Indycar | Tutti a caccia di Scott Dixon

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Tempo di lettura: 9 minuti
di Andrea Gardenal
7 Marzo 2016 - 09:00
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A sei mesi dall’incredibile gara di Sonoma che ha assegnato il titolo a Scott Dixon, i piloti della Indycar sono pronti ad accendere nuovamente i motori: nel prossimo weekend la stagione 2016 prenderà il via dal circuito cittadino di St. Petersburg, in Florida, tradizionale sede della prova d’apertura del campionato.

Come sempre, i pronostici sono sempre molto difficili da fare: in base a quanto mostrato lo scorso campionato, ci sono almeno 5 piloti che hanno chance concrete di lottare per il campionato. Tra questi non possono mancare due dei quattro piloti del Team Penske. Juan Pablo Montoya sarà più motivato che mai, deciso a conquistare quel titolo che l’anno scorso ha perso sul filo di lana. Will Power dovrà invece riscattare una stagione storta che l’ha visto protagonista di tanti incidenti, quasi mai imputabili a colpe sue.

Ci sarà grande attesa anche per le performance di Graham Rahal e Ryan Hunter-Reay: il primo sarà chiamato a confermare il salto di qualità avvenuto tra 2014 e 2015, quando è passato da comprimario a serio contendente per il titolo; il secondo dovrà invece ripetere le prestazioni di fine 2015 per provare di essersi definitivamente lasciato alle spalle le difficoltà di adattamento al nuovo aerokit Honda, problema di cui è venuto a capo solo nelle ultime gare del campionato.

L’uomo da battere sarà però Scott Dixon: con 4 titoli Indycar, 38 vittorie, 85 podi totali e 25 pole position, il neozelandese si presenta ai nastri di partenza come il pilota più vincente tra quelli in attività. A questi numeri si aggiunge una costanza di rendimento spaventosa che l’ha portato a concludere gli ultimi 9 campionati Indycar tra i primi tre classificati. Di fronte a lui c’è la possibilità di scavalcare Al Unser sr. (39 vittorie) e Michael Andretti (42) nella lista dei piloti più vincenti di tutti i tempi e di portarsi così al terzo posto in questa speciale classifica: davanti a lui resterebbero due leggende come Mario Andretti ed AJ Foyt, fermi rispettivamente a 52 e 67 vittorie.

Veniamo ora ai movimenti di mercato: questa è la entry list definitiva dei piloti che prenderanno parte all’intero campionato Indycar 2016.

2016LineUp

Il team di Chip Ganassi ha confermato il campione Scott Dixon, Tony Kanaan e Charlie Kimball; al volante della vettura #8 ci sarà invece Max Chilton, che dopo due anni di Formula 1 e un anno in Indy Lights farà il suo esordio in Indycar. Chilton andrà a sostituire Sage Karam e Sebastian Saavedra, che si erano alternati alla guida della quarta vettura di Ganassi nella passata stagione. Line-up invariata per il team di Roger Penske, che ha confermato in blocco Montoya, Power, Castroneves e Pagenaud. Un’altra conferma deriva dal team di Bobby Rahal, che per il quarto anno consecutivo schiererà il figlio Graham al volante della vettura #15. Rahal metterà poi in pista una seconda vettura affidandola a Spencer Pigot, pilota californiano vincitore del campionato Pro Mazda nel 2014 e della Indy Lights nel 2015. Pigot correrà tre gare al volante della vettura #16: quella inaugurale di St. Petersburg e le due di Indianapolis, il Gran Premio sullo stradale e la 500 miglia sull’ovale.

Anche il team di Michael Andretti ha confermato i tre piloti che aveva lo scorso anno, ovvero Carlos Muñoz, Marco Andretti e Ryan Hunter-Reay. A loro si aggiungerà Alexander Rossi, ex pilota Marussia in Formula 1 e vicecampione in carica della GP2. Rossi sarà al volante della vettura #98, schierata fino all’anno scorso dal team di Bryan Herta. Queste due compagini si sono infatti fuse un paio di settimane fa e ciò ha permesso a Herta di mantenere in vita la sua struttura, anche se non più in modo indipendente, e di continuare a schierare una monoposto nella serie.

Grandi novità dal punto di vista organizzativo per il team di Ed Carpenter: ad un solo anno dalla fusione con la squadra di Sarah Fisher e Wink Hartman che aveva portato alla formazione del team CFH, il pilota-team manager dell’Illinois è tornato di nuovo indipendente dopo l’abbandono dei suoi due soci. Non ci sono grandi novità dal punto di vista dei piloti: Josef Newgarden correrà l’intero campionato al volante della monoposto #21, mentre Ed Carpenter prenderà parte solo alle gare su ovale al volante della vettura #20. Al contrario di quanto accaduto negli ultimi due anni, è improbabile che la monoposto di Carpenter possa essere guidata da qualche altro pilota nelle gare che si correranno sugli impianti stradali e cittadini.

Programma dimezzato per il team KV Racing Technology: tutti gli sforzi della squadra di Jimmy Vasser, Kevin Kalkhoven e James Sullivan saranno concentrati su Sebastien Bourdais, confermato al volante della vettura #11 dopo le due gare vinte nella scorsa stagione. Nulla da fare invece per Stefano Coletti, appiedato dopo un 2015 tutt’altro che esaltante. Takuma Sato e Jack Hawksworth guideranno anche quest’anno le vetture #14 e #41 del team di AJ Foyt e di suo nipote Larry. In casa Schmidt è atteso il ritorno di James Hinchcliffe dopo il terribile incidente occorsogli nelle prove libere di Indianapolis 10 mesi fa; al suo fianco ci sarà il russo Mikhail Aleshin, che ritorna nello stesso team per cui aveva corso nel 2014 sostituendo James Jakes.

L’ultimo tra i team che correranno a tempo pieno in Indycar è quello di Dale Coyne, l’unico a non aver completamente definito i suoi programmi: sulla monoposto #18 salirà Conor Daly, figlio dell’ex pilota Derek, che disputerà la sua prima stagione completa in Indycar. Non è stato invece ufficializzato il nome del pilota che guiderà la vettura #19, ma con ogni probabilità si tratterà di Luca Filippi. Il pilota italiano è sceso in pista per i test sull’ovale di Phoenix e l’ufficializzazione del suo ingaggio è attesa a breve. Al contrario di quanto accaduto negli ultimi anni, Filippi dovrebbe correre non solo su stradali e cittadini, ma anche sugli ovali. Coyne schiererà inoltre una terza macchina per la 500 Miglia di Indianapolis affidata a Pippa Mann.

Come al solito ci saranno alcune formazioni che scenderanno in pista solo in occasione della 500 Miglia di Indianapolis. Tra questi i piloti più attesi saranno Matthew Brabham e Sage Karam, due dei beniamini del pubblico americano: Brabham correrà in occasione di entrambe le gare di Indianapolis con il team Murray, supportato dal punto di vista organizzativo da quello di Jimmy Vasser, mentre l’ex pilota di Ganassi correrà per il team Dreyer&Reinbold. Si dovrebbero presentare ad Indianapolis anche Bryan Clauson col team di Jonathan Byrd, Katherine Legge con Grace Autosport e Buddy Lazier col team di famiglia.

Questo il calendario 2016, che prevede un’assoluta novità e due graditi ritorni

2016Calendar

Tre settimane dopo l’apertura di St.Petersburg, l’Indycar tornerà a Phoenix dopo 11 anni di assenza. A fine febbraio piloti e team hanno svolto un paio di giorni di test collettivi sull’ovale dell’Arizona: il più veloce è stato Helio Castroneves, che col tempo di 19.2375 secondi ha polverizzato il vecchio record della pista (19.608) fatto registrare da Arie Luyendyk nel 1996; alle sue spalle il compagno di squadra Pagenaud e i due piloti del team Carpenter, con Newgarden davanti al proprietario del team.

A fine giugno le Indycar faranno il loro ritorno sul circuito di Road America, dove le monoposto americane sono scese in pista per l’ultima volta nel 2007. Anche nella pista del Wisconsin le Indycar hanno svolto un giorno di prove lo scorso settembre. A inizio settembre, infine, ci sarà la grande novità del Gran Premio di Boston, Massachusetts, che si disputerà su un circuito cittadino costruito nei pressi del porto; due settimane dopo ci sarà il gran finale di Sonoma.

Per tre gare che fanno il loro ingresso o ritorno in calendario, ce ne sono altre tre che escono. Il Gran Premio della Louisiana abbandona la scena dopo una sola edizione, caratterizzata da problemi economici e organizzativi: a sancire il fiasco definitivo dell’evento si era messa anche la pioggia, che aveva condizionato l’intero weekend. La seconda gara che esce dal calendario è quella di Milwaukee, i cui organizzatori già da alcuni anni facevano fatica a far quadrare i conti. Uno screzio di tipo organizzativo è invece alla base della perdita della 500 miglia di Fontana: i gestori dell’impanto avrebbero voluto che la gara si disputasse tra settembre e ottobre in orario serale, mentre la volontà della Indycar era quella di mantenere la gara a giugno in orario pomeridiano.

Il fulcro del campionato sarà, ovviamente, la 500 Miglia di Indianapolis, che quest’anno giungerà all’edizione numero 100. Per la prima volta nella sua storia, la Indy 500 avrà un presenting sponsor: la “PennGrade Motor Oil” ha infatti siglato un contratto per ricoprire questo ruolo fino al 2018. Anche quest’anno la 500 miglia di Indianapolis attribuirà doppi punti per il campionato; lo stesso si verificherà a Sonoma in occasione dell’ultimo appuntamento stagionale.

Negli ultimi mesi la Indycar ha visto alcune novità anche dal punto di vista organizzativo: il ruolo di “President of competition and operations” è passato dal dimissionario Derrick Walker a Jay Fyre, già proprietario del team ufficiale Red Bull nel campionato NASCAR. I cambiamenti non si fermano però qui: Bill Pappas, ingegnere con esperienza trentennale nel mondo del motorsport, ricoprirà il ruolo di responsabile tecnico al posto di Will Phillips. È stato inoltre modificato il meccanismo di discussione e attribuzione delle penalità: il direttore di gara, che rimarrà Brian Barnhart, non verrà più coinvolto nel processo decisionale, ma eseguirà gli ordini che verranno impartiti da un trio di steward che avranno il compito di esaminare e giudicare tutti gli episodi controversi. A capo di questo gruppo di giudici ci sarà Dan Davies, ex boss di Ford Racing, coadiuvato da due ex piloti: l’olandese Arie Luyendyk, vincitore della Indy 500 nel 1990 e nel 1997, e il comasco Max Papis.

Infine due parole dal punto di vista delle televisioni: negli Stati Uniti ABC trasmetterà la gara d’apertura di St.Petersburg, le due di Indianapolis e le due di Detroit; tutte le altre gare verranno trasmesse dai canali di NBC Sports. In Italia, invece, le gare saranno trasmesse in diretta esclusiva da Sky Sport, che nei giorni scorsi ha annunciato di aver rinnovato il contratto per la trasmissione delle gare del campionato Indycar fino al 2018.

La parola passa ai motori: tra 5 giorni si inizierà finalmente a far sul serio.

Immagine di copertina da https://twitter.com/GPSTPETE

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