Intervista esclusiva a Paolo Pirozzi, il “Desmonauta”: “Vorrei puntare al milione di chilometri con Ducati”

Interviste
Tempo di lettura: 8 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
19 Gennaio 2023 - 09:00
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Il famoso giramondo, legato da anni al marchio Ducati e a cui è stato anche dedicato un docufilm dalla Casa di Borgo Panigale, ha concesso a P300.it un’intervista parlando della sua passione e del suo progetto futuro.


La moto non è solo un mezzo e non racchiude in sé soltanto il concetto sportivo, ma per molti irriducibili appassionati è uno stile di vita da seguire. Il piacere di poter guidare la propria due ruote prediletta sulle strade di tutto il mondo è qualcosa comprensibile a pochi, ma chi abbraccia questa filosofia raramente poi vi rinuncia.

Paolo Pirozzi non solo rientra in questa categoria di persone, ma anzi vi si spinge ancora più all’estremo del concetto visto il numero di chilometri di strade (e non) passati sotto le sue ruote, rigorosamente di moto Ducati. Il napoletano, classe 1980, ha fatto della sua più fervida passione il suo lavoro ed anche la propria ragione di vita, quella per cui i tanti club Ducati in giro per il mondo lo conoscono.

Pirozzi, soprannominato “Ducati Hero”, ha compiuto per due volte il giro del mondo e visitato location ai quattro angoli del globo, tra mutamento del meteo, fondi accidentati e confini quasi invalicabili (geologicamente e politicamente). La costante è stata sempre una: essere in sella ad una Ducati.

Il partenopeo ha concesso a P300.it un’intervista di venti domande. Diamo il via a questo “viaggio”.


Ciao Paolo, la prima domanda è: come stai? Come hai passato il periodo delle vacanze natalizie?

“Sempre bene, grazie! Il periodo natalizio l’ho vissuto, come sempre, insieme al mio coach Gianni Pane tra allenamenti, nuoto e qualche chilometro in sella alla mia Ducati”.

Qual è il tuo primo ricordo da appassionato di due ruote?

“Senza ombra di dubbio la staccata ed il sorpasso di Troy Bayliss a Monza nel 2000”.

Quando hai deciso di voler diventare un motociclista giramondo?

“Ero molto piccolo ed in famiglia vivevamo un periodo particolarmente triste e molto difficile economicamente parlando. Nonostante tutto mi fu regalata una moto giocattolo rossa… appena ci salì sopra mi mancò l’aria e la gambe non smettevano di tremare. Quel giorno capii che volevo diventare un pilota per arrivare dove gli altri non erano mai arrivati… in quel momento capii che non sarei sceso più dalla sella”.

Cosa rende per te il marchio Ducati così speciale, anche in rapporto alle altre Case (soprattutto italiane)?

“Ducati ha un anima…le altre sono moto. Inoltre con Ducati è come avere una famiglia nel mondo. Ci sono i club Ducati che sono sempre pronti a sostenerti e fare il tifo per te… è come averli al tuo fianco durante ogni singolo chilometro in ogni angolo della terra”.

Qual è il tuo modello stradale Ducati preferito?

“Al primo posto sicuramente la Supermono progettata e disegnata da Pierre Terblanche insieme a Claudio Domenicali e Massimo Bordi, poi la 998R che a mio parere è ancora oggi la Ducati (e moto) più bella del mondo… però mi piacciono molto anche la Multistrada, la Panigale, la Monster, la Scrambler, la Streetfighter”.

Sulla tua Panigale è segnato il numero 25: per te questa cifra ha un significato particolare?

“Sì, per noi piloti il numero è come un passaporto, un’identità. E’ il mio numero da sempre ed ha un significato, anzi una storia interessante ed abbastanza lunga… la prossima volta ve la racconterò con piacere!”

Hai compiuto per due volte il giro del mondo. Quale delle due occasioni ti ha dato maggior soddisfazione?

“Non è facile rispondere… durante il primo percorsi 100.000 chilometri in nove mesi senza navigatore e dormendo sempre in una tenda… all’epoca l’ex presidente Gabriele Del Torchio mi chiamava ‘Ducati Hero’. Durante il secondo guidai per circa 1800 chilometri al giorno e fu bellissimo perché riuscii a percorrere il mondo in tredici giorni, otto ore e quattordici minuti. Anche in quell’occasione non avevo il navigatore e riposavo a terra senza togliere nemmeno il casco… diventai ‘Fastest Man’, il più veloce del mondo”.

Lo scorso luglio hai completato il record di 800.000 chilometri percorsi, la stessa distanza che intercorre tra la Terra e la Luna raddoppiata, diventando un “Desmonauta”. Quando hai cominciato a pensare ad un’impresa simile?

“Alla fine di uno dei tanti allenamenti durante la pandemia mi ritrovai, per caso, a leggere la distanza tra la Terra e la Luna. Visto che uno dei miei obiettivi è dimostrare che con Ducati puoi fare tutto ciò che desideri, decisi di ‘andare sulla luna e tornare’… con una Ducati Panigale avendo una media di 850 chilometri al giorno e portando con me solo uno zaino in spalla… simpatico vero?!”

Quale delle tante location visitate in moto ti ha colpito maggiormente?

“Sono veramente tanti i posti meravigliosi che ho avuto la fortuna di attraversare ma non ho mai avuto il modo di visitare nessuna città perché ogni mio record richiede talmente tante ore di guida che è impossibile trovare lo spazio per visitare una città. Ma nel cuore porto sicuramente la Patagonia, il Giappone, Ushuaia (località argentina soprannominata ‘El fin del mundo’, n.d.r.), la Transfăgărășan in Romania… fondamentalmente i miei monumenti sono le strade: sono sempre alla ricerca della curva perfetta”.

Qual è stato il momento più bello ed emozionante tra tutte le tue avventure?

“Sicuramente quando mi sono sposato in chiesa con la mia Ducati durante il primo giro del mondo… e poi quando, per meriti sportivi, è stato proclamato il ‘PirozziDay’ a Las Vegas, un riconoscimento unico che viene celebrato ogni 8 novembre. Ed anche il 3 settembre 2007 quando fui il primo nella storia a superare il deserto del Gobi con una Ducati letteralmente di serie con gomme da strada”.

Quale, invece, il più complicato da superare?

“Quando attraversai Afghanistan e Pakistan due mesi prima della cattura di bin Laden: fu un momento veramente molto molto delicato. Ci fu anche un’alluvione, insieme alla gente del posto costruimmo una zattera per salvarci… e poi le bombe che arrivavano dal cielo crearono diverse frane. Ho visto persone che avevano appena perso la vita”.

Sei anche un istruttore: cosa insegni ai novelli motociclisti?

“Ad andare più forte in pista, divertendosi ed usando sempre la testa, rispettando la propria vita e quella degli altri”.

C’è chi pensa che il marchio Ducati abbia perso identità dopo l’acquisizione del gruppo Audi avvenuta nel 2012. Tu che parere hai in merito?

“Ho visto diverse volte cambiare il direttivo in Ducati e non l’ho mai vista fare passi indietro, anzi. Ad oggi con Audi siamo ancora più forti e stiamo ottenendo tante vittorie, dalle vendite alle gare”.

Parteciperai al World Ducati Week 2023?

“Dal primo non sono mai mancato e di certo non mancherò ai prossimi!”

Segui anche il motorsport? Se sì, chi sono i tuoi riferimenti e i piloti per cui tifi?

“Può sembrare triste come risposta, ma in realtà tifo per tutti perché conosco ogni rinuncia e tutto l’impegno ed i rischi che un pilota affronta in ogni singolo metro… però non posso nascondere che tifo sempre per il team e/o il pilota Italiano”.

Negli scorsi giorni si è svolta un altro tipo di maratona, la Dakar 2023. Hai seguito questa competizione?

“La Dakar dovrebbe avere più visibilità, la seguo sempre e sono felice nel notare che pian piano stiano aumentando gli appassionati”.

Hai mai desiderato di partecipare ad un rally raid a livello agonistico?

“Certo, ma al momento la preparazione atletica e lo sforzo fisico e mentale che affronto durante i record e le imprese sono molto alti ed al momento non riesco a prepararmi anche per un raid… ma mai dire mai”.

Dei tanti campioni che hanno corso per il marchio di Borgo Panigale su pista, quali sono i tuoi preferiti?

“Sono cresciuto viziato guardando le gare di Falappa, Fogarty, Chili… il tutto in compagnia della voce della SBK, il mio caro amico Giovanni di Pillo. Ma poi sono arrivati il re Troy Bayliss, con il quale ho un rapporto meraviglioso, ed il grande Casey Stoner… se si parla di campioni di Borgo Panigale non posso non pensare a loro”.

Il motociclismo italiano è tornato in vetta alla MotoGP grazie a Francesco Bagnaia lo scorso novembre, proprio in sella alla Desmosedici. Che pensiero hai del pilota torinese?

“Ha dimostrato di avere la testa nonostante la sua giovane età, ha saputo aspettare ed aprire il gas al momento giusto. Insieme a tutta la squadra Ducati Corse ha fatto un gran bel lavoro”.

Il 2022 è stato un anno sportivo da incorniciare per Ducati e il 2023 si prospetta altrettanto promettente.  Festeggerai le pietre miliari raggiunte dalla Casa con qualche nuova impresa?

“Ad oggi sono a quota 804.000 chilometri percorsi sempre e solo con Ducati, diversi record e due giri del globo… non ho mai smesso di allenarmi e sarebbe sciocco nascondervi che vorrei puntare al milione di chilometri con Ducati… il volo continua!”


Concludiamo l’articolo ringraziando il signor Pirozzi e la SG Agency per la disponibilità, augurando al pilota buona fortuna per tutte le sue avventure.

Fonte immagini: Facebook / Paolo Pirozzi

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