornantino mi hanno lasciato un qualcosa di dubbioso riguardo qualche intervento anticipato dell’ibrido in fase di accelerazione. Di sicuro, e qui vorrei spezzare una lancia a favore di Alonso, non credo che ci sia stato un contatto da parte dello spagnolo. Strano, però, che il camera car di Fernando non sia stato reso disponibile. Sarebbe la prova certa per capire qualcosa di più. Ma si sa che in Mclaren per una cosa che funziona dieci si rompono. Eventualmente facciamo una colletta per una Go Pro.

Ma non ci sono comunque analisi che tengano, l’importante è puntare il dito a prescindere. Già ieri, in qualifica, il polverone si era sollevato con arroganza. Se è colpa di Kimi essersi trovato in una situazione pericolosa in Q1 con un primo giro non all’altezza (e fin qui ci siamo tutti), non è certo solo compito suo controllare con l’orologio, mentre è in monoposto, quanto tempo resta al termine della sessione. Ma questo, evidentemente, non fa testo. Magari anche la ruota avvitata male in Australia è colpa sua, chi lo sa.

Dopo Bottas, ciclicamente accostato alla Ferrari per il dopo Kimi, adesso è tornato incredibilmente di moda Hulkenberg! Proprio lui, quello che dopo lo scaricamento via SMS del 2013 ha dovuto vincere all’esordio una 24 ore di Le Mans per far vedere che è sempre lui in carne ed ossa e non un manichino quello che guida una Force India, e che dopo il quinto posto di ieri è giunto sesto oggi. E ora, mi raccomando, tutti sul carro di Nico per affidargli la seconda Ferrari. Come se fino ad una settimana fa il tedesco non esistesse, come se Kimi fosse un rincitrullito totale.

Sono spiacevolmente sorpreso da quello che sento e leggo. Gli errori, della squadra o del pilota, fanno parte del gioco. Ma se questo non è comprensibile ai più, evitate di osannare Kimi (uno che quanto meno non ha mai detto una virgola contro la squadra) o chi per lui al prossimo podio, situazione che fa il paio con il superfortunato Vettel, che ha vinto quattro mondiali per caso e adesso è un idolo.

Perché le bandiere stanno bene sulle aste, e la F1 ha bisogno di appassionati che sappiano supportare nel bene e nel male, non di tifosi occasionali accompagnati dal vento dei media.

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