Intervista ad Andrea Adamo, direttore di Hyundai Motorsport

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Tempo di lettura: 8 minuti
di Federico Benedusi @federicob95
18 Gennaio 2020 - 10:00
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P300.it ha avuto il piacere di intervistare Andrea Adamo, direttore di Hyundai Motorsport. In queste righe si parla della stagione 2019 della Casa sudcoreana, impegnata ad altissimo livello tra competizioni rally e turismo, oltre a qualche prospettiva per l’anno appena cominciato, che vedrà Hyundai in gara già la prossima settimana con il Rally di Montecarlo.

Anzitutto, grazie per la disponibilità. Cominciamo da lei: come è stato questo primo anno al timone di due progetti così importanti come WRC e TCR? Lo abbiamo visto molto impegnato su entrambi i fronti, partecipando al maggior numero possibile di eventi, come è riuscito a conciliare al meglio questi due impegni?
“Onestamente non è una questione di WRC o TCR: da gennaio 2019 sono il responsabile dell’azienda dal punto di vista della gestione, è un impegno molto più ampio con altri programmi, da ultimo l’eTCR ma anche il progetto R5, quindi il customer racing come entità completa. Ho presenziato alle gare del WRC perché è il ‘flagship’ dell’impegno motorsport di Hyundai, ma analogamente il WTCR è un impegno molto importante per i clienti e direi che l’anno scorso con BRC Racing è stato fatto un ottimo lavoro, inutile negare che questo sia una bandiera per quanto riguarda il mercato TCR. In più abbiamo clienti impegnati in moltissime gare e in moltissimi campionati, quindi ho cercato di alternare la mia presenza tra TCR asiatica ed europea partecipando anche a gare di campionati nazionali rally R5 in quanto, soprattutto nel 2019, ho ritenuto opportuno che la mia presenza in varie gare a contatto con i clienti fosse necessaria, altrimenti ci sarebbe potuto essere un vociferare di un allontanamento di Hyundai dal customer racing, cosa che invece puntiamo a rinforzare”.

Nel WRC è arrivato finalmente un titolo, quello costruttori: qual è stato, secondo lei, il “plus” rispetto agli anni precedenti che ha portato Hyundai a questo successo?
“Non ne ho idea, perché non so quali fossero i ‘minus’ degli anni prima. Diciamo che, secondo me, nel motorsport come nella vita a volte un po’ di fortuna non guasta, forse siamo stati anche più fortunati…”.

Cosa ha portato in squadra l’arrivo di un pilota come Sébastien Loeb?
“Non ha cambiato più di tanto le cose, ma sicuramente l’esperienza di Séb e la sua focalizzazione sul lavoro hanno dato motivazioni in più a tutti perché quando un campione, lui come anche Daniel Elena, vince per nove volte il titolo mondiale ed è ancora sui campi di gara per cercare di vincere e di dimostrare la sua velocità non può far altro che dare più motivazione a tutte le persone coinvolte nella squadra”.

Come è nata l’idea di ingaggiare Ott Tanak, al di là del palmarès?
“Il palmarès di un pilota è quello che ne identifica la competitività, di sicuro non ingaggio i piloti perché sono simpatici o cucinano bene”.

Si è parlato anche di un programma semi-privato per il 2020, anche al fine di poter schierare tutti i piloti che avete in squadra. Quanto c’è di vero e, soprattutto, quanto può essere importante per il WRC un regolamento tecnico che permetta anche ai privati di partecipare senza costi esorbitanti?
“Per quanto riguarda la prima questione, non c’è nulla di vero. Per quanto riguarda la seconda domanda, è assolutamente un fulcro del regolamento 2022 la possibilità di avere delle vetture che siano molto più abbordabili da parte di una schiera di piloti, ma soprattutto di squadre, molto più ampia. E questo è ciò su cui stiamo lavorando, insieme ai miei colleghi di M-Sport e Toyota senza dimenticare il grosso supporto che ci sta dando la FIA, per fare sì che nel 2022, a parte tutte le c*****e da Web o social network che si leggono, si arrivi a qualcosa di più fattibile e tangibile”.

Qual è la sua idea a proposito del regolamento ibrido che la FIA vorrebbe implementare dal 2022? Si stanno leggendo davvero tantissime cose a riguardo…
“Si stanno leggendo tante cose perché quello su cui stiamo lavorando è ancora riservato a chi ci lavora, appunto. Non siamo qui per fare comunicati stampa sul 2022, ci sarà un momento in cui tutto verrà alla luce ma se non ci sono notizie la gente se le inventa… Quello che si può dire è già stato detto in più versioni ufficiali: si sta cercando di fare un regolamento che al di là di tutte le leggende metropolitane sull’ibrido abbia un costo abbordabile anche per noi stessi, in quanto costruttori, perché non abbiamo la macchina dei soldi…”.

Durante il 2019 non sono mancate alcune critiche sul suo modo di gestire i rally, ripensiamo ad esempio alle parole di Sébastien Ogier in Portogallo. Come risponde?
“Non ho risposto allora, non rispondo adesso”.

Passiamo alle competizioni turismo. Nel complesso il vostro marchio si è confermato essere un assoluto riferimento nel mondo TCR, capace di vincere otto titoli piloti tra coppa del mondo, campionati regionali e nazionali, ma tra i tanti successi ce n’è uno (a parte il mondiale che ovviamente è il più prestigioso) che vi ha particolarmente soddisfatto per qualche ragione?
“Quando un mio cliente vince un campionato per me è sempre importantissimo, perché significa che il prodotto che gli abbiamo venduto e l’assistenza che gli abbiamo dato durante la stagione sono stati tali da consentirgli di raggiungere il suo scopo principale, che è quello di vincere il campionato per fare felici a sua volta i piloti. Non c’è un titolo che porto più vicino al cuore, tutti sono importanti perché la vittoria dei nostri clienti fa sì che si rafforzi l’immagine di Hyundai Motorsport Customer Racing e del brand stesso nel mondo, trovo molto difficile nominarne uno sopra gli altri perché sono tutti molto significativi”.

Dopo tanti tentativi, Norbert Michelisz è riuscito a centrare il titolo mondiale. Qual è stato il momento chiave di questa stagione così intensa?
“In un campionato dove ci sono dieci eventi e 30 gare è difficile evidenziare un momento preciso. Senza scarti, tutte le gare sono molto importanti. Credo che l’anno scorso, più di altre stagioni, ci sia stata una serie di errori da parte di tutti i piloti, forse ha semplicemente vinto quello che ha sbagliato meno. E’ contata molto la costanza, come successo nel 2018”.

Abbiamo visto due piloti di assoluto livello come Nick Catsburg e Augusto Farfus un po’ in difficoltà all’inizio della stagione, salvo poi riuscire ad ottenere risultati migliori col passare delle gare nonostante un po’ di sfortuna. È stata solo una questione di riadattamento alle trazioni anteriori o c’è dell’altro?
“La motivazione non la conosco, tra i due sicuramente Catsburg è quello che ha fatto meglio. Il livello del campionato è molto alto, bisogna essere molto focalizzati e veloci nell’adattarsi, Augusto lo ha fatto molto meno velocemente e Nicky lo ha fatto più velocemente. Al di là delle trazioni anteriori, le competizioni turismo richiedono una necessità di guida, aggressività e intelligenza che non si trovano in tutti i piloti”.

Nel 2020 ci sarà anche un appuntamento in Corea del Sud, a casa di Hyundai, su un circuito però poco conosciuto ai più. Com’è la pista di Inje? Che caratteristiche ha?
“Ci sono stato una volta sola. Per certi versi può ricordare un po’ Imola, con tanti saliscendi”.

Anche per quanto riguarda il WTCR, nonostante il successo finale, è stata una stagione piuttosto travagliata sul lato “politico”. Abbiamo letto anche parole ben “indirizzate”, soprattutto a Lynk&Co e a Cyan Racing. Tutto ciò ha cambiato qualcosa nel vostro programma per la coppa del mondo oppure le acque si sono calmate e cercherete nuovamente di difendere il titolo nel 2020?
“Le acque, più che altro, sono agitate da altri, Lynk&Co in primis, quando lanciano accuse infondate e stupide. Nella vita bisogna saper perdere, forse non tutti sono capaci di farlo. Il mio atteggiamento nei confronti del WTCR al momento rimane pesantemente critico, per una serie di motivi saremo probabilmente obbligati a parteciparvi ma l’interesse nostro è scemato notevolmente, perché i principi su cui questo campionato era nato sono andati praticamente a scomparire e certe promesse non sono mai state mantenute. Confermo tutto ciò che ho detto durante la stagione”.

Come procede lo sviluppo della Veloster eTCR?
“Direi molto bene. Siamo molto soddisfatti. La macchina ci sta dando la possibilità di arricchire pesantemente il bagaglio tecnologico di Hyundai Motorsport e quindi di Hyundai in generale. Il team sta crescendo molto bene e devo dire che c’è molto entusiasmo dietro a questo progetto”.

Poco si sa, tuttavia, riguardo questo campionato. Quando partirà? Avete notizie in merito?
“Bisogna chiedere ad Eurosport Events, che analogamente ad altre situazioni non si sta dimostrando molto professionale…”.

Ringraziamo l’ingegner Adamo per l’intervista e auguriamo a Hyundai Motorsport un ottimo 2020.

Immagine copertina: Hyundai Motorsport

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