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Indycar | Nashville 2023, la cronaca della gara del GP Music City

di Alyoska Costantino
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Pubblicato il 6 Agosto 2023 - 22:28
Tempo di lettura: 8 minuti
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Indycar | Nashville 2023, la cronaca della gara del GP Music City

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Kyle Kirkwood conquista la sua seconda vittoria in carriera a Nashville 2023 durante il GP Music City.


Segue la cronaca del GP Music City 2023 di Nashville, tredicesima prova del campionato NTT Indycar. A vincere, per la seconda volta quest’anno, è stato Kyle Kirkwood su Dallara IR18 motorizzata Honda del team Andretti Autosport, squadra che conquista a propria volta la seconda vittoria della stagione.

Hanno completato i primi tre Scott McLaughlin (Team Penske) ed Álex Palou (Chip Ganassi Racing), dopo ottanta giri di gara intervallati da due caution ed una bandiera rossa.


La gara inizia subito con un possibile colpo di scena: Will Power, in procinto di salire in macchina, si ritrova senza gli auricolari necessari per il contatto radio ai box e rimane fermo in griglia per più tempo degli altri. Una volta indossati, fortunatamente per il campione in carica, egli può rischierarsi sulla sua settima casella.

Il primo tentativo di partenza lanciata viene abortito (il giro aggiuntivo viene conteggiato come percorso), mentre col secondo viene finalmente esposta la bandiera verde: McLaughlin, dalla pole, mantiene il comando davanti ad O’Ward, mentre Newgarden prima attacca Kirkwood e Power per salire in settima posizione, ma poi viene risuperato e spedito al decimo posto alle spalle di Christian Lundgaard (autore di un ottimo scatto, da 13° a nono). Nonostante le molte preoccupazioni della vigilia, lo start avviene regolarmente e senza incidenti.

Kirkwood dimostra da subito il proprio potenziale sui cittadini superando la Penske #12 per la settima posizione, mentre già dal terzo giro cominciano le soste: Rinus VeeKay, Callum Ilott, Graham Rahal ed Hélio Castroneves, tutti su Alternate Green, entrano in corsia box e passano subito alle gomme dure, le più adatte in ottica gara.

McLaughlin, al comando, mette tra sé ed il messicano di Arrow McLaren già 1″8, mentre alle loro spalle Malukas, su gomme morbide, fatica a mantenere il ritmo dei migliori e viene subito sorpassato da Paloi in fondo al ponte Gateway.

Il primo dei piloti in pista partito con le gomme dure è Romain Grosjean, il quale a sua volta supera il lituano per passare in quinta posizione. Proseguono, nel frattempo, le soste dei piloti dotati delle Alternate, con Alexander Rossi, Lundgaard e Felix Rosenqvist che prendono la via dei box nello spazio di due giri.

Poco dopo di loro si ferma Malukas, in risposta al sorpasso subito da Kirkwood. La gara del #18, tuttavia, terminerà anzitempo per uno strano contrattempo: l’ala posteriore della sua Dallara cede in pieno rettilineo (forse a causa del calore degli scarichi) e David deve tirare dritto per la via di fuga in curva 1. E’ il giro 13 ed è il momento della prima caution.

Dopo tre giri si riparte ed è una ripartenza strana, nella quale McLaughlin ritarda di qualche secondo lo scatto alla bandiera verde ed Herta, terzo, è costretto a scartare sulla destra e ad esporsi agli attacchi di Grosjean, Power e Dixon. Il figlio d’arte viene anche mandato a muro dal #9 alla frenata della chicane e decide di tirare dritto per la via di fuga, rientrando però davanti a Josef Newgarden e guadagnando due posizioni fuori norma. Inspiegabilmente, però, la direzione gara non punirà il #26.

Anche senza la penalizzazione, però, la gara del pilota Andretti viene presto rovinata da una chiamata ai box per montare le gomme dure, cosa che fa sprofondare nelle retrovie Herta (pure rallentato da un pit lento). Nel frattempo davanti McLaughlin ha già ricostruito il proprio vantaggio su un O’Ward che non riesce a sfruttare le gomme morbide bene quanto il neozelandese, finendo nel mirino di Grosjean.

Un bloccaggio della ruota anteriore destra del “Ninja” apre la porta all’ex-pilota di F1, che sale così in seconda posizione. Pato si scoprirà poi anche all’attacco di Kirkwood (ora terzo) ed in seguito a quelli di Power e van Kalmthout. Dopo un paio di tornate in grandi difficoltà, finalmente il messicano rientra ai box al ventiquattresimo giro per montare il compound più resistente.

Tre giri dopo è il turno del leader della gara McLaughlin di montare le Primary, mentre Grosjean rimane con pista libera un paio di giri, fino al rientro ai box al giro 29. Il run più lungo, il non aver avuto traffico ed il minor carico di benzina permettono al franco-svizzero di rientrare in pista davanti a McLaughlin, anche se il girone delle soste non è ancora finito. C’è, intanto, battaglie anche a centro gruppo, con Castroneves che supera Rosenqvist in fondo al rettilineo opposto al traguardo ed Armstrong che scavalca Herta in curva 1.

Palou è ora in testa alla gara, ma deve ancora fare il proprio pitstop al contrario di Kirkwood, il quale ha scavalcato nel girone delle soste sia il compagno di squadra che il pilota del team Penske. In mezzo a loro, al terzo posto, c’è anche il debuttante Linus Lundqvist, sulla stessa strategia di Palou; poco dopo Romain supererà il rookie per salire virtualmente sul podio.

Lunqvist finirà anche per perdere il convogliatore d’aria in cima all’Halo, mentre Palou, ancora al comando, ha rallentato il ritmo ma riesce a tenersi alle spalle Kirkwood. McLaughlin si fa invece molto più insidioso nei confronti di Grosjean affiancandolo in un paio di occasioni alla 1 (grazie anche al maggior tempo a disposizione col push-to-pass), ma senza riuscire a concretizzare il sorpasso.

Dopo uno stint di trentuno giro, al passaggio 45 il leader del campionato rientra ai box e monta di nuovo le Primary Black, mentre il vincitore di Long Beach, ora forte di pista libera, cambia marcia e guadagna 2″ sulla coppia in lotta alle sue spalle, Il duello per la seconda posizione prosegue fino al quarantanovesimo giro, ovvero fino a quando Grosjean non commette una sbavatura in ingresso della prima curva lasciando il varco aperto al neozelandese. Nello stesso giro un altro neozelandese, Dixon, entra ai box.

A centro gruppo, nel frattempo, si assiste al contatto tra VeeKay e Rossi in fondo al rettilineo principale, che porterà la direzione gara a comminare un drive through all’olandese per aver scartato sulla destra addosso alla vettura di Alexander; è proprio il pilota McLaren ad avere la peggio, costretto a rientrare ai box per delle riparazioni. Kirkwood, nel frattempo, compie la sua ultima sosta e rientra in sesta posizione, davanti allo spagnolo di Chip Ganassi Racing.

L’americano ora è virtualmente in testa e Grosjean non risulta una minaccia, dato che il francese, tra una sosta lenta ed un giro di rientro così così, ritorna in pista addirittura all’ottavo posto, alle spalle di O’Ward. Con la sosta dell’ex-campione del Supercars, le posizioni risultano abbastanza congelate con poco più di venti giri da percorrere: Kirkwood è tornato in testa con 2″5 di vantaggio sull’alfiere Penske, mentre Palou, costretto a risparmiare carburante per fare uno stint di 35 giri, è terzo a 9″. Seguono Newgarden e Dixon a circa 13″ dalla vetta.

A quindici giri dalla fine l’elastico tra Kyle e Scott permette al #27 di mantenere un margine di sicurezza di un paio di secondi ed il finale di gara sembra ormai scritto, ma al settantunesimo giro ecco il possibile colpo di scena: Lundqvist sbatte in curva 11 dopo essersi scomposto in frenata e provoca la seconda entrata della vettura di sicurezza in questa gara, ricompattando così il gruppo.

Dopo quattro giri necessari per spostare la macchina dello svedese, il GP Music City riparte e si blocca di nuovo immediatamente: Rosenqvist, andato largo alla 11 nel subire il sorpasso di Hunter-Ray, ha imbottigliato anche Pedersen e Canapino, costringendo così i commissari a chiamare la bandiera rossa. Le vetture si fermano così ai box e i piloti tentano di refrigerarsi al meglio che possono prima del restart.

L’attesa è di circa quindici minuti, ma alle 20:35 la gara riparte con Kirkwood che si riprende, in appena un giro, 2″ di vantaggio su McLaughlin, mentre nelle retrovie Canapino tira dritto per la via di fuga e si ritira definitivamente; stessa sorte anche per Herta, la cui gara è andata di male in peggio fino al ritiro prima della ripartenza.

Negli ultimi due giri McLaughlin tenta un recupero disperato sul leader della gara, ma Kirkwood gestisce intelligentemente il proprio vantaggio e conquista la sua seconda vittoria dopo quella di Long Beach. Concludono il podio Scott e Palou (il quale è riuscito a risparmiare carburante grazie alle caution), davanti a Newgarden, Dixon, Grosjean, Ericsson, O’Ward, Lundgaard e Power, i quali concludono la top ten.

Nella classifica piloti Palou allunga ulteriormente di qualche punto nei confronti di Newgarden e Dixon: lo spagnolo, con un bottino di 513 punti, ne ha ora 84 di vantaggio sullo statunitense e 126 sul neozelandese. Dixon, inoltre, si deve guardare dal rientro di McLaughlin nella lotta per la terza posizione, essendoci solo 17 punti a separarli.

Qui i risultati del GP di Nashville e la classifica piloti a quattro gare dalla fine.

Fonte immagine: indycar.com

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