Intervista a Franck Montagny: “La mia avventura con la Super Aguri”

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
12 Aprile 2020 - 14:43
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Quarantotto milioni di dollari di garanzia: era questa la cifra versata da Aguri Suzuki e soci per iscrivere la Super Aguri al mondiale 2006 di Formula 1. Una vera e propria scommessa, anzi una corsa contro il tempo per correre contro i grandi della categoria, quella che l’ex pilota di F1 giapponese, già sul podio di Suzuka nel 1990, aveva messo in campo.

Un tempo che sostanzialmente non esisteva per schierare una monoposto nuova, tanto da costringere i vertici del team ad affidarsi nelle prime gare della stagione al vecchio telaio Arrows A22 del 2002, adattato per rispondere alle nuove regole ma soprattutto per ospitare l’8 cilindri Honda. Sì perché la Casa giapponese, già presente in forma ufficiale con la propria scuderia, aveva orchestrato tutto fornendo garanzie dirette, supporto e piloti, ovviamente giapponesi. Takuma Sato e Yuji Ide avevano il compito, soprattutto il primo, di “traghettare” la SA05 fino all’arrivo della nuova monoposto previsto per il GP di Germania a metà stagione.

La SA05 uscì quindi allo scoperto con Sato alla guida per i primi chilometri a Kemble, pochi giorni prima della partenza per la prima gara in Bahrain. Suzuki si affidò anche all’esperienza di Daniele Audetto, ex Ferrari ai tempi di Lauda e già in passato insieme a Suzuki in Larrousse-Lamborghini. Il manager italiano aveva il compito di gestire i rapporti tra Inghilterra e Giappone per facilitare lo scambio d’informazioni. Il debutto nel mondiale in Bahrain avvenne con la consapevolezza di dover soffrire, con Sato (1’37”411) e soprattutto Ide (1’40″270) staccatissimi dalla pole di Michael Schumacher (1’31″431). Il vero obiettivo per la Super Aguri era comunque quello di provare a dare battaglia a Midland e Toro Rosso in una sorta di mondiale tra team debuttanti.

La stagione andò quindi avanti tra difficoltà e risultati in linea con le performance della vettura, nonostante un Ide “pericolo pubblico” che venne messo alla porta dopo il crash avvenuto durante il GP di San Marino, con Christian Albers finito a ruote all’aria per colpa dello sventurato (e con problemi alla vista) pilota giapponese. Arrivò quindi il momento di Franck Montagny, pilota francese campione della World Series by Nissan nel 2003 e, successivamente, pilota ufficiale Peugeot con cui ottene due piazzamenti a podio a Le Mans nel 2008 e 2009.

P300.it ha avuto il piacere di intervistare Montagny sulla sua esperienza nel team Super Aguri. Ecco cosa ci ha raccontato.

Franck, qual è il tuo primo ricordo se pensi alla stagione 2006?
“Il 2006 è stato un anno speciale per me, anche se sapevo che l’opportunità di guidare la Super Aguri F1 era solo per poche gare e con una monoposto diversa da quella del mio compagno di squadra Takuma Sato. Nonostante questo ero felice di esordire in F1”.

Cosa ricordi del tuo debutto al Nurburgring, con una vettura che aveva il telaio Arrows 2002?
“È stato qualcosa di pazzesco. Nonostante fossi il terzo pilota del team non avevo mai percorso un chilometro di test e soprattutto mi comunicarono che avrei corso solo all’ultimo minuto. Sbagliai completamente anche il mio giro di qualifica ma fu incredibile essere il griglia per la gara“.

75 giri a Montecarlo con la SA05: puoi raccontarci che esperienza è stata?
“Qualcosa di estremamente doloroso (sorride, ndr). Innanzitutto sono partito davanti a Schumacher e Massa con le Ferrari. A tutti e due dissi che li avrei fatti passare subito in partenza. La gara fu tremenda, il sistema idraulico dello sterzo si ruppe al 32° giro e a fine corsa i miei guanti erano inzuppati di sangue per lo sforzo che avevo dovuto compiere con le mani. Ah, Massa e Schumacher mi ringraziarono per averli lasciati passare subito”.

A Magny Cours ti sei qualificato davanti a Sato nella gara di casa, una bella soddisfazione comunque…
“La gara di casa è la gara di casa. Ho avuto poche gare per essere abbastanza competitivo ma credimi, essere davanti a Sato con una vettura di 12 chili più pesante è stato un fantastico souvenir. Ho dovuto spingere come non mai, a Magny Cours, perché su quella pista 12kg in più sono circa mezzo secondo in più al giro”.

Ci racconti che rapporto avevi con Aguri Suzuki e Daniele Audetto?
“Ancora molto buono: vedo diversi GP di F1 con Daniele e ho un grande rispetto per lui. Ero più vicino ad Audetto anche perché non parlavo giapponese come Suzuki, ma queste due persone saranno per sempre le uniche due che mi hanno dato l’opportunità di correre in F1. ‘Merci’ Daniele, ‘merci’ Aguri san”.

La SA05 ottenne come miglior risultato, nella sua breve campagna, un 12° posto a Melbourne con Takuma Sato. Per Franck Montagny, in 7 apparizioni in F1, arrivò il 16° nella gara di casa a Magny Cours.

Ringraziamo Franck Montagny per la sua disponibilità.


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