Il 24 agosto 2015 resterà per sempre una data triste per il motorsport. Quel giorno ci lasciò Justin Wilson, vittima di un particolare incidente la domenica precedente al Pocono Raceway, colpito sul casco da un pezzo della monoposto di Sage Karam. La memoria del pilota nativo di Sheffield, oltre che nel cuore di fan ed addetti ai lavori, vive grazie all’opera della Wilson Children’s Fund, la cui seconda asta annuale si è conclusa oggi mettendo in vendita le immagini firmate di tutti e 33 i partecipanti della Indy 500 2017.
Julia, moglie di Wilson e madre delle figlie Jane e Jessica, ha colto l’occasione per ringraziare tramite una lettera aperta a Motorsport.com tutto il mondo delle corse per il sostegno ricevuto, oltre ad aggiornare sulla vita delle due bambine. “Innanzitutto voglio cogliere l’occasione per rivolgere un enorme ringraziamento a tutti coloro che sono coinvolti in questa seconda asta della WCF, in particolar modo Marshall Pruett e Paul Zimmerman che hanno compiuto un grosso sforzo per il bene di Jane e Jess. Ringrazio anche tutti gli amici e rivali di Justin e tutte le leggende che hanno firmato le foto” – si legge nella lettera – “Voglio ringraziare tutti coloro che mi chiamano regolarmente, tra cui David Malsher, che mi ha invitato a scrivere a tutti voi un aggiornamento sulla vita dopo Justin. Sono sopraffatta da tutto l’amore e il sostegno che riceviamo dalla comunità delle corse e non solo. Questo è uno di quegli sport in cui tutto corre veloce, quindi mi stupisce davvero vedere ogni giorno quanto grandi siano i vostri cuori e quanto Justin fosse, e sia tuttora, amato“.
Continua Julia: “Devo ammettere che mi ci è voluto più di un anno, forse 18 mesi, per leggere i necrologi, i tributi e i commenti dei fan. Sono consapevole, però, di non essere ancora in grado di farlo senza piangere. Considerato tutto direi che, dopo due anni e mezzo, stiamo andando bene. Tutti noi soffriamo giornate difficili e penso che così sarà la vita d’ora in poi; ma l’importante è che i giorni davvero negativi si riducano. Il tempo è la chiave di ogni circostanza tragica e ho imparato a non aspettarmi una cura, ma solo una soluzione. L’inaccettabile non si può accettare, ma solo imparare ad affrontarlo. Tenerci occupati ci risulta utile. Parliamo sempre di Justin e ci manca tantissimo; ma abbiamo deciso di andare avanti, anche perché è quello che avrebbe fatto e voluto lui“.
Julia passa quindi alle figlie: “Essendo molto piccole, affrontano il tutto in modo molto diverso, con momenti molto tristi affrontati però con grande forza interiore. È stata dura vederle crescere senza papà negli ultimi due anni. Fin dall’inizio, ho ricevuto aiuto da un consulente perché non sapevo davvero come affrontare questo dolore improvviso, per non parlare del modo migliore di aiutare due bambine di 5 e 7 anni nella stessa situazione. A loro non è sempre piaciuta la consulenza, ma in realtà mi è stata di grande aiuto. Le ragazze dello staff scolastico e gli altri genitori sono stati come una famiglia per noi, sostenendoci nei momenti più difficili. Non avrei potuto chiedere insegnanti e amici migliori. Stefan (fratello di Justin, ndr) e sua moglie, fortunatamente, si sono trasferiti in Colorado per esserci ancor più vicini. Chiaramente, anche i genitori miei e di Justin ci hanno dato una grossa mano“.
“Jane ha quasi 10 anni e si è trasformata in una ragazza bella, intelligente, timida ma anche sicura di sé, tranquilla come suo padre, che non si arrende mai. Purtroppo ha dovuto crescere in fretta, pienamente consapevole di quanto possa essere crudele e dolorosa la vita. Cerca sempre di essere felice e disponibile con gli altri, ma tende anche a tenere tutto dentro e cerca di risolvere le cose da sola… il che non sempre funziona. È appassionata di equitazione e tennis, ama la lettura e l’arte. Ci rende orgogliosi ogni giorno“, prosegue la lettera.
“Jess ha 8 anni e ci tiene sulle spine. Essendo leggermente dislessica come il padre fatica un pochino a scuola, ma la adora e va molto bene. Lavora molto duramente ed è una di quelle bambine che non sta mai ferma, arrampicandosi sugli alberi e camminando su alti muri. Come Jane adora andare a cavallo, ma proverà anche qualcosa con le ruote, dato che ama la velocità. Dopo l’incidente era davvero arrabbiata; lo fa anche adesso e spesso considera la vita ingiusta. È molto, molto esplicita a riguardo. Ma è anche sfrontata, amorevole e con un cuore grande. Ci fa ridere ogni giorno“.
Conclude Julia: “Ecco come stanno le cose, apprezzo di aver avuto la chance di farlo sapere a tutti. Voi siete la prova che il mondo delle corse è davvero una comunità. Anche quest’anno io, Jane e Jess saremo ad Indianapolis in occasione della 500 Miglia per sostenere Stef, alla sua seconda partecipazione nella corsa più importante al mondo. Sono davvero eccitata per lui e sappiamo tutti quanto Justin sarebbe stato orgoglioso del suo fratellino. Di nuovo, grazie a tutti“.
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