Con la vittoria a Long Beach Josef Newgarden è balzato in testa alla classifica della NTT IndyCar Series. Dopo il deludente GP di St. Petersburg, chiuso al sedicesimo posto, il 31enne del Tennessee ha ribaltato la situazione vincendo due gare consecutive, prima in Texas battendo in volata McLaughlin e poi a Long Beach regolando Palou, Herta e Grosjean negli ottantacinque giri di gara.
La nuova squadra, non più capitanata da Gavin Ward bensì da Eric Leichtle, ha finalmente trovato il giusto ritmo per consentire a Newgarden di lottare costantemente per la vittoria e ambire al terzo titolo IndyCar. Ed è lo stesso pilota ad ottimizzare nel migliore dei modi un pacchetto tecnico sempre più competitivo: quella di Long Beach, probabilmente, è una delle vittorie più belle siglate da Newgarden, perfetto nel gestire tutte le fasi di gara.
LA CRONACA DELLA GARA DI NEWGARDEN
Iniziato il Gran Premio al secondo posto, il due volte campione segue Colton Herta nel corso del primo stint senza perdere troppo tempo dal californiano. Al tempo stesso negli specchietti Newgarden intravede un Alex Palou rimasto incollato alla Dallara-Chevy numero 2 fino al ventisettesimo passaggio. Nel primo giro di soste ai box lo stesso Palou riesce a superare sia Newgarden sia Herta conquistando la leadership della classifica grazie all’undercut. Dunque, iniziata la seconda parte di gara Newgarden si ritrova Colton Herta incollato al proprio retrotreno, pilota che immette una costante ed intensa pressione nella prima parte di stint. Nonostante i continui tentativi di Herta, Newgarden rintuzza ogni attacco e rimane al secondo posto con un distacco tutto sommato ridotto da Alex Palou, leader della gara.
Al giro cinquantacinque arriva il primo colpo di scena: Colton Herta blocca gli pneumatici in ingresso di curva nove e finisce contro il muro ritirandosi dalla corsa. L’incidente si verifica a pochi minuti dalle seconde soste di Palou e Newgarden, con lo spagnolo di Ganassi Racing che si ferma ai box due giri prima del pilota Penske. Quando Newgarden disattiva il limitatore ed esce dalla Pit Road balza davanti ad Alex Palou, poco efficace nei primi giri svolti con gomme dure nuove. La situazione si scalda e in uscita da curva cinque Newgarden annaspa a causa degli pneumatici freddi concedendo a Palou l’occasione di ritornare in testa. Lo spagnolo, campione in carica, si fionda all’esterno delle curve sei e sette ma, ancora una volta, Newgarden lo regola mantenendo il primo posto. Nel frattempo Romain Grosjean monta pneumatici morbidi e, approfittando del ritiro di Ericsson, sale al terzo posto. Il vantaggio di mescola permette al francese di passare Palou all’inizio del settantesimo giro e di avvicinarsi alla testa del Gran Premio, occupata proprio da Newgarden.
Il bi-Campione IndyCar Series, perciò, non può respirare e prendere ossigeno siccome la Dallara-Honda numero 28 di Grosjean si fa sempre più grande negli specchietti. Nonostante la mescola più dura, quindi meno competitiva sulla breve distanza, Josef Newgarden mostra il fianco solo all’inizio del giro 80, quando la gara riparte dopo il regime di caution causato da Johnson e Malukas. Appena sventolata la bandiera verde Grosjean prende la scia, si getta all’esterno di Newgarden e prova a passare lo statunitense in curva uno. Anche questa volta però l’alfiere del Team Penske non si lascia trarre in inganno e, mantenendo i nervi saldi, rispedisce al mittente l’offensiva di Grosjean.
La gara si chiude con l’incidente di Takuma Sato in curva otto, evento che permette a Newgarden di festeggiare la vittoria con quasi un giro di anticipo. Un trionfo, quello di Long Beach, sudato ed ottenuto con determinazione, freddezza e solidità. In ogni fase di gara Newgarden ha sempre avuto il fiato sul collo da parte di Palou, Herta ed infine Grosjean. Nessuno di loro però è mai riuscito a piegare la resistenza di Newgarden e chiudere almeno un sorpasso sulla Dallara-Chevy numero due del Team Penske, entrata in Victory Lane per la seconda gara consecutiva. Ecco perché, probabilmente, il ventiduesimo trionfo di Newgarden in IndyCar potrebbe definirsi come il più affascinante e bello della sua intera carriera.
Immagine di copertina: Media IndyCar – Chris Owens
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