Indycar | St.Petersburg 2018 | Anteprima

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
7 Marzo 2018 - 12:00
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Per l’ottavo anno consecutivo la stagione della Indycar Series prenderà il via sul circuito cittadino di St.Petersburg, in Florida, costruito sfruttando in parte una delle piste dell’aeroporto Albert Whitted e in parte le strade della città. Sarà una stagione estremamente interessante con tantissimi spunti di interesse, sia a livello tecnico che umano.

Dal punto di vista tecnico la novità più importante è, ovviamente, l’adozione del nuovo pacchetto aerodinamico “universale” che pone fine alla guerra degli aerokit tra Honda e Chevy, con quest’ultima che si è aggiudicata 34 delle 49 gare disputate facendo filotto in termini di campionati vinti. Nei prossimi tre anni tutte le monoposto saranno equipaggiate con la medesima configurazione aerodinamica sviluppata dalla Dallara: le macchine risulteranno molto più pulite in virtù dell’enorme semplificazione apportata in tutte le aree della macchina; ciò che balza immediatamente all’occhio è l’assenza dei rear bumper, i “paraurti” posteriori introdotti nella prima versione della DW12 e mantenuti fino all’anno scorso, e la rimozione della presa d’aria sopra alla testa del pilota.

Il comportamento generale delle monoposto cambierà notevolmente: tolti i rear bumper (il cui peso era di circa 15 kg), la distribuzione dei pesi della monoposto è stata spostata verso l’avantreno, elemento che da un lato contribuirà a rendere le monoposto più nervose e difficili da governare in accelerazione, dall’altro permetterà una maggiore reattività in curva.

Anche le variazioni in termini di carico generato sono estremamente significative: se l’anno scorso le parti superiore e inferiore della monoposto contribuivano in egual misura alla produzione di downforce (su stradali e cittadini), da quest’anno il fondo produrrà all’incirca il doppio del carico rispetto alle ali e alla rimanente superficie della monoposto; sui superspeedway la differenza sarà ancora più drastica, dato che quasi il 90% del carico totale sarà generato sotto la monoposto; a tutto questo si accompagna una riduzione globale della downforce. Nelle intenzioni della Indycar, queste modifiche permetteranno da un lato di avere monoposto meno “incollate” al terreno e dall’altro di ridurre la sensibilità alle turbolenze a vantaggio della competitività e dello spettacolo.

Un’altra novità, meno visibile ma non per questo meno importante, riguarda gli impianti frenanti, che da quest’anno saranno costruiti interamente dalla Performance Friction Corporation (PFC); al contrario, lo scorso anno la PFC forniva solamente dischi e pastiglie, mentre le pinze erano prodotte dalla Brembo. I test effettuati nelle scorse settimane hanno evidenziato un ottimo comportamento da parte dei nuovi impianti, i quali sembrano mantenere un comportamento molto più omogeneo alle diverse temperature rispetto a quelli dello scorso anno.

Per quanto riguarda i piloti il 2018 dovrà essere la stagione della conferma per Josef Newgarden, campione Indycar in carica, chiamato a riconfermare le ottime prestazioni messe in mostra lo scorso anno, in particolare nella seconda metà di stagione. Accanto al pilota del Tennessee ce ne saranno molti altri che andranno in cerca di rivincita: tra i favoriti nella lotta per il titolo non possono mancare i suoi due compagni di squadra, Will Power e Simon Pagenaud, col primo avrà la necessità di evitare i colpi di sfortuna che l’hanno colpito nelle prime gare dello scorso anno e col secondo che spera di ritrovare la velocità mostrata nel 2016 e persa per lunghi tratti del 2017.

Tra i protagonisti della serie ci sarà anche Scott Dixon, che l’anno scorso ha indiscutibilmente tirato fuori il massimo dal pacchetto messo a disposizione dalla Honda, certamente non all’altezza di quello della Chevrolet. Ora che tutte le macchine avranno la stessa veste aerodinamica, il neozelandese tornerà ad essere un avversario pericoloso per tutti; al suo fianco ci sarà Ed Jones, che l’anno scorso nel suo campionato d’esordio ha ben impressionato correndo per il team di Dale Coyne. Con Jones, Chip Ganassi torna finalmente a scommettere su un giovane dopo che per tanti anni si sono alternati piloti di grande esperienza sulla monoposto #10.

Il 2018 vuole essere la stagione della rivincita anche per il team Andretti, che dopo aver vinto le ultime due edizioni della Indy 500 ha la necessità di tornare a brillare anche nel resto del campionato. L’uomo di punta della squadra sarà Alexander Rossi, protagonista con Marco Andretti di un avvicendamento interno alla squadra: il figlio e nipote d’arte guiderà la #98, co-gestita da Bryan Herta, mentre Rossi si metterà al volante della #27 del team “principale”. Il vincitore della  500 Miglia di Indianapolis del 2016 ha finalmente preso confidenza con la categoria e nella seconda metà dello scorso anno ha compiuto il salto di qualità, aggiudicandosi due podi (a Toronto e a Pocono) e vincendo il Gran Premio di Watkins Glen. Ryan Hunter-Reay e Marco Andretti sono invece in cerca di riscatto dopo alcune stagioni estremamente deludenti; per Zach Veach invece sarà soprattutto una stagione di apprendistato.

Ci sono grandi aspettative sul team Rahal-Letterman, che rispetto all’anno scorso ha raddoppiato gli sforzi affiancando a Graham Rahal il vincitore dell’ultima edizione della Indy 500, Takuma Sato. Entrambi i piloti sono andati molto bene nei test collettivi di Phoenix e non ci dovremo stupire se i due riuscissero ad occupare con costanza le posizioni di vertice.

Col team Rahal si chiude il gruppo dei favoriti della vigilia: tutti gli altri possono invece considerarsi outsider, squadre e piloti che potrebbero brillare in alcune occasioni ma che difficilmente avranno la continuità per inserirsi nella lotta per il bottino “grosso”. Tra questi, vanno menzionati un paio di piloti in particolare: Sebastien Bourdais proverà a tornare ai livelli mostrati ad inizio 2017, prima dell’incidente di Indianapolis che l’ha tenuto fuori per tre mesi; Tony Kanaan, passato al team di AJ Foyt, cercherà invece di conquistare qualche scampolo di gloria nella speranza che i buoni risultati dei test di Phoenix si riflettano anche in gara.

Per la prima volta dopo 6 anni dei nuovi team si affacceranno al mondo della Indycar: dopo aver corso con buoni risultati tre gare lo scorso anno, il team Harding Racing schiererà una monoposto full-time per Gabby Chaves; la Carlin si presenterà invece al via della stagione con due macchine per Charlie Kimball e Max Chilton dopo aver speso tre anni nella Indy Lights per fare apprendistato.

Ci saranno infine altre due squadre esordienti che però prenderanno parte solamente ad alcune gare selezionate: Michael Shank Racing schiererà la monoposto #60 per Jack Harvey, mentre Juncos Racing porterà in pista la #32 su cui si alterneranno Rene Binder (che correrà a St.Petersburg) e Kyle Kaiser. Entrambe le squadre saranno presenti a St.Petersburg, portando a 24 il totale dei piloti iscritti per questa prima gara stagionale.

Ecco il riassunto delle squadre e dei piloti iscritti full-time o part time; sono esclusi tutti coloro che parteciperanno al solo “month of may” di Indianapolis.

Il calendario presenta variazioni minime rispetto a quello dello scorso anno: il Gran Premio di Portland torna in scena dopo 10 anni di assenza sostituendo quello di Watkins Glen, per il quale non è stato trovato un accordo tra gli organizzatori della gara e la Indycar; il Gran Premio di Phoenix torna invece nello slot occupato due anni fa, collocandosi tra le gare di St.Petersburg e Long Beach.

Questo il programma completo della Indycar 2018

A livello televisivo, per il 2018 la Indycar in Italia sarà ancora una volta trasmessa in esclusiva da Sky sui suoi canali.

2018 Firestone Grand Prix of St.Petersburg
Round 01/17
09-10-11 Marzo 2018

INFO CIRCUITO

Tipologia del circuito: Cittadino
Lunghezza del circuito
: 1,8 mi (2,897 km)
Giri da percorrere: 110
Distanza totale: 198,0 mi (318,650 km)
Numero di curve: 14 (9 a destra, 5 a sinistra)
Senso di marcia: orario
Primo Gran Premio: 2003
Sanctioning body: CART: 2003; IRL 2005-2010; INDYCAR 2011-2018

RECORD

Miglior giro: 1:00.2450 – Will Power – Team Penske – 2016
Distanza: 2h04:32.4153 – Sebastien Bourdais – Dale Coyne Racing – 2017 (su 110 giri)
Vittorie pilota: 3 – Helio Castroneves
Vittorie team: 8 – Team Penske
Pole pilota: 7 – Will Power
Pole team: 8 – Team Penske
Podi pilota: 6 – Helio Castroneves, Tony Kanaan
Podi team: 16 – Team Penske

ALBO D’ORO

PROGRAMMA

Venerdì 09 Marzo
11:20-12:05 (17:20-18:05) Prove Libere 1
15:10-15:55 (21:10-21:55) Prove Libere 2

Sabato 10 Marzo
11:10-11:55 (17:10-17:55) Prove Libere 3
14:20-15:35 (20:20-21:35) Qualifiche

Domenica 11 Marzo
08:45-09:15 (13:45-14:15) Warm-Up
12:40 (17:40) Gara – Differita su Sky Sport 3 a partire dalle 23:00

Mappa del circuito dal sito ufficiale Indycar

Immagine di copertina da https://twitter.com/GPSTPETE

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