In questi giorni di commemorazione per la scomparsa di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, è stato inevitabile parlare dei progressi in F1 a livello di sicurezza delle monoposto. Progressi che sono sotto gli occhi di tutti, a vent’anni dalla morte dei due piloti.
“La morte di questi due eccezionali sportivi è servita come monito e sprone per tutti noi, e questa forse è la più grande eredità che Ayrton e Roland ci abbiano mai lasciato. In quel tragico weekend del 1994, il lavoro sulla sicurezza delle monoposto, ha ricevuto una spinta enorme, più grande che mai. I netti miglioramenti in questi ultimi vent’anni sono tra i progressi più significativi di questa disciplina” ha detto il Presidente della FIA, Jean Todt.
Crash test più severi, miglioramenti nelle barriere e nuovi standard per i caschi dei piloti hanno fatto sì che un weekend come quello di Imola nel 1994 non potesse più ripetersi.
“Tutto questo duro lavoro ci ha ripagato. È dal 1994 che non ci sono morti in pista. Le monoposto e i circuiti sono molto più sicuri. Anche incidenti violenti come quello di Michael Schumacher nel 1999 a Silverstone, quello di Robert Kubica a Montréal nel 2007, quello di Felipe Massa a Budapest nel 2009 e quello di Mark Webber a Valencia nel 2010, assieme ad altri, grazie ai progressi fatti, hanno fatto sì che non fossero mortali”.
“Questo è quello che ci hanno fatto fare Ayrton e Roland – celebriamo i loro risultati e i loro traguardi, ma non possiamo più avere a che fare con loro, non possiamo più parlare con loro – loro, che ci hanno regalato questi ricordi”.
“Possiamo però continuare a parlare, avere a che fare con molti altri piloti, le cui vite sono state salvate dai miglioramenti circa la sicurezza in pista – e noi siamo debitori verso Ayrton e Roland per questo, malgrado non siano più tra noi” ha concluso.
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