Scott McLaughlin ottiene una pole incredibile a Nashville staccando O’Ward di tre decimi in seguito ad un rinvio di tre ore causa pioggia
L’attesa di oltre tre ore a causa della pioggia è valsa la pena, perché le qualifiche della IndyCar disputate quasi al tramonto a Nashville sono state intense e spettacolari. Scott McLaughlin ha dimostrato ancora una volta la sua esperienza sui circuiti cittadini (tra l’altro con una dinamica praticamente identica all’edizione 2022) conquistando una notevole pole position staccando nettamente tutti gli avversari, tre decimi rifilati a Pato O’Ward e oltre sei agli altri.
Primo round
Le qualifiche previste per le 20:45 italiane vengono rinviate di 3h30′ a causa della pioggia che cade, seppur non intensamente come nelle tormentate FP2, su Nashville. La traiettoria è sì bagnata o al limite umida, ma le pozzanghere vicino ai muretti sono ancora pericolose e allora si decide di spostare le prove ufficiali nello slot previsto per le FP3.
Alle 0:15 la pista si presenta col sole e pure asciutta, favorita anche dallo disputarsi della gara della Trans Am che ha pure gommato la pista. Pronti via e il timore di un’altra sessione tormentata a Nashville si presenta dopo appena 1’05”: Pedersen finisce in testacoda nella via di fuga nel giro di lancio e lascia spegnere la vettura. Riportato ai box la IndyCar lo punisce severamente “squalificandolo” dalla sessione e quindi il pilota della #55 sarà costretto a scattare in fondo alla griglia, non all’ultimo posto solo perché nel Gruppo 2 c’è una vettura in più.
Alla ripresa arrivano i primi tempi e McLaughlin si piazza subito davanti in 1’16.6839″ precedendo un sorprendente Castroneves, ma quello di Helio sarà solo un fuoco di paglia. In difficoltà invece Rahal che alla prima chicane arriva a ruote bloccate e con una vettura sottosterzante evita per poco il muretto.
I tempi cominciano a scendere ed in molti optano per passare presto alle gomme morbide, Dixon ad esempio al quarto giro complessivo scende a 1’16.5981″. Il problema però per lui e per tutti gli altri è che in contemporanea McLaughlin al quinto giro sulle dure ha fatto 1’15.8671″, oltre sette decimi meglio e gli altri ancora più indietro, incluso il compagno di squadra Newgarden quarto a 1.1″ dietro a Rossi che è a 0.998″.
Pian piano però le gomme morbide entrano in temperatura e la classifica si ricompatta. Lundgaard balza al secondo posto a circa due decimi da McLaughlin che passa pure lui all’altro tipo di penumatici. Dixon si migliora e supera il connazionale di 0.15″ mentre il danese viene infilato da un ottimo Malukas, Rossi e Newgarden. A bandiera a scacchi quasi esposta poi il bel colpo di scena: il debuttante Linus Lundqvist sulla #60 del Meyer Shank Racing balza al sesto posto e ottiene la qualifica per appena 0.0093″ su Lundgaard.
Scotty intanto aveva ristabilito le gerarchie girando in 1’15.1629″ rifilando oltre mezzo secondo a Dixon. Eliminati anche Rahal, Castroneves, VeeKay (praticamente mai inquadrato), Ferrucci e Canapino.
Il Gruppo 2 fila invece via liscio. Dopo il giro di lancio interlocutorio, a mettersi davanti sono Palou (1’15.6071″), un Grosjean tornato in forma anche mentale, O’Ward, Kirkwood, Armstrong ed Herta mentre stupisce il fatto che a chiudere la classifica siano gli unici piloti ad aver scelto le gomme morbide e sono Robb, Hunter-Reay ed Harvey.
Praticamente tutti decidono di fare quattro giri veloci filati sulle dure prima di pittare e dopo questa prima fase al comando è passato Herta (1’15.5242″) che ha staccato di pochi centesimi Palou e Kirkwood, un pochino più distanti O’Ward, Grosjean e Rosenqvist con Felix che è pure uscito di traverso da una curva toccando leggermente il muretto.
Dopo il passaggio alle gomme morbide il finale di fuoco inizia a 90″ dalla bandiera a scacchi. Grosjean torna al comando, ma il suo 1’15.3454″ pare subito non eccezionale e infatti Palou tira giù un quarto di secondo. Power si infila al terzo posto dopo un inizio non convincente, Felix è quarto davanti ad Herta che non si è migliorato.
Al secondo giro sulle morbide arriva O’Ward al secondo posto, ma pure Herta che balza al comando in 1’15.0030″ con Palou, Pato e Grosjean dietro di lui racchiusi in un decimo e mezzo. Power è quinto a 0.45″ alla bandiera a scacchi precedendo di appena 0.0039″ Rosenqvist, ma a tempo scaduto arriva la beffa per Felix perché Kirkwood trova il giro perfetto e riesce ad infilarsi al secondo posto a cinque centesimi dalla vetta.
Avanzano dunque Herta, Kirkwood, Palou, O’Ward, Grosjean e Power, subito eliminati Rosenqvist, Armstrong (che sbaglia qualcosa e manca una occasione buona), Ilott, Ericsson (impalpabile in queste qualifiche), Harvey, Robb, DeFrancesco ed Hunter-Reay, lontanissimo e ultimo in griglia.
Fast 12
La Fast 12 inizia con il team che dice a Lundqvist di proseguire così come è andato finora e di non rischiare con le gomme usate che il risultato già ottenuto finora è straordinario per un debuttante. Power conferma intanto di avere ancora un’auto veloce ma molto al limite e incline all’errore. Il lungo scendendo dal ponte ne è la dimostrazione, ma il ritorno in pista di Will è talmente veloce che manco viene esposta la bandiera gialla ad Herta e quindi la #12 evita una penalità per impending.
Dopo il primo giro di danze Rossi è al comando su gomme dure (come tutti gli altri), tuttavia i tempi sono alti e si entra nel vivo circa 75″ più tardi quando Grosjean firma un 1’15.6658″ davanti a Palou (appena 0.0386″ dietro di lui), McLaughlin, Kirkwood, Power ed Herta con Lundqvist straordinario settimo.
Al terzo passaggio i tempi scendono ancora, ma non per tutti. McLaughlin scende a 1’15.1900″ e stacca Grosjean di quasi tre decimi nonostante il miglioramento di Romain. Fra i virtualmente qualificati entra O’Ward al terzo posto davanti ad Herta, Palou e Kirkwood. Il quarto giro è quello dei dilemmi, pittare subito o no? Quasi nessuno migliora e il solo Colton guadagna posizioni posizionandosi al secondo posto a cinque centesimi da McLaughlin.
A 3’30” dalla fine tutti sono passati alle gomme morbide ed inizia il giro buono, uno dei due che rimangono a disposizione. Malukas lo inaugura balzando dall’ultimo al primo posto in 1’15.0519″, poi però viene superato da Grosjean (1’14.7484″), infine O’Ward si porta al comando in 1’14.5944″ seguito da Herta, Palou, McLaughlin e appunto Romain con questi quattro racchiusi in meno di sei centesimi a circa un decimo e mezzo dal leader. Malukas è clamorosamente sesto a 0.45″ davanti due auto Penske (Power e Newgarden) con i due piloti che hanno sbagliato il giro buono.
A 18″ dalla bandiera a scacchi il colpo di scena: uno Scott Dixon già 12° e ultimo tocca con la anteriore sinistra il muretto interno in curva e rimbalza su quello esterno: bandiera rossa pochissimi istanti dopo che McLaughlin (l’ultimo della fila) aveva completato il giro buono.
Nonostante ciò la IndyCar concede a tutti, come da regolamento, un giro lanciato alle 11 auto rimanenti. L’unico a migliorarsi è Kirkwood, ma lo fa di pochi centesimi e non guadagna posizioni. Avanzano dunque O’Ward, Herta, Palou, McLaughlin, Grosjean e Malukas, eliminati Power, Kirkwood, Newgarden, Rossi, Lundqvist e Dixon.
Fast 6
Gli ultimi 6′ iniziano con un po’ di azioni che fanno alzare il sopracciglio. Herta fa un giro e poi torna subito ai box, Palou nel giro di lancio al rallentatore dietro a O’Ward e Malukas passa di forza Grosjean ed i due europei quasi entrano in contatto, poi anche Pato e David tornano ai box a cambiare le gomme. In sintesi, a metà sessione gli unici con un giro buono sono McLaughlin (1’16.0493″) e Grosjean però staccato di 2″.
Poi per fortuna la pista si anima. In queste qualifiche un po’ strane come temperature Grosjean e Palou sono gli unici ad ostinarsi a tenere le gomme dure, ma se il francese dopo un buon 1’15.9921″ che lo mette per qualche secondo in vetta va ai box, Alex decide di proseguire.
Uscito dai box con le gomme morbide, O’Ward balza al comando con un notevole 1’15.3506″, tuttavia uno straordinario Palou si supera con le gomme in teoria meno indicate e si piazza davanti a tutti in 1’15.2462″.
Ultimi 30″ e la classifica non sta ferma un attimo: Herta balza da ultimo a primo mettendosi davanti a Palou per soli 0.0046″. Fatta? Assolutamente no perché McLaughlin trova un autentico “Lap of the Gods” firmando un giro a Nashville in 1’14.6099″. Herta e Palou sono a sei decimi, Malukas a 1.2″, Grosjean a 1.3″. A tempo scaduto O’Ward salva l’onore degli altri mettendosi a metà strada, scendendo anche lui sotto l’1’15” però a 0.3296″ dalla pole.
La griglia di partenza del Big Machine Music City Gran Prix 2023 di Nashville che scatterà domenica 6 agosto alle 18:00 con diretta su Sky Sport Summer.
Immagine: Media IndyCar
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