Indycar | St.Petersburg 2020 | Anteprima

di Andrea Gardenal
Pubblicato il 22 Ottobre 2020 - 09:18
Tempo di lettura: 7 minuti
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Indycar | St.Petersburg 2020 | Anteprima

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In un clima di grande incertezza internazionale per via della pandemia del nuovo Coronavirus, la Indycar Series è pronta a riaprire i battenti per la sua stagione 2020.

È stato un inverno ricco di novità, la più importante delle quali è sicuramente il passaggio di proprietà della categoria e dell’Indianapolis Motor Speedway dalle mani della famiglia Hulman/George a quelle di Roger Penske. Dopo 75 anni gli eredi di Toni Hulman hanno venduto l’impianto di Indianapolis e tutte le attività ad esso collegate (Indycar Series compresa) all’uomo che, nel mondo del motorspot americano, più di ogni altro ha saputo trasformare in oro tutto ciò che ha toccato negli ultimi anni.

Per il momento la mano di Penske si è vista soprattutto sull’Indianapolis Motor Speedway, dove è in programma un vasto piano di lavori infrastrutturali da completarsi prima del GP di Indianapolis del 9 maggio; per la Indycar Series sarà necessario aspettare ancora un po’ di tempo prima di vedere dei cambiamenti significativi.

Sul fronte del regolamento tecnico due sono le novità importanti: la prima è l’esordio in gara dell’aeroscreen, il nuovo dispositivo di sicurezza studiato in collaborazione con la Red Bull. I test di sviluppo dei mesi scorsi e quelli collettivi di Austin, dove per la prima volta sono stati usati da tutti i piloti iscritti full-time, hanno evidenziato qualche piccola criticità, soprattutto per quanto riguarda la circolazione dell’aria nell’abitacolo; ciononostante i pareri dei piloti sono stati perlopiù positivi e gli inevitabili inconvenienti verranno risolti nelle prossime settimane.

L’altro cambiamento dal punto di vista tecnico riguarda il ritorno delle penalità in griglia per chi si trova costretto a sostituire il motore prima che raggiunga il chilometraggio previsto: era dal 2013 che l’Indycar Series non adottava questo tipo di penalizzazioni.

Senza entrare eccessivamente nei tecnicismi, ogni sostituzione non autorizzata del motore porterà ad una penalità in griglia nella gara successiva, che sarà di 9 posizioni se la suddetta si disputerà su un circuito ovale, sarà di 6 se sarà su uno stradale o un cittadino. Eventuali penalità in griglia da scontare in occasione della 500 Miglia di Indianapolis verranno applicate all’evento successivo.

La stagione Indycar 2020 vedrà ai nastri di partenza ben 24 macchine full-time, un numero che non si vedeva da quasi 10 anni, ma già a St.Petersburg questo numero verrà sforato dato che saranno ben 26 i piloti a scendere in pista.

Rispetto allo scorso anno, le entries aggiuntive sono la terza del team Ganassi, guidata da Marcus Ericsson, e quella del team Meyer-Shank Racing, che ha “elevato” il proprio status da team part-time a full-time; come nelle due stagioni scorse, il pilota scelto da quest’ultima squadra sarà Jack Harvey.

Anche per quanto riguarda le altre squadre il mercato piloti è stato molto frizzante e, per certi aspetti, non è ancora stato completato. Penske ha confermato il campione in carica Josef Newgarden e i suoi due compagni di squadra; lo stesso hanno fatto i team Rahal/Letterman (con Rahal e Sato), Ganassi (con Dixon e Rosenqvist, ai quali come detto in precedenza si affiancherà Ericsson) e Andretti (con Veach, Rossi, Hunter-Reay e Marco Andretti).

Proprio il team di Michael Andretti quest’anno conterà cinque macchine grazie all’acquisizione del team Harding-Steinbrenner Racing: la monoposto #88, che sarà ancora guidata da Colton Herta, verrà infatti schierata dall’Andretti-Harding-Steinbrenner Autosport.

Per contro, la rivoluzione più grande l’ha vissuta l’ex-team Schmidt-Peterson Motorsports, che con l’arrivo della McLaren ha cambiato nome in “Arrow-McLaren SP”.

Rispetto allo scorso anno sono cambiati sia il motore (Honda lo scorso anno, Chevy ora) che i piloti: James Hinchcliffe e Marcus Ericsson sono stati sostituiti dai vincitori degli ultimi due campionati Indy Lights, Pato O’Ward e Oliver Askew. Ericsson, come detto, è stato ingaggiato da Ganassi per guidare la #8, mentre Hinchcliffe si dovrà accontentare di un programma parziale sulla #29 del team Andretti che per il momento prevede tre gare; in parallelo, il canadese sarà commentatore tecnico per la NBC in alcune delle gare Indycar, Nascar e IMSA che trasmetterà.

Cambiamenti importanti sono arrivati anche in casa Foyt: Matheus Leist è stato sostituito a tempo pieno da Charlie Kimball, mentre Tony Kanaan si appresta ad affrontare la sua ultima stagione da pilota Indycar con un programma parziale, che prevede solamente le cinque gare su ovale; nelle rimanenti 12 gare sulla monoposto #14 si alterneranno Sebastien Bourdais (che correrà a St.Petersburg) e il rookie Dalton Kellett proveniente dalla Indy Lights.

Situazione simile per il team di Ed Carpenter, dove rispetto allo scorso anno l’unica costante è la presenza del pilota/team owner al volante della #20 nelle gare sugli ovali; il collega con cui condividerà quella macchina sarà Conor Daly, mentre sulla #21 farà il suo esordio l’olandese Rinus VeeKay, anch’egli proveniente dalla Indy Lights. Fuori sia Ed Jones, passato al DTM, che Spencer Pigot, che disputerà 2 gare col team Rahal/Letterman.

A proposito di Daly, il pilota dell’Indiana avrà modo di disputare l’intera stagione grazie all’accordo raggiunto con Carlin: Conor sostituirà infatti Max Chilton al volante della #59 in quattro gare, ovvero tutti gli ovali ad eccezione della Indy 500; in quest’occasione, Daly guiderà la terza macchina del team di Carpenter. Il pilota della seconda macchina della Carlin, la #31, non è ancora stato definito con chiarezza: per il momento si sa solamente che a St.Petersburg quella macchina sarà guidata da Felipe Nasr.

L’ultimo team full-time è quello di Dale Coyne, che quest’anno può contare con ben due partnership tecniche con altrettante squadre: la monoposto #18 sarà nuovamente schierata in collaborazione col Vasser-Sullivan Racing e sarà guidata da Santino Ferrucci, che sostituisce Sebastien Bourdais; la seconda macchina, che userà il #55, sarà portata in pista dal rookie Alex Palou, in arrivo dalla Super Formula giapponese; proprio dalla terra del Sol Levante proviene il Team Goh, la squadra partner di Coyne nella preparazione della #55.

A questa carrellata di squadre full-time vanno poi aggiunti quelle che correranno part-time. Gara dopo gara verranno presentate in queste anteprime, ma per il momento se ne possono citare già due: a St.Petersburg ci saranno infatti sia il team Dragonspeed con Ben Hanley, sia il team Dreyer&Reinbold con Sage Karam; il numero totale di iscritti a questa gara è così di 26 piloti.

Questo lo schema riassuntivo degli iscritti al campionato Indycar 2020

Il calendario approvato per il 2020 vede un’unica novità sostanziale, ovvero la sostituzione del superspeedway di Pocono con lo short track di Richmond, che tornerà ad ospitare una gara Indycar a 11 anni di distanza dall’ultima. L’appuntamento in Virginia si disputerà in notturna a fine giugno, una settimana dopo il GP di Road America.

Tutte le altre modifiche sono minimali: i GP dell’Alabama, di Long Beach e di Austin si sono scambiati di posto tra loro ma continueranno ad occupare il secondo, il terzo e il quarto posto in calendario, mentre la 200 Miglia di Mid-Ohio è stata posticipata di 3 settimane per permettere alla NBC di trasmettere regolarmente le Olimpiadi di Tokyo. L’edizione numero 104 della 500 Miglia di Indianapolis è in programma per il 24 maggio.

La diffusione del Nuovo Coronavirus potrebbe tuttavia portare a delle modifiche nei calendari ed è probabile che i primi eventi dell’anno possano essere posticipati a fine stagione o addirittura cancellati.

Questo è, sulla carta, il calendario Indycar 2020

Come lo scorso anno, il title sponsor del campionato sarà la NTT Data, i cui loghi appariranno anche sulla monoposto #10 del team Chip Ganassi Racing guidata da Felix Rosenqvist.

Permane la stabilità anche dal punto di vista televisivo: questo è infatti il secondo dei tre anni di validità del contratto che dà all’emittente NBC il diritto di trasmettere in esclusiva sul suolo statunitense le immagini del campionato Indycar. Per quanto riguarda l’Italia, il campionato sarà trasmesso in esclusiva su DAZN.

2020 Firestone Grand Prix of St.Petersburg
Round 01/17
13-14-15 Marzo 2020

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Cittadino
Lunghezza del circuito
: 1,8 mi (2,897 km)
Giri da percorrere: 110
Distanza totale: 198,0 mi (318,650 km)
Numero di curve: 14 (9 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Primo Gran Premio: 2003
Sanctioning body: CART: 2003; IRL 2005-2010; INDYCAR 2011-2020

RECORD

Miglior giro: 1:00.0476 – Jordan King – Ed Carpenter Racing – 2018
Distanza: 2h04:18.2588 – Josef Newgarden – Team Penske – 2019 (su 110 giri)
Vittorie pilota: 3 – Helio Castroneves
Vittorie team: 9 – Team Penske
Pole pilota: 8 – Will Power
Pole team: 9 – Team Penske
Podi pilota: 6 – Helio Castroneves, Tony Kanaan
Podi team: 18 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 13 Marzo
10:45-11:30 (15:45-16:30) Prove Libere 1
15:00-15:45 (20:00-20:45) Prove Libere 2

Sabato 14 Marzo
10:45-11:30 (15:45-16:30) Prove Libere 3
14:40-15:55 (19:40-20:55) Qualifiche

Domenica 15 Marzo
10:25-10:55 (15:25-15:55) Warm-Up
15:20 (20:20) Gara – Diretta su DAZN a partire dalle 20:20

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar

Immagine di copertina da https://www.instagram.com/indycar/

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