Indycar | Texas 300 2021: Dixon dall’inizio alla fine

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Gardenal
2 Maggio 2021 - 04:02
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206 giri al comando su 212 per Dixon, che tocca quota 51 vittorie in carriera

Come l’anno scorso, il Texas Motor Speedway è stato il palcosenico per una prova di forza assoluta da parte di Scott Dixon. Il campione in carica della NTT IndyCar Series, partito dalla terza posizione, dopo appena due giri si è portato al comando della gara e non l’ha più mollato, se non durante il secondo giro di pit stop avvenuto in regime di bandiera verde.

Per Dixon si tratta della quinta vittoria in Texas, un record assoluto, nonché della 51esima in carriera, un risultato che lo porta ad una sola lunghezza dalla seconda posizione nella classifica dei piloti più vincenti di tutti i tempi, ora occupata da Mario Andretti. Con il successo di oggi, Dixon porta inoltre a quota 19 il numero totale di stagioni nelle quali è riuscito a conquistare almeno una vittoria, 17 delle quali consecutive.

Per la Nuova Zelanda è festa doppia perché alle spalle di Dixon si è piazzato il suo connazionale Scott McLaughlin, incredibilmente secondo nella sua gara d’esordio su un ovale nella NTT IndyCar Series.

In una gara dove i sorpassi sono stati resi particolarmente ostici dalla resina PJ1 depositata nella zona esterna delle curve, la strategia è stata fondamentale. Decisive in tal senso sono stati i primi due giri di soste: durante il primo è arrivata la caution a causa del botto di Sebastien Bourdais, spedito a muro da Josef Newgarden, che ha spedito in fondo al giro del leader tutti coloro che avevano anticipato la sosta; tra di essi c’erano Power, Rahal e Sato. Il secondo giro di soste si è invece svolto interamente in regime di bandiera verde e quindi chi ha deciso di anticipare il pit stop ha potuto recuperare parecchio terreno grazie alle gomme nuove.

McLaughlin ha azzeccato alla perfezione entrambe le chiamate strategiche: con il primo giro di soste è risalito dal quindicesimo al quinto posto, per poi guadagnare altre due posizioni durante la seconda tornata di pit stop. La piazza d’onore è poi arrivata durante l’ultimo giro di rifornimenti quando Felix Rosenqvist, secondo fino a quel momento, ha perso una decina di posizioni a causa di una sosta lenta. Lo svedese è poi stato ulteriormente rallentato dalla necessità di passare sull’erba per evitare la macchina di Ericsson, ripartito dai box con la ruota posteriore destra non avvitata, ma in realtà la gara del pilota McLaren era già stata compromessa dai problemi durante il pit stop.

All’ultima ripartenza McLaughlin si è così ritrovato in seconda posizione a stretto contatto con Dixon, con quest’ultimo che però è rimasto in controllo totale della situazione fino alla bandiera a scacchi.

Completa il podio (virtuale, visto che in Texas viene premiato solo il vincitore) Pato O’Ward, che ha corso un rischio anticipando molto la seconda sosta per provare a recuperare posizioni. L’azzardo da parte sua ha pagato, con questa scelta il messicano è risalito dal tredicesimo al quinto posto, che è poi diventato il terzo durante l’ultima fase di pit stop.

Quarto posto per l’ex leader del campionato, Alex Palou, che ha perso la prima posizione in gara dopo meno di un minuto dal via ma che ha comunque portato a casa un ottimo risultato che gli permetterà di partire dalla prima fila nella seconda gara del weekend. Per il pilota spagnolo si tratta inoltre del miglior piazzamento in carriera in una gara su ovale.

Ottimo quinto posto per Graham Rahal, uno dei pochissimi piloti in grado di regalare qualche sorpasso su una pista nella quale la traiettoria in curva era praticamente obbligata. Il vincitore della gara del Texas del 2016 ha costruito la propria posizione in pista, rimontando dal nono al quinto posto dopo l’ultima ripartenza di giornata.

Sul traguardo Rahal ha preceduto Newgarden, sesto e principale causa del botto di Sebastien Bourdais: il francese era stato costretto ad alzare il piede in Curva 1-2 durante una fase di doppiaggio, il pilota del Team Penske non ha reagito in tempo e ha toccato Bourdais nel retrotreno, spedendolo contro il muro. Per questo motivo, Newgarden è stato spedito in fondo al gruppo dalla direzione gara al termine della prima neutralizzazione.

Il pilota nativo del Tennessee è comunque riuscito a ricostruire la sua gara grazie alla scelta di anticipare la seconda sosta e ad un’ultima ripartenza molto aggressiva, che gli ha permesso di guadagnare un paio di posizioni.

Settimo posto per Jack Harvey davanti ad Alexander Rossi, entrambi penalizzati dalla decisione di ritardare la seconda sosta; nono posto per Takuma Sato davanti a Simon Pagenaud e a Tony Kanaan, che nella prima fase di gara ha mostrato chiaramente quanto fosse difficile superare gli altri pur disponendo di una vettura molto più veloce.

Buono il dodicesimo posto di Ed Jones che ha preceduto Felix Rosenqvist (danneggiato pesantemente, come detto, da un’ultima sosta molto lenta) e Will Power, al quale è andato tutto storto dal punto di vista della tattica di gara: al primo pit stop è stato uno dei primi a fermarsi, perdendo però un sacco di posizioni nel momento in cui è arrivata la caution, mentre al secondo è stato uno degli ultimi a rimanere in pista nella speranza di poter sfruttare una neutralizzazione che non è mai arrivata.

Tra i ritirati, oltre a Bourdais, figurano anche Hinchcliffe e Herta: il primo è finito a muro subito dopo essere stato doppiato da Rosenqvist, provocando la seconda e ultima caution di giornata, mentre il secondo si è fermato a 20 giri dalla fine con il freno posteriore destro in fiamme.

L’appuntamento con la seconda parte del weekend texano della NTT IndyCar Series è per domenica sera alle ore 23:15. Forte della vittoria odierna, Dixon ha conquistato la leadership in campionato e, in virtù dell’annullamento delle qualifiche, anche la pole position per la gara di domani.

Immagine di copertina da IndyCar Media/Joe Skibinski

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