Dopo le prove ad Indianapolis e al Barber Motorsports Park, la Indycar ha svolto il proprio terzo test istituzionale per verificare le qualità del nuovo aeroscreen che verrà introdotto nel 2020. Le prove si sono svolte presso lo short oval di Richmond, in Virginia, reinserito nel calendario della Serie dopo un’assenza di 10 anni, su cui sono scesi in pista Scott Dixon e Josef Newgarden: per il neozelandese è stato il secondo test con il nuovo dispositivo di sicurezza, mentre per Newgarden è stata una novità.
“Non ho riscontrato una grande differenza” ha esordito il campione in carica in merito alla presenza dell’aeroscreen made in Red Bull. “La prima volta che sono uscito ho avuto una sensazione leggermente diversa in merito all’aderenza della macchina e a quanto l’avevo sotto controllo, ma penso sia perché non siamo abituati ad avere uno schermo sopra la nostra testa. Tuttavia dopo 20, 30 giri ci si abitua e la macchina torna a dare le sensazioni abituali, soprattutto in confronto a piste come quelle dell’Iowa o di Gateway“.
Anche Newgarden, come detto da Dixon e Power dopo il test di Indy, segnala una riduzione nel rumore del vento: “Il vento si sente di meno perché non ci arriva più direttamente sopra alla testa, il rumore esterno è stato leggermente smorzato. Si può sentire un po’ meglio la radio, cose così, ma il rumore del motore è ancora significativo e, essendo situato proprio dietro a noi, si riesce ancora a sentire chiaramente cosa succede alla macchina e al motore; non credo che ci saranno grandi differenze sotto l’aspetto della concentrazione“.
“Dal punto di vista delle regolazioni non ci è voluto molto per riportare la macchina nella sua corretta finestra di funzionamento” ha proseguito Newgarden. “Credo che il bilanciamento sia ancora molto buono anche con l’aeroscreen installato: sotto questo aspetto non credo che le macchine cambieranno drasticamente il prossimo anno“.
Gli fa eco Dixon che in ogni caso, dall’alto della sua esperienza, non manca di sottolineare le differenze rispetto al passato: “Penso che ci saranno delle differenze, forse, nel tempo sul giro: abbiamo aggiunto 60 libbre (circa 27 kg), l’aerodinamica potrebbe esserne leggermente influenzata e, con un centro di gravità più alto, le gomme potrebbero degradarsi un po’ di più. Onestamente però penso che, con lo sviluppo che ci sarà durante la pausa invernale, l’effetto finale sarà nullo. Sarà interessante“.
“Io e Will [Power] avevamo sperimentato alcune situazioni leggermente diverse mentre provavamo ad Indianapolis nel traffico: come allora, anche in questo caso credo che sia soprattutto una questione di messa a punto“.
Dixon si è poi espresso anche in merito alle sensazione provate a tornare al volante di una Indycar a Richmond con una vettura completamente diversa rispetto a quelle usate lo scorso decennio: “Abbiamo usato 10 o 15 set di gomme differenti per costruzione e per mescola: la macchina si comporta in modo molto diverso sia rispetto a quella con cui abbiamo corso qui per la prima volta ad inizio anni 2000, sia rispetto a quella che abbiamo usato l’ultima volta. C’è molto meno carico, la potenza è simile o leggermente superiore: è molto divertente guidare qui, ma anche abbastanza difficile. In alcune situazioni sembra di avere ben poco grip. Sotto l’aspetto della gara è difficile riuscire a fare delle valutazioni: qui ci siamo solo io e Josef e al momento stiamo correndo quasi esclusivamente in solitaria“.
Newgarden si è dimostrato entusiasta del suo primo test nello short oval della Virginia, una tipologia di tracciato che ha già dato prova di apprezzare molto: “Per me è molto facile parlarne bene: sono un grande fan delle gare sugli short track, specialmente con le Indycar: mi sono sempre piaciute e per me è eccezionale averne un’altra in calendario“.
“Le sensazioni sono molto simili a quelle dell’Iowa, solo che la pista è molto più liscia: quella dell’Iowa è una pista molto sconnessa, ha quelle caratteristiche che ti portano a pensare molto al setup: in termini di compromesso sull’assetto qui si può far girare la macchina molto di più come su uno short oval liscio, ma al tempo stesso presenta alcune caratteristiche simili a quelle dell’Iowa; se riusciremo a formare due linee [in gara] penso che il tipo di gara che vedremo sarà molto simile a quello dell’Iowa“.
L’ultimo banco di prova per l’aeroscreen sarà la pista di Sebring, dove il 5 novembre scenderanno in pista James Hinchcliffe e Sebastien Bourdais in rappresentanza dei team McLaren-SP e Dale Coyne Racing. Qualora non ci dovessero essere problemi sul tracciato della Florida, usato per simulare le condizioni che tipicamente si incontrano su un circuito cittadino, l’adozione del nuovo dispositivo di sicurezza verrà definitivamente deliberata ed entrerà ufficialmente in vigore a St.Petersburg nel weekend del 15 marzo.
Immagine di copertina da https://www.instagram.com/indycar/
Immagini e video nell’articolo da https://www.instagram.com/richmondraceway/
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