Indycar | Texas 300 2020: La cronaca e le classifiche

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
7 Giugno 2020 - 14:47
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Ecco il racconto della Genesys 300, prima prova del campionato 2020 della NTT IndyCar Series che si è disputata al Texas Motor Speedway di Fort Worth e che ha visto il trionfo di Scott Dixon.

La cronaca

La Genesys 300 dal Texas Motor Speedway inizia col botto ancor prima della bandiera verde: mentre le macchine sono allineate in corsia box prima dell’inizio dei giri di ricognizione, le macchine di Rossi, Hunter-Reay e Rahal devono essere sottoposte a delle riparazioni d’emergenza. Tutti e tre riusciranno a partire, ma verranno penalizzati per aver apportato delle modifiche non autorizzate alla macchina prima dell’inizio della gara. Peggio ancora va a Sato, la cui macchina non ha potuto essere riparata dopo l’incidente in qualifica.

Alla bandiera verde i piloti di testa mantengono le rispettive posizioni con Newgarden al primo posto davanti a Dixon, Pagenaud, Veach, Rosenqvist, Power, Kimball, Kanaan, Andretti e Carpenter. Nei primi giri l’unico cambiamento di rilievo in classifica è rappresentato dal sorpasso di Kimball su Power per la sesta posizione.

Verso il 20° giro Newgarden arriva alle spalle di Jack Harvey, il primo doppiato della gara, ma non appena gli si mette in scia la sua macchina inizia a perdere di competitività e nel frattempo inizia a soffrire di una vibrazione alla ruota posteriore destra. I primi tre, che nei giri iniziali avevano allungato sugli altri, vengono riavvicinati da Veach e Rosenqvist.

La situazione si sblocca al 32° giro, quando Dixon rompe gli indugi, passa Newgarden e si porta al comando della gara; un giro dopo il campione in carica si ferma ai box per la sua prima sosta e al 35° rientra in pit lane la maggior parte degli altri piloti; tra i leader resta fuori solo Veach, che si ferma al passaggio successivo.

Al 38° giro arriva la prima caution di giornata: Rinus VeeKay percorre le Curve 1-2 con una linea troppo esterna e all’imbocco del Backstretch perde il controllo della sua monoposto finendo in testacoda; la macchina, ormai senza controllo, invade la corsia di accelerazione all’uscita dei box e colpisce in pieno l’incolpevole Palou. Entrambi i piloti sono costretti al ritiro.

Si riparte al 47° giro con Dixon ancora al comando davanti a Newgarden, Pagenaud, Rosenqvist e Veach; alla bandiera verde quest’ultimo prova ad attaccare lo svedese, ma è costretto ad alzare il piede dall’acceleratore e viene sfilato anche da Will Power.

Il ritmo di Dixon è insostenibile per tutti gli altri: il suo vantaggio su Newgarden dopo 5 giri dalla green flag è di 2.5 secondi, ma col passare dei giri cresce fino ad arrivare a 6 secondi al 70° giro. Nello stesso frangente anche Pagenaud inizia a soffrire di alcune vibrazioni sulla sua monoposto e, mentre si allontana da Newgarden, viene raggiunto da Rosenqvist che al 75° giro lo supera guadagnando la terza posizione.

Due giri dopo, al 77°, viene chiamata la seconda caution a causa della presenza di detriti in pista. La neutralizzazione nel momento in cui i piloti sono obbligati da regolamento a fermarsi per la seconda sosta, pertanto al giro 80, quando viene aperta la pit lane, tutti rientrano ai box.

Newgarden è il primo ad uscire dalla pit lane, mentre Dixon riparte al terzo posto, alle spalle di Rosenqvist, a causa di un problema col fissaggio della ruota posteriore destra. Peggio va a Power, che prova a ripartire dai box con una ruota fissata male; la sua crew riesce a bloccarlo in tempo, ma l’australiano riparte in fondo al gruppo dei piloti a pieni giri.

Si riparte all’87° giro con Newgarden in testa davanti a Rosenqvist e Dixon, ma i due piloti di Ganassi si scambiano le posizioni già alla prima curva. Pagenaud è quarto davanti a Veach, Kimball, Carpenter, Andretti, Herta e Daly.

La leadership di Newgarden ha vita breve: all’inizio del 91° giro Dixon lo affianca di fronte al rettilineo dei box e all’entrata di curva 1 lo sfila passando all’esterno e guadagnando la prima posizione.

Il terzo stint di gara è una ripetizione del secondo: Dixon viaggia ad un ritmo insostenibile per tutti, Newgarden arranca e perde terreno. Al giro 118 Rosenqvist sale in seconda posizione scavalcando Newgarden, ma nel frattempo il suo ritardo nei confronti del compagno di squadra è salito a 10 secondi.

Il campione in carica arranca e viene superato anche da Pagenaud prima di fermarsi ai box al termine del giro 120; al passaggio successivo si fermano tutti gli altri piloti di testa, compresi i due piloti del team Ganassi e la #22 di Pagenaud.

Dopo la terza tornata di pit stop Dixon è ancora saldamente al comando, ma stavolta non ha l’opportunità di spingere perché davanti a sé si trova alcuni doppiati e anche lui, nonostante la superiorità della sua monoposto, fatica ad effettuare sorpassi su questa pista. Alle sue spalle Rosenqvist e Pagenaud mantengono la seconda e la terza posizione, mentre Newgarden perde un paio di posizioni tra il 127° e il 128° giro a vantaggio di Kimball, ottimo quarto, e di Veach.

Per l’intero stint di gara Dixon rimane dietro a Power, in procinto di essere doppiato, ma il solo che riesce ad approfittare della situazione è Rosenqvist, che pian piano riporta il suo ritardo dal compagno di squadra attorno ai due secondi. Pagenaud, terzo, mantiene circa mezzo giro di svantaggio ed è tallonato da Kimball e Veach.

Il quarto giro di soste inizia al giro 152, e ancora una volta è Newgarden il primo a fermarsi ai box; un giro dopo di lui si ferma Daly, che prima della sosta lo tallonava in settima posizione, dopo un’altra tornata si ferma Veach e infine, al giro 156, si fermano Dixon, Rosenqvist, Pagenaud e Kimball.

Al termine delle soste Dixon e Rosenqvist mantengono le prime due posizioni, ma alle loro spalle si è riportato Newgarden davanti a Veach, Carpenter, Daly, Pagenaud e Kimball, con questi ultimi due che hanno pagato il ritardo nel rientro ai box perdendo quattro posizioni a testa. La musica, tuttavia, non cambia: i primi due mantengono oltre 10 secondi di vantaggio nei confronti degli altri, anche se il loro ritmo continua ad essere fortemente condizionato dai doppiati.

L’ultimo giro di soste inizia al giro 181, e ancora una volta il primo a fermarsi è Newgarden. Un giro dopo rientra Pagenaud, due giri dopo è la volta di Veach, mentre Rosenqvist si ferma al giro 186; Dixon aspetta altri tre passaggi e quando torna in pista è davanti non solo a Rosenqvist, ma anche ad un consistente numero di doppiati che lo separano dal compagno di squadra.

Nel frattempo Pagenaud è in rimonta e, dopo aver recuperato le posizioni su Veach, Carpenter e Daly grazie alla sosta anticipata, supera anche Newgarden portandosi al terzo posto.

Mentre tutto sembra pronto per celebrare la seconda doppietta Dixon/Rosenqvist dopo quella di Mid-Ohio 2019, il pilota svedese finisce a muro nel tentativo di doppiare Hinchcliffe all’esterno di Curva 1-2. È il 191° giro sui 200 in programma.

All’inizio del giro 198, con tre ancora da percorrere, viene esposta nuovamente la bandiera verde: per stringere i tempi e permettere di vedere ancora un po’ di azione in pista, la direzione gara decide di non imporre ai piloti doppiati di farsi da parte per ricompattare quelli che si trovano a pieni giri.

Dixon può così gestire in tranquillità la propria prima posizione, visto che tra sé e i suoi inseguitori si trova un buon numero di doppiati; a metà dell’ultimo giro, proprio mentre Dixon sta per tagliare il traguardo, Kimball finisce largo all’uscita di Curva 2 e va a sbattere contro le barriere interne poste lungo il Backstretch.

L’incidente di Kimball non ha però conseguenze sulle prime posizioni: Dixon vince con oltre 4 secondi di vantaggio su Pagenaud e 5 su Newgarden; seguono Veach, Carpenter, Daly, Herta, Hunter-Reay, Askew (miglior rookie) e Kanaan.

Le classifiche

Immagine di copertina da Indycar Media/Chris Owens

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