Il mondiale della classe 500cc del 1983 è stato quello “extraterrestre” per definizione, con la sfida tra il “marziano” Kenny Roberts e l'”alieno” Freddie Spencer. Il vecchio contro il nuovo, Yamaha contro Honda, California contro Louisiana.
C’è di tutto in quel mondiale di 40 anni fa che ebbe il suo leggendario epilogo nella gara di Imola. La lotta tra Spencer, campione con 144 punti, e Roberts, secondo a 142, è ancora oggi motivo di discussione tra i fortunati presenti sulle colline del Santerno e tra chi studia nei minimi dettagli quella stagione.
Una sfida anche tecnica, tra la Yamaha YZR500 versione 0W70 e la nuova Honda rivoluzionaria a due tempi NS500 versione NS2B.
Dalla prima versione denominata 0W20 del 1973, la YZR500 ha utilizzato per molti anni un quattro cilindri in linea con aspirazione con valvola a pistone come design del propulsore, ma nel 1981 è passata a un’aspirazione con valvola a disco rotante. Per raggiungere questo obiettivo, la 0W54 dello stesso anno adottò un quattro cilindri in quadrato, mentre la 0W61 del 1982 cambiò la disposizione dei cilindri con uno schema V4.
Il motore della 0W70 del 1983 era uno sviluppo dei quello della 0W61 ed era dotato di due valvole a disco rotante a valle della bancata a V con un angolo di 40°. Ciascuna valvola controllava l’apertura e la chiusura dei tubi di aspirazione dei due cilindri. La valvola rotativa ed il carburatore erano montati lateralmente sul motore, differente dalla versione standard. Sei vittorie non bastarono per vincere entrambi i titoli, persi per pochissimi punti. Decisivo in negativo il poco contributo dato da un esordiente Eddie Lawson che però si sarebbe rifatto con gli interessi dalla stagione successiva, quando Roberts decise di abbandonare le gare.
Stanca di continuare a perdere dopo il fallimento della NR500 a quattro tempi, nel 1982 Honda fece debuttare la sua prima motocicletta a due tempi, la NS500, dimostrando da subito la forza del progetto. Il modello del 1983, la NS2B, presentava un motore con aspirazione lamellare a tre cilindri a V con specifiche uniche per una moto da corsa da 500cc a due tempi dell’epoca, nonché un doppio motore a tubo quadrato in alluminio introdotto nella seconda metà della stagione precedente.
Lo sviluppo del motore ha seguito diversi step, partendo dalla base di quello portato in pista nel 1982. Uno dei miglioramenti più importanti è stato l’adozione del dispositivo di scarico “ATAC”, che aumentava la velocità ai bassi regimi. Spencer utilizzò un dispositivo del genere particolarmente evoluto a Spa, durante il nono appuntamento del mondiale. Il telaio era a culla e totalmente in alluminio, mentre il freno posteriore era in carbonio non tanto per la sua potenza frenante ma per guadagnare qualcosa in termini di peso. Spencer ottenne sei vittorie come Roberts, ma una serie migliori di piazzamenti gli permisero di vincere il suo primo titolo mondiale.
A distanza di 40 anni sono indicative le parole dei due protagonisti sulla gara decisiva di Imola. Kenny disse: “Per Imola non era affatto preoccupato, perché avevo una fiducia incredibile nelle mie possibilità. La gara in sé è stata facile, avevo il controllo su tutto e ho tenuto il passo fermando Freddie e sperando che Eddie ci raggiungesse. Non so se ha corso al 100% e non gli ho mai chiesto niente del genere, ma Eddie in quel momento non era abbastanza forte fisicamente, quindi la gara di Imola non deve essere stata comunque facile per lui. Comunque è stato il mio ultimo Gran Premio e, a dire il vero, non ci ho pensato molto quando ero sul podio da vincitore. Quello che ho imparato dall’essere tre volte campione del mondo è che questo non ti cambia la vita”.
Questo il pensiero di Spencer: “Fin dall’inizio, non mi aspettavo che altri piloti sarebbero stati coinvolti nella battaglia tra me e Kenny in questa gara. E anche se fosse successo, ho pensato che sarebbe stato solo uno scontro uno contro uno tra me e Kenny. Dopo che Kenny mi ha raggiunto e sorpassato ha rallentato notevolmente. Non ricordo il tempo sul giro, ma alla Variante Alta eravamo praticamente fermi. In una certa misura mi aspettavo che le cose sarebbero andate in quel modo, non ero troppo turbato e mi sono adattato alla gara. Ci siamo sorpassati diversi volte e abbiamo allungato comunque sul gruppo dietro di noi.
Ho provato a mettergli anche pressione ma lui non si è mai scomposto. Quando Kenny ha iniziato a staccarsi verso la fine della gara, sapevo di avere ancora un po’ di energia che, a seconda della situazione, mi sarebbe tornata utile per superarlo nuovamente. Naturalmente in quel momento non dovevo correre un rischio del genere e ricevere quindi non ho spinto troppo, ma quella è stata la prima volta che mi sono sentito campione del mondo. Nella mia lunga esperienza nelle corse, ho sperimentato dolorosamente che non sai veramente cosa sta succedendo in una gara finché non raggiungi la bandiera a scacchi. Quindi ho cercato di non pensare al campionato fino alla fine”.
Immagini: amcn.com.au
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.