IndyCar | Mid-Ohio 200 2020: La cronaca e le classifiche di Gara-2

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Andrea Gardenal
13 Settembre 2020 - 23:24
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A seguire il racconto di Gara-2 della Honda Indy 200 da Mid-Ohio, undicesima prova del campionato 2020 della NTT IndyCar Series che ha visto il trionfo del team Andretti con Colton Herta, Alexander Rossi e Ryan Hunter-Reay nelle prime tre posizioni.

La cronaca

Si parte col botto: Herta non parte benissimo e viene immediatamente affiancato da Ferrucci, che all’esterno di curva 4 (la prima dopo la bandiera verde) prova un attacco; Ferrucci finisce sull’erba, evita per pochi centimetri il contatto con Dixon ma al rientro in pista centra Palou e Rosenqvist, che finiscono contro le barriere di protezione provocando l’immediato ingresso in pista della pace car. Ferrucci viene spedito in fondo al gruppo per aver provocato una collisione evitabile, mentre Palou e Rosenqvist sono fuori gara.

Si riparte al Giro 5 con Herta davanti a Dixon, Hunter-Reay, Rossi e Pagenaud; Newgarden è ottavo mentre Power è risalito con una gran partenza dalla diciannovesima all’undicesima posizione; nel giro della ripartenza l’australiano guadagna un’altra posizione e si porta al decimo posto.

In questa Gara-2 manca la sequenza di sorpassi e controsorpassi che si sono visti in Gara-1: il primo avvicendamento al vertice avviene al Giro 8, quando Ericsson guadagna la sesta posizione approfittando di un errore di Rahal all’uscita di Curva 1.

La gara procede in modo relativamente tranquillo fino al Giro 15, quando Dalton Kellett perde il controllo della propria monoposto all’ingresso di Curva 1 finendo nella via di fuga. La macchina è ferma in una posizione non particolarmente pericolosa, pertanto la direzione gara aspetta qualche decina di secondi prima di chiamare la caution per permettere a tutti i piloti di effettuare la prima sosta.

Al momento della neutralizzazione, Herta aveva poco più di un secondo di vantaggio su Dixon e 4 su Hunter-Reay, che era tallonato da Dixon. Pagenaud era quinto a sette secondi, seguito a ruota da Ericsson e Rahal. Newgarden si trovava in ottava posizione a 10 secondi da Herta e con pochi decimi di vantaggio su VeeKay e Power.

Nel corso del round di pit stop, O’Ward si ferma in posizione scorretta nella propria piazzola impedendo al meccanico col tubo del carburante di effettuare il rifornimento; la macchina è sollevata sui cavalletti e avvicinata al muretto box, ma in questo modo il messicano scivola in fondo al gruppo.

Si riparte al Giro 20 con Takuma Sato e Marco Andretti davanti a tutti, gli unici che hanno provato una strategia differenziata scegliendo di non fermarsi ai box prima della caution. Alla bandiera verde Hunter-Reay prova subito un attacco all’esterno su Dixon; quest’ultimo si difende, costringe Hunter-Reay all’esterno di Curva 4 e Rossi ne approfitta per salire in terza posizione virtuale. Nello stesso frangente di gara, Rahal recupera la posizione che aveva perso al rifornimento nei confronti di Newgarden.

Come in Gara-1, Dixon è in evidente difficoltà con le gomme dure e al Giro 21 viene superato da Rossi in Curva 4. Meno di un giro dopo si verifica l’evento che può riaprire un campionato: all’uscita di Curva 1 Dixon pizzica la via di fuga poco oltre il cordolo, la sua monoposto si scompone e finisce in testacoda; il neozelandese ha qualche difficoltà a ripartire e, quando riesce a riprendere la via della pista, è desolatamente ultimo.

Rossi e Hunter-Reay salgono così in quarta e quinta posizione, anche se bisogna ricordare che Sato ed Andretti non si sono fermati ai box per la sosta in occasione della prima caution; alle loro spalle si consuma la rimonta di Graham Rahal, che in un paio di tornate guadagna due posizioni scavalcando prima Ericsson e poi Pagenaud.

In testa alla gara Sato inizia ad allungare, mentre Herta al Giro 26 si prende la seconda posizione ai danni di Marco Andretti; tre giri dopo lo stesso Andretti commette un errore, arrivando lungo dopo aver pizzicato la via di fuga all’ingresso di Curva 1; il poleman di Indianapolis evita il contatto con le barriere, ma riparte a sua volta desolatamente in ultima posizione.

Dixon, nel frattempo, inizia ad accorciare il gap che lo separa dai piloti più lenti davanti a lui: al Giro 31 cambia strategia, rientra ai box per fare rifornimento e per montare gomme morbide, con le quali inizia un prodigioso recupero nei confronti di chi gli sta davanti recuperando in media un secondo al giro.

Una tornata dopo si ferma Sato, che restituisce a Colton Herta la prima posizione; seguono poi Rossi, Hunter-Reay e Rahal, tutti molto vicini; Pagenaud è quinto, ma un po’ più staccato dal gruppo di testa.

Anche in questo secondo stint non si vedono avvicendamenti degni di nota nelle prime posizioni: dopo 40 giri Herta mantiene il comando della gara con 1.5 secondi su Rossi, 2.5 su RHR, 4.5 su Rahal, 9 su Pagenaud, 10 su Ericsson, 12 su Newgarden e 13 su Power che sono settimo e ottavo.

Il secondo e ultimo giro di rifornimenti per i piloti di testa inizia al Giro 45, quando rientra ai box Alexander Rossi; un giro dopo si fermano Herta, Hunter-Reay, Pagenaud, VeeKay e O’Ward, mentre al 47° passaggio è la volta di Rahal, Ericsson, Newgarden e Power; alla ripartenza dopo la sosta, Power prima affianca e poi supera il proprio compagno di squadra.

Le soste non cambiano la classifica: Herta mantiene la prima posizione davanti a Rossi, Hunter-Reay e Rahal; Dixon è risalito al quinto posto, ma al contrario di tutti gli altri ha ancora una sosta da fare; seguono poi Ericsson e Pagenaud, con lo svedese che ha superato il francese essendo rimasto fuori un giro in più rispetto al rivale. Power è momentaneamente ottavo davanti a Newgarden e O’Ward.

Girare a pista libera è fondamentale per la tattica di Dixon, che al Giro 49 attacca e supera con grande decisione ed aggressività Graham Rahal in Curva 2. Il neozelandese rimane in pista per altre nove tornate, mantenendo sostanzialmente invariato il ritardo dai leader ma guadagnando parecchio nei confronti dei piloti di centro gruppo.

Dixon rientra ai box al Giro 58: la sua sosta non è rapidissima a causa di un’imprecisione nella sostituzione della posteriore destra, ma è comunque sufficiente per farlo ripartire in tredicesima posizione dietro a Chilton e davanti a Ferrucci.

Herta continua a guidare la corsa con 2 secondi su Rossi, 3.5 su RHR e 8.7 su Rahal, che sta perdendo molto terreno in questo stint di gara. Ericsson è quinto a 11.5 davanti a Pagenaud (+14), Power (+15) e Newgarden (+16), solo ottavo.

Gli ultimi giri di gara non vedono grandi cambiamenti nelle prime posizioni: Herta allunga su Rossi, facendo anche temere per la durata delle sue gomme soft in vista delle tornate conclusive, ma la monoposto #88 è ben bilanciata e permette a Herta di mantenere un ottimo ritmo fin sotto la bandiera a scacchi.

Chi invece dà spettacolo è Scott Dixon, che negli ultimi 15 giri recupera ben tre posizioni scavalcando nell’ordine Chilton (Giro 62), Harvey (Giro 68) e VeeKay, beffato proprio nel corso dell’ultimo passaggio.

Dopo 75 giri Colton Herta va a vincere Gara-2 della Honda 200 da Mid-Ohio con 1.4 secondi di vantaggio su Rossi, 2.5 su Hunter-Reay e 3.1 su Rahal; Ericsson arriva quinto davanti a Pagenaud, che precede in volata il proprio compagno di squadra Will Power. Newgarden è ottavo davanti a O’Ward e Dixon.

Le classifiche

Immagine di copertina da IndyCar Media/Chris Jones

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