Indycar | Prova superata per Dallara: a St. Petersburg nessun infortunio tra decolli e incidenti a catena

IndyCar
Tempo di lettura: 6 minuti
di Matteo Pittaccio
8 Marzo 2023 - 17:15
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Il GP di St. Petersburg si è trasformato in un vero e proprio crash-test per Dallara, capace di superare la prova a pieni voti. Andiamo ad analizzare le dinamiche degli incidenti, evidenziando le novità introdotte da Dallare e INDYCAR nel 2023.

Delle ventisette Dallara IR-18 che hanno iniziato il GP di St. Petersburg, prima tappa della INDYCAR 2023, solamente quindici hanno visto la bandiera a scacchi, calata dopo più di due ore di attività in pista. Quella di domenica scorsa, dunque, è stata una prova durissima per le monoposto dell’azienda italiana, messe particolarmente sotto stress dagli incidenti del primo e quarantaduesimo giro, episodi nei quali sono state coinvolti ben undici piloti. Nonostante le notevoli forze d’urto, specialmente nella reazione a catena del primo passaggio, nessun pilota ha riportato grandi infortuni e tutti se la sono cavata decisamente bene. In questa analisi andremo a comprendere come siano nati i due macro-incidenti e perché Dallara – e INDYCAR – hanno ancora una volta dimostrato l’efficacia del lavoro svolto in riferimento alla sicurezza.

L’INGORGO DEL PRIMO GIRO: DA DIXON-ROSENQVIST AL VOLO DI DEFRANCESCO

Sventolata la bandiera verde il gruppo comandato da Romain Grosjean si avvia verso la prima variante. Nel cambio di direzione da destra a sinistra Scott Dixon e Felix Rosenqvist si posizionano l’uno di fianco all’altro, inserendosi contemporaneamente in uno spazio della pista limitato ad una sola monoposto. Ed infatti un contatto tra la posteriore sinistra di Dixon e l’anteriore destra di Rosenqvist spedisce lo svedese di Arrow McLaren contro il muro di curva 3. Rosenqvist danneggia la ruota posteriore sinistra e, decelerando, rallenta il ritmo di tutto il gruppo retrostante.

INDYCAR | St. Petersburg, incidente Dixon e Rosenqvist
Il momento in cui Rosenqvist tocca il muro e Power, rallentando, crea l’ingorgo. Fonte: Indycar

Diminuendo la velocità, Power costringe Lundgaard, Rossi e Armstrong a sollevare per qualche istante il pedale dall’acceleratore ma Malukas non riesce a moderare sufficientemente la velocità, tamponando Newgarden (che soffre una foratura) e venendo a sua volta urtato da Hélio Castroneves. Dopodiché, il quattro volte vincitore della Indy500 è colpito da Santino Ferrucci, scontro dopo il quale la situazione precipita: Castroneves, infatti, si ritrova di traverso, DeFrancesco prova a rallentare ma perde il controllo a causa della collisione con Harvey, che poi prosegue senza particolari danni.

INDYCAR | St. Petersburg: il volo di DeFrancesco
L’incredibile volo di DeFrancesco, colpito all’altezza dell’anteriore sinistra da Benjamin Pedersen. Fonte: Indycar

Subito dopo ecco il coinvolgimento di Sting Ray Robb, che prova in ogni modo ad evitare DeFrancesco scartando a destra, zona della pista in cui intreccia la traiettoria di Simon Pagenaud, schiacciato sulle barriere dal rookie di Dale Coyne. A sinistra, invece, Daly si infila in un corridoio strettissimo e, con la coda dell’occhio, vede Benjamin Pedersen scontrarsi ad alta velocità sulla ruota anteriore sinistra di DeFrancesco, che spicca il volo girandosi dall’altra parte del circuito. La dinamica è spaventosa ma, nonostante tutto, Devlin e tutti gli altri sfortunati protagonisti escono dai rispettivi abitacoli sulle proprie gambe, rimediando “solo” qualche escoriazione.

TORNATA QUARANTADUE: KIRKWOOD DECOLLA SU HARVEY E VEEKAY

Passiamo ora al secondo incidente che ha quasi costretto la direzione gara ad esporre un’altra bandiera rossa. Al giro trentasette Kyle Kirkwood e Conor Daly si toccano in curva nove, il secondo finisce in testacoda e, restando fermo, provoca la seconda neutralizzazione della corsa. La Pace Car ritorna ai box alla fine del 41° giro e, iniziato il passaggio successivo, i piloti vanno all’attacco per guadagnare il maggior numero di posizioni possibile. Avvicinandosi alla quarta curva, Newgarden prova a superare VeeKay scegliendo la traiettoria interna. L’olandese, in gara con delle gomme dure che richiedono almeno due giri prima di funzionare a dovere (in INDYCAR non ci sono le termocoperte), perde il punto di corda e, finendo per di più sulla linea sporca, prima sottosterza e poi impatta contro le barriere di pneumatici.

INDYCAR | GP St. Petersburg: Kirkwood decolla su Harvey e VeeKay
L’incidente del 42° giro tra VeeKay, Harvey e Kirwood. Fonte: Indycar

In seguito, VeeKay viene tamponato da Jack Harvey, seguito a brevissima distanza da un Kyle Kirkwood decollato sul posteriore dell’inglese, letteralmente schiacciato tra due monoposto. La dinamica prosegue con Kirkwood che scavalca entrambe le vetture, atterrando e proseguendo la propria corsa dopo qualche minuto di stop. Il giovane statunitense, appena passato ad Andretti Autosport, rientra ai box con il braccetto superiore della sospensione anteriore sinistra piegato. La corsa sembra finita ma i meccanici non si danno per vinti e, riparando il braccetto con il solo uso delle mani, sistemano la sospensione in circa due minuti e sette secondi, permettendo a Kirkwood di chiudere la gara in quindicesima posizione.

INDYCAR | St. Petersburg: Kirkwood ai box dopo l'incidente
I meccanici Andretti Autosport all’opera sulla sospensione di Kirkwood, tornato in gara dopo il violento incidente. Fonte: Penske Entertainment – Chris Jones

Tornando a VeeKay e Harvey, se l’olandese esce senza problemi dalla monoposto, per Harvey l’attesa si prolunga a causa di alcuni dolori percepiti ad entrambe le braccia. Ciò nonostante, il 29enne di Birmingham ha abbastanza forza per ergersi dall’aeroscreen, anche grazie al supporto dell’INDYCAR Safety Team, prendendosi qualche minuto per recuperare dal forte urto e recandosi all’ospedale più vicino per sottoporsi ad ulteriori controlli.

NESSUN INFORTUNIO IN ENTRAMBI I CASI: DALLARA E INDYCAR AL TOP

Che Dallara sia un riferimento in termini di sicurezza è ormai risaputo. Tuttavia, assistere ad incidenti di queste dimensioni e realizzare che tutti i piloti coinvolti abbiano superato gli esami medici non può che rivelarsi una grande e rassicurante sorpresa. Il lavoro dell’azienda di Varano de’ Melegari (con sede dedicata a Indianapolis) è encomiabile, continuando ad alzare l’asticella di anno in anno. Per il 2023, infatti, INDYCAR e Dallara hanno varato delle nuove componenti atte ad aumentare il grado di sicurezza del pacchetto IR-18, già confermatosi solido negli anni passati.

INDYCAR HEADREST 2023
Fonte: indycar.com

Parliamo, ad esempio, dell’obbligo di utilizzare il supporto al collare (HANS, Mark One, KRJ i più usati), imposto dall’articolo 18.1.5.6 del regolamento ufficiale con lo scopo di ridurre il più possibile l’effetto “colpo di frusta”. In foto notiamo il nuovo headrest (poggiatesta), struttura morbida ora dotata di un profilo laterale più alto utile a supportare il pilota quando le Forze G laterali si intensificano, riducendo al contempo lo stress indotto sul collo. Significativo, inoltre, l’aggiornamento al gruppo sospensivo posteriore, reso più robusto per evitare cedimenti simili a ciò che nel luglio 2022 è capitato a Newgarden nella seconda gara dell’Iowa. Infine, menzione d’onore per l’Aeroscreen, studiato e prodotto da Dallara e dal centro tecnologico Red Bull.

Il sistema di protezione che ha esordito nel 2020 si è rivelato fondamentale soprattutto per Benjamin Pedersen, la cui vettura si è infilata al di sotto della monoposto di DeFrancesco, facendo da perno nel tremendo impatto del primo giro. Un video pubblicato su Twitter da Jay Frye, presidente della INDYCAR, ci aiuta a comprendere l’utilità dello schermo protettivo, ancora integro nonostante l’entità dell’urto. Dall’altra lato, le strutture deformabili, muso in primis, hanno pienamente eseguito il proprio compito di assorbire la maggior parte dell’energia cinetica in seguito alle collisioni. Pertanto, tutti gli elementi citati hanno contribuito a tutelare la salute dei numerosi piloti coinvolti, testimoniando l’eccezionale lavoro svolto da Dallara e dall’INDYCAR stessa nel voler imporre al primo posto la sicurezza di chi opera al volante, mai come oggi protetto ai massimi livelli.

Immagine di copertina: Penske Entertainment – James Black

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