IndyCar | Toronto 2023, Qualifiche: Lundgaard in pole in una sessione bagnata dalla pioggia

IndyCar
Tempo di lettura: 9 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
15 Luglio 2023 - 23:25
Home  »  IndyCarTop

Christian Lundgaard ottiene la seconda pole pole position in IndyCar in condizioni difficili dopo uno scroscio di pioggia a metà del primo round. Prima fila anche per McLaughlin malgrado un testacoda nella Fast6. Solo ottava fila per Palou


È bastato uno scroscio di pioggia imprevisto durante il primo round a rendere ancora più avvincenti del solito le qualifiche della NTT IndyCar Series a Toronto. Nel primo round pista asciutta per il gruppo 1, bagnata per il gruppo 2, poi vento ed un pallido sole hanno asciugato l’asfalto ed il cemento al punto che nella Fast6 si è tornati sulle slick. Nel finale con tutti i piloti a balzare in testa alla classifica, a prendere una meritata pole position è stato Christian Lundgaard che, malgrado i soli 21 anni, si è dimostrato molto esperto in condizioni difficili-

La cronaca delle qualifiche

Primo round

Le qualifiche iniziano con il timore della pioggia in arrivo, si pensa in 20-30′ e quindi il rischio di una sessione in condizioni miste c’è.

La pista, come sempre per un cittadino, migliora di giro in giro. Al comando nei primi minuti si succedono con le gomme dure Lundgaard, Palou, McLaughlin, un Kirkwood ancora in forma e poi, un po’ a sorpresa ma con le gomme morbide in questo weekend con la spalla dipinta di verde, Hunter-Reay. La classifica si assesta poi con i ritorni in vetta di McLaughlin e Rinus VeeKay.

I tempi migliori arrivano fra quarto e quinto giro (in questo caso soprattutto in casa Penske) e a metà turno, quando tutti tornano ai box a montare le gomme morbide, Kirkwood è al comando (1’01.0963″) davanti a Lundgaard (malgrado un bloccaggio in frenata), Power, McLaughlin, Castroneves e Palou.

La pista è molto trafficata e Toronto è stretta per 13 vetture. In uscita dai box Malukas ostacola Dixon che è già invece nel suo giro lanciato. Scott deve alzare il piede e nel giro successivo si rilancia rientrando nei top6 in quinta posizione, David invece si vede privato dei due migliori giri per impending.

Intanto i tempi vanno giù, RVK balza al secondo posto, Kirkwood si migliora e stampa un 1’00.6453″. Manca ormai un minuto alla fine e ci si aspetta lo sprint finale. E invece in pit lane arriva a sorpresa la pioggia, talmente a sorpresa che non c’era nemmeno sul radar.

Praticamente tutti i team sono sorpresi e nessuno riesce più a migliorarsi. Kirkwood avanza battendo di oltre mezzo secondo VeeKay, Lundgaard, Power, Dixon e McLaughlin che elimina di 0.067″ Castroneves. Fuori a sorpresa il dominatore del campionato Palou, costretto ad una partenza dall’ottava fila.

La pioggia più intensa del weekend ferma le operazioni per una decina di minuti prima della ripresa delle attività, ovviamente con tutti i piloti su gomme wet. E questo diventa un gruppo interessante perché difficilmente la pista tornerà asciutta e sei di questi 14 piloti avranno un turno in più di acclimatamento col bagnato.

Il primo tempo è di Colton Herta in 1’20.1434″, dunque ben 20″ più lento del gruppo 1, ma ovviamente i crono scendono subito, infatti Rossi gira pochi secondi più tardi in 1’19.4″. Il primo di una lunga serie di testacoda è di Canapino all’ultima curva, ma non ostacola nessuno almeno apparentemente. A chiudere il giro dei piloti è Armstrong che balza al secondo posto, unico altro pilota sotto l’1’20”.

Al giro successivo i tempi crollano ulteriormente: Rossi scende a 1’17.1 davanti ad un sorprendente Rahal, Ericsson, Armstrong, Ferrucci ed Herta, quest’ultimo malgrado un lungo sempre all’ultima curva. Nella via di fuga senza danni in fondo al rettilineo opposto anche Grosjean ed il debuttante Blomqvist che sostituisce qui l’infortunato Pagenaud.

I tempi scendono ancora al terzo giro e Rossi si migliora in 16.7″ precedendo Ericsson, poi però arriva Rosenqvist che con un 1’15.5191″ stampa un giro sensazionale, 1.2″ migliore di quello di Newgarden. Il primo errore grave è di Rahal che perde la vettura in accelerazione, sfiora il muro esterno con il retrotreno e poi tocca leggermente quello interno con il muso senza troppi danni.

Lo show pochi secondi più tardi è invece di Grosjean che finisce in testacoda giusto sulla linea del cronometraggio all’uscita dell’ultima curva firmando però il miglior tempo in 1’14.7851″. Finiscono invece le qualifiche di Alexander Rossi, fermo nella via di fuga di curva2 a causa di un problema elettrico che ha mandato ko la sua McLaren.

Mancano 2′ alla fine e la maggior parte dei piloti lascia respirare le gomme prima dell’ultimo rush. Non Rosenqvist che torna al comando in 1’14.4562″. Il secondo errore di Rahal, invece, è fatale e Graham torna ai box con la posteriore sinistra leggermente storta.

L’ultimo minuto, come da pronostico, è frenetico. Blomqvist stupisce tutti balzando nella top6 malgrado abbia toccato e spostato le pile di gomme all’ultima curva, lo imita Herta che risale anche lui fra i virtualmente qualificati. Rosenqvist viene avvicinato dal compagno di squadra O’Ward al terzo posto con Grosjean ancora in mezzo a loro. Ericsson si porta al primo posto con un 14.0″.

Gli ultimi secondi vedono però il recupero di Newgarden che bumpa Herta e la prima posizione di Grosjean che con un 1’14.0454″ precede Ericsson di soli 0.0477″. Avanzano anche Newgarden, Rosenqvist, O’Ward e Armstrong con Marcus che da ultimo della fila finisce lungo nelle gomme senza danni alla curva finale, ma non ostacolando nessuno tiene il suo tempo.

Fast 12

Dopo una lunga pausa in cui vengono rivisti tutti i testacoda e tutte le bandiere gialle del turno precedente, i risultati vengono ufficializzati e quindi si può procedere alla Fast 12 su una pista ancora bagnata. Anzi, sembra quasi che possa uscire il sole e quindi tutti tengono d’occhio il possibile crossover con le gomme slick.

Il primo a scendere in pista è Lundgaard ed il suo 18.1″ sembra ancora troppo alto. Ovviamente chi effettua l’ultimo giro è favorito dalla traccia più asciutta lasciata dagli altri piloti e a sfruttare questa strategia è O’Ward che balza al comando in 1’16.4471″ davanti al compagno di squadra Rosenqvist.

Il miglioramento è continuo e Lundgaard pochi secondi più tardi da primo della fila torna davanti in 15.4″, ma i tempi continuano a crollare e alla fine del secondo giro Rosenqvist è davanti a tutti addirittura in 1’13.1527″. Armstrong e Newgarden vanno subito ai box, ma non hanno il coraggio di mettere le slick.

Il live timing dopo il terzo giro (Felix ancora primo, ma stavolta in 1’12.8617″) segna invece le gomme da asciutto per Kirkwood ma forse è solo un errore informatico. A metà sessione la coppia McLaren precede Ericsson, Dixon, Grosjean ed Armstrong.

Pochi miglioramenti nella fase centrale della sessione, i piloti cercano di valutare il da farsi e così, come in precedenza, Penske arriva con calma e McLaughlin risale al sesto posto davanti a Power. Dixon non migliora al quarto giro. Power sì ma è settimo e poi box

Lo sprint finale inizia al quinto giro con Dixon che balza al terzo posto, ma Rosenqvist è scatenato e 2′ dalla fine con il suo 1’11.9467″ è addirittura sei decimi davanti a Grosjean e 1.1″ davanti ad O’Ward. Kirkwood, effettivamente sulle wet, sale al quarto posto bumpando Newgarden che si era messo davanti ai compagni di squadra.

Ma i tempi migliorano ancora. Power a 1’30” alla fine risale al secondo posto, poi battuto da Ericsson. A 1’15” dalla fine O’Ward è quinto e forse dal muretto capiscono che bisogna fare qualcosa. come Lundgaard che è 11°, sulla #5 optano per un nuovo set di wet. Il giro di lancio è al limite e Pato inizia per ultimo il giro finale con una decina di secondi sul cronometro.

L’ultimo giro è ovviamente frenetico. Dixon risale al quarto posto, McLaughlin bumpa O’Ward, Rosenqvist si migliora in 1’11.7609″, Power torna nella top6, poi arrivano gli ultimi due piloti, prima Lundgaard che firma un 1’11.6498″ e poi O’Ward che a tempo scaduto balza al comando (1’11.3448″) staccando tutti di almeno tre decimi ed eliminando Dixon. Avanzano dunque O’Ward, Lundgaard, Rosenqvist, McLaughlin, Ericsson e Power, alla prima Fast6 del 2023.

Fast 6

Dopo gli accertamenti sulle vetture di Lundgaard ed Ericsson per due toccatine nei giri finali, la lotta per la pole può avere inizio. Dai box escono cinque vetture sulle wet e, a tentare il colpaccio, una sulle gomme slick morbide. A dare una svolta strategica è ancora O’Ward e quindi gli occhi sono tutti su di lui.

Gli intermedi nel primo giro lanciato non sembrano essere dei migliori per Pato, ma con il passare dei metri il suo passo migliora al punto che Power, McLaughlin ed Ericsson tornano subito ai box a cambiare gomme.

Dopo il primo giro cronometrato O’Ward è in pole provvisoria in 1’10.9392″ precedendo di appena 0.0163″ il teammate Rosenqvist, a 1.8″ invece Lungdaard. Le slick sono le gomme del momento.

ll vantaggio tattico è passato nelle mani di Pato che con gomme più calde può stampare giri veloci e gli altri ad inseguire. Dopo il secondo passaggio O’Ward è sceso addirittura a 1’07.9″ dando agli avversari appena passati alle slick distacchi abnormi: 2.2″ ad Ericsson, 3.0″ a Rosenqvist, 4.0″ a Power, 4.7″ a Lundgaard. McLaughlin invece è in difficoltà e al tentativo successivo finisce in testacoda all’ultima curva ostacolando Rosenqvist ed Ericsson perdendo così i due migliori giri registrati fino a quel momento.

I tempi scendono ancora al terzo giro, ma gli avversari si avvicinano alla #5: O’Ward gira in 1’06.8″, ma stavolta Power è a 1.0″, Rosenqvist a 1.6″, Lundgaard a 1.8″ ed Ericsson a 1.9″.

1′ alla fine quando i piloti completano il loro quarto giro ed O’Ward esaurisce il suo bonus, scende a 1’05.”, ma sullo stesso secondo ci sono Lundgaard, Rosenqvist, Ericsson e Power; McLaughlin, finito in più in là nella fila dopo il testacoda, ne approfitta e passa lui in pole provvisoria per appena 0.070″.

L’ultimo giro a tempo scaduto è il gioco della cavallina. Power balza al comando addirittura in 1’05.0″, ma viene passato in sequenza da Rosenqvist, Ericsson (1’04.9″), McLaughlin (1’04.4″), poi Lundgaard travolge tutti e il suo 1’04.1567″ è superlativo. O’Ward avrebbe l’ultima voce in capitolo, ma il suo vantaggio iniziale delle slick si è trasformato probabilmente in un boomerang ed ora ha un giro in più sulle morbide e si deve accontentare del terzo posto.

Christian Lungaard conquista dunque la seconda pole in carriera battendo McLaughlin e O’Ward di ben tre decimi, Ericsson e Rosenqvist di sette e Power di nove.

La griglia di partenza per la gara di Toronto di domani sera alle 19:30


Immagine: Media IndyCar

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)