Nell’anteprima di presentazione alla Iowa 300 avevamo fatto notare che, nonostante lo scorso anno fosse stato annunciato il ritorno del format “in notturna”, l’orario di partenza stabilito nel programma della gara avrebbe permesso tranquillamente di arrivare alla bandiera a scacchi ben prima del tramonto. A sistemare questa stortura ci ha pensato direttamente il meteo, abbattutosi sull’Iowa Speedway poco prima della partenza sotto forma di un violento nubifragio che ha congelato le attività in pista per parecchio tempo.
Per parecchio tempo lo svolgimento della gara è rimasto in dubbio e l’ipotesi di posticipare la corsa alla giornata di domenica è stato seriamente preso in considerazione, ma alla fine la pista è stata asciugata (nonostante la persistenza di un rivolo d’acqua in curva 4) e alle 5:45 italiane, con quattro ore e mezza di ritardo rispetto al programma della vigilia, è stato dato il via alla gara.
Non è però finita qui: dopo una cinquantina di giri è arrivato un altro scroscio di pioggia che ha portato all’esposizione della bandiera rossa e all’interruzione della gara: fortunatamente l’acquazzone è stato molto breve e di debole intensità, pertanto dopo meno di mezz’ora di pausa è stato possibile riprendere le ostilità. Alla fine la bandiera a scacchi è arrivata alle 8:15 italiane, l’1:15 dell’Iowa, circa 5 ore dopo rispetto a quanto sarebbe accaduto se non ci fossero stati tutti questi condizionamenti da parte del meteo.
Dal punto di vista agonistico la gara è stato un assolo di Josef Newgarden: partito dal terzo posto in griglia, il leader del campionato ha impiegato una manciata di giri per liberarsi di Pagenaud e mettersi all’inseguimento di Power, che dal canto suo aveva preso la leadership della gara fin dalla prima curva. Non appena è arrivato il momento dei doppiaggi è emersa la differenza tra una macchina settata molto bene e una con qualche problema di messa a punto: Power ha speso parecchi giri alle spalle di un paio di monoposto doppiate senza riuscire a liberarsene, mentre alle sue spalle Newgarden è arrivato di gran carriera liberandosi del compagno di squadra pochi giri prima dell’acquazzone che ha portato alla bandiera rossa.
Alla ripartenza le gerarchie non sono cambiate e Newgarden ha continuato a dominare la gara seguito a ruota da Will Power, l’unico in grado di tenere il suo ritmo. Ad un certo punto, approfittando di un lungo periodo di green flag racing, Newgarden è arrivato perfino doppiare Alexander Rossi mentre si trovava all’ottavo posto. Una successiva neutralizzazione, provocata da un contatto tra Sage Karam e Takuma Sato, ha riportato nel giro del leader un gran numero di piloti, ma la sostanza della situazione non è cambiata e Newgarden ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo con il solo Power capace di contenere il divario.
La gara si è decisa definitivamente in occasione dell’ultima sosta: l’australiano ha anticipato di un giro la sosta per provare a scavalcare il rivale grazie ad un giro a piena velocità a gomme nuove, ma mentre stava entrando nella pit lane ha commesso un errore ed è arrivato lungo tagliando la linea di demarcazione tra la pista e la pit lane. Questo errore non solo gli ha fatto perdere cinque secondi e una posizione a vantaggio di Pagenaud, ma l’ha anche portato a dover scontare uno stop&go per aver violato le regole in merito all’ingresso ai box.
Con Power fuori dai giochi sembrava che la gara dovesse essere una cavalcata trionfale per Newgarden, ma un’ulteriore neutralizzazione ha permesso ad alcuni piloti di cambiare gli pneumatici e percorrere gli ultimi giri con gomme nuove. Tra questi è emerso prepotentemente Scott Dixon, in enormi difficoltà per tutta la gara ma in grado di rimontare grazie alla strategia: la sosta ritardata gli ha permesso di recuperare fino alla sesta posizione (in precedenza si trovava attorno alla 15esima) e dopo la ripartenza ha effettuato una lunga serie di sorpassi che l’ha portato a salire fino alla al secondo posto. Per qualche giro Dixon è sembrato anche in grado di andare a prendere Newgarden, ma alla lunga i problemi di assetto alla sua macchina sono emersi e negli ultimi 5 giri ha dovuto pensare più a difendersi da Hinchcliffe che ad attaccare il pilota del team Penske.
Newgarden ha così tagliato il traguardo in prima posizione andando a centrare la sua vittoria numero quattro in stagione, tante quante ne ha ottenute nel 2017 che l’ha visto conquistare il titolo; per il pilota del Tennessee si tratta inoltre del secondo successo in Iowa dopo quello del 2016 e del 14° trionfo in carriera.
Alle spalle di Newgarden e Dixon si è classificato James Hinchcliffe, che ha confermato ancora una volta il suo buon feeling con questa pista che l’ha visto trionfare per due volte negli anni scorsi. Quarto posto per Pagenaud, che per tutta la gara ha dato l’impressione di averne di meno rispetto ai due compagni di squadra nonostante la pole position; il francese ha anche corso un rischio molto grande verso metà gara, quando è arrivato a sfiorare il muretto all’uscita di curva 2 dopo essere andato fuori dalla traiettoria più gommata della pista. Quinto Spencer Pigot, che con 14 posizioni guadagnate è il pilota che ha recuperato di più rispetto alla sua posizione in griglia di partenza.
Solo sesto Alexander Rossi, che scivola così a 29 punti di ritardo da Newgarden: a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, bisogna dire che il pilota del team Andretti ha limitato i danni al termine con una macchina che presentava evidenti problemi di messa a punto; ora arriveranno piste a lui più favorevoli come Mid-Ohio, Pocono e Gateway, nelle quali lo scorso anno ha conquistato due vittorie e un secondo posto. Ottimo settimo posto per Zach Veach, risalito piano piano dalle retrovie (partiva 20°) dopo aver rischiato di non prendere nemmeno il via alla gara a causa di una perdita di carburante in griglia. Ottavo e primo dei doppiati è Graham Rahal davanti a Bourdais e Kanaan, che ha centrato l’obiettivo che si era posto ad inizio gara chiudendo la gara nella top-10.
11° posto per Ericsson davanti ad uno straordinario Ferrucci, che ha probabilmente raccolto meno di quanto meritava: il pilota del team Coyne è stato uno dei protagonisti della gara e ha dimostrato ancora in più occasioni di saper gettare il cuore oltre l’ostacolo con una serie di straordinari sorpassi all’esterno. Fatali per lui sono stati gli ultimi due stint di gara, dove è scivolato al di fuori della top-10 dopo aver occupato le prime posizioni per larghi tratti di gara. Seguono poi Daly, buon 13°, Rosenqvist e Will Power, scivolato dal 2° al 15° posto per la penalità di cui abbiamo parlato in precedenza. La classifica dei piloti arrivati sotto la bandiera a scacchi è completata da Matheus Leist e Ryan Hunter-Reay, tristemente ultimo in una pista che l’ha visto vincere per tre volte in passato.
Ritirati Colton Herta per un problema meccanico, Ed Carpenter per incidente e Sage Karam e Takuma Sato per una collisione giunta verso il 180° giro, con l’americano che ha tamponato violentemente il giapponese in pieno diffusore; entrambi sono riusciti a proseguire, ma dopo poche tornate sono stati costretti al ritiro a causa dei danni riportati. L’ultimo dei ritirati è Marco Andretti, la cui macchina è stata richiamata ai box in più di un’occasione dalla Indycar semplicemente perché troppo lenta.
In classifica generale la vittoria di oggi permette a Newgarden di rafforzare la sua leadership portandola a 487 punti contro i 458 di Rossi (-29) e i 429 di Pagenaud (-58); Dixon è quarto con un ritardo di 98 punti da Newgarden mentre Power e Sato conservano la quinta e la sesta posizione in classifica, ma il loro svantaggio è oramai di oltre 160 punti.
Il prossimo appuntamento con la Indycar Series è per il weekend del 26-28 luglio con la 200 Miglia di Mid-Ohio.
La cronaca
La bandiera verde arriva poco prima delle 6, ora italiana, con quasi cinque ore di ritardo rispetto al programma della vigilia: in prima curva Power sfila all’esterno Pagenaud e si porta al comando, con il francese che viene superato anche da Sato al termine del primo giro mentre Newgarden si trova in quarta posizione.
Dopo un attimo di sbandamento iniziale, Pagenaud si riprende e mette pressione a Sato mantenendosi costantemente ad un paio di decimi di ritardo da lui fino al decimo giro, quando riesce a mettere la propria macchina davanti a quella del pilota giapponese. Alle spalle dei primi Rossi è quinto davanti a Hinchcliffe, Ferrucci (autore di una partenza straordinaria, effettuata interamente all’esterno di curva 1-2), Ericsson, Dixon e Herta.
Al 16° giro anche Newgarden scavalca Sato e pochi secondi dopo arriva la prima caution di giornata provocata dal testacoda di Sage Karam all’uscita di curva 4. Il pilota americano mantiene il motore in moto e riesce ad evitare il contatto con il muro, ma nella sua piroetta viene colpito da Felix Rosenqvist che gli danneggia la paratia laterale sinistra dell’ala anteriore. La neutralizzazione arriva proprio mentre Power si stava avvicinando alla coda del gruppo per effettuare i primi doppiaggi.
Quando viene aperta la pit lane (19° giro) tutti i piloti di testa rimangono in pista: rientrano ai box solamente quelli che si trovavano al di fuori della top-10, capitanati da Hunter-Reay e Rahal. Le operazioni di sostituzione del musetto di Rosenqvist vanno per le lunghe e lo svedese torna in pista con un giro di ritardo rispetto ai primi.
La classifica vede Power ancora al comando davanti a Pagenaud, Newgarden, Sato, Rossi, Hinchcliffe, Ferrucci, Ericsson, Dixon e Herta. Si riparte al 25° giro con Newgarden che scavalca immediatamente Pagenaud all’ingresso di curva 3 conquistando la seconda posizione. Chi sembra incontrare delle serie difficoltà è Scott Dixon, che in pochi giri scivola dalla nona alla quattordicesima posizione, alle spalle anche di Hunter-Reay e Pigot che erano rientrati ai box in precedenza.
In testa alla gara Power allunga e porta ad un paio di secondi il suo vantaggio su Newgarden e Pagenaud e a 4 quello su Sato e Rossi. Verso il 50esimo giro Power trova davanti a sé il tandem Andretti/Karam che lo rallenta e che permette il riavvicinamento di Newgarden, il quale lo supera dopo solamente un paio di giri di studio alle sue spalle. Al 54° giro arriva la seconda caution di giornata a causa dell’arrivo di un secondo scroscio di pioggia sull’Iowa Speedway e due tornate dopo viene esposta la bandiera rossa che sospende momentaneamente le ostilità.
Occorrono 25 minuti prima che la pioggia esca di scena, la pista venga asciugata e sia dato l’ordine di riaccensione dei motori. Dopo un paio di giri sotto caution viene aperta la pit lane e questa volta la corsia box si affolla: solamente Rosenqvist rimane momentaneamente in pista allo scopo di recuperare uno dei giri di ritardo. All’uscita della pit lane Rossi guadagna la quarta posizione ai danni di Sato mentre Hinchcliffe si prende la sesta superando Ferrucci. Dixon guadagna ben 5 posizioni risalendo all’11° posto; per risolvere i suoi problemi di sovrasterzo vengono applicate delle modifiche importanti all’incidenza della sua ala anteriore.
Al 66° giro sventola nuovamente la bandiera verde: Power prova immediatamente un attacco all’esterno su Newgarden che però mantiene la prima posizione mentre Sato supera Rossi all’esterno di curva 1; all’inizio del 69° giro il californiano perde un’altra posizione ai danni di Ferrucci, che in occasione della ripartenza aveva superato anche Hinchcliffe. Subito dopo il sorpasso Rossi prova un contrattacco che lo porta a percorrere 5/6 giri fianco a fianco con Ferrucci, ma alla fine deve desistere e accontentarsi di mantenere la sesta posizione.
In vetta alla gara i primi quattro sono abbastanza sgranati, con i distacchi che si ampliano e si riducono in funzione dei doppiaggi da effettuare; alle loro spalle si riaccende la battaglia per la quinta posizione, con Rossi che dopo alcuni giri di pausa torna a mettere Ferrucci sotto pressione. La coppia Ferrucci/Rossi si riavvicina rapidamente a Takuma Sato, che all’inizio del 101° giro viene scavalcato da entrambi; un paio di tornate dopo anche Hinchcliffe supera il pilota giapponese prendendosi la sesta posizione.
Anche Pagenaud entra in crisi di pneumatici e, dopo aver tenuto il ritmo dei compagni di squadra per una quarantina di giri, scivola improvvisamente a quasi 10 secondi di distacco tallonato da Ferrucci e Rossi. Al 113° giro finalmente Rossi riesce ad avere la meglio di Ferrucci e si prende la quarta posizione mettendosi alla caccia di Pagenaud. Sato perde invece ulteriori posizioni scivolando al di fuori della top-10 dopo aver occupato il quarto posto per larga parte della gara.
Al 120° giro Sato si ferma finalmente ai box per provare a correggere il setup della sua monoposto mentre Newgarden doppia Dixon; il gioco dei doppiaggi avvantaggia Newgarden, che riesce a portare al di sopra dei 2 secondi il proprio vantaggio su Power.
Al 136° giro Pagenaud è il primo dei piloti di testa a fermarsi ai box per la seconda sosta; nei giri successivi si fermano anche Pigot e Ferrucci mentre Newgarden, Power e Rossi proseguono; il leader del campionato si ferma al 141° giro mentre Power e Rossi aspettano fino al 143°.
Al termine del giro di soste Newgarden si trova ancora al comando, ma alle sue spalle ora c’è Takuma Sato che ha approfittato alla grande della sosta anticipata che gli ha permesso di percorrere una ventina di giri con gomme più fresche rispetto a quelle degli avversari.
Dopo aver perso un po’ di tempo alle spalle di Ferrucci e Leist, che in occasione di un doppiaggio occupavano entrambe le “corsie” della pista, al 154° giro Newgarden si ritrova con un vantaggio di poco superiore al secondo nei confronti di Power. Nella stessa tornata arriva un brivido per Pagenaud, che arriva largo in curva 2 sfiorando il muretto esterno e perde così un paio di posizioni a vantaggio di Pigot e Carpenter, risaliti al quarto e quinto posto.
Al 177° giro si ferma ai box Takuma Sato per la sua terza sosta; cinque giri dopo Newgarden effettua il doppiaggio più importante della serata scavalcando Alexander Rossi, che dopo il secondo giro di soste è scivolato all’ottavo posto.
Una manciata di tornate dopo arriva la terza neutralizzazione di giornata, causata ancora una volta da un incidente all’uscita di curva 4 con protagonisti Karam e Sato, uscito da poco dai box con gomme nuove. Il giapponese è uscito dalla curva a bassa velocità, probabilmente perché ostacolato da Will Power, e alle sue spalle è arrivato Karam che l’ha tamponato in pieno; entrambi sono riusciti a proseguire con danni minimi alle monoposto.
La caution obbliga tutti ad effettuare la terza sosta con una trentina di giri d’anticipo rispetto a quanto preventivato in origine: i piloti nel giro del leader si fermano non appena viene aperta la pit lane, mentre tutti i doppiati aspettano il “wave around” per recuperare un giro prima di rientrare ai box.
La classifica prima della ripartenza vede sempre Newgarden in testa davanti a Power, Pigot, Pagenaud, Carpenter, Hinchcliffe, Rahal e Rossi, ritornato nel giro del leader grazie alla caution; in generale la neutralizzazione ha permesso di riportare a 16 il computo dei piloti a pieni giri.
Si riparte all’inizio del giro 200 con Pagenaud che si libera immediatamente di Pigot salendo al terzo posto; a centro classifica il gruppo si apre a ventaglio nel backstretch, ma fortunatamente non si verificano incidenti.
Per alcuni giri la classifica si cristallizza: dietro ai primi Rossi conserva la settima posizione dopo aver scavalcato Rahal, ma perde parecchi decimi ad ogni giro nei confronti dei primi: al 225° giro, 25 dopo la ripartenza, il suo ritardo da Newgarden è già arrivato oltre gli 11 secondi su una pista che si percorre in meno di 20 secondi. Dalle retrovie emerge bene Bourdais, che in poche tornate risale dal 16° posto che occupava al momento della ripartenza fino al 12°.
Al 250° giro si fermano ai box Pagenaud e Hinchcliffe, i primi a rientrare per l’ultimo rifornimento tra i piloti di testa; due tornate dopo si ferma Power e al giro successivo rientra anche Newgarden. Al rientro in pista Newgarden è nuovamente al comando mentre Pagenaud ha scavalcato Power approfittando di un piccolo errore del pilota australiano, arrivato lungo nella corsia di rientro prima di inserire il limitatore. Alle spalle del trio Penske si trovano Pigot, Hinchcliffe, Carpenter, Rossi, Rahal, Herta e Veach; a 40 giri dal termine Hinchcliffe supera Pigot e sale al quarto posto a poco più di due secondi dalla coppia Pagenaud/Power.
Al 263° giro Power rientra ai box per scontare uno stop&go comminatogli per l’infrazione commessa in precedenza in occasione del rientro ai box. Proprio mentre l’australiano sta ripartendo dalla sua piazzola Carpenter va in testacoda all’uscita di curva 2 sbattendo violentemente contro le barriere SAFER.
Chi beneficia più di tutti della caution è Scott Dixon, unico pilota a non essere rientrato ai box in occasione del precedente giro di soste e risalito in questo modo fino al terzo posto. La pit lane viene aperta al 269° giro: tra i piloti a pieni giri rientrano Dixon, Rossi, Veach e Herta che in classifica finiscono tra la sesta e la nona posizione, ultimi tra i piloti a pieni giri. Non sono invece rientrati Newgarden, Pagenaud, Hinchcliffe, Pigot e Rahal. Dopo la penalizzazione, subita, Power è scivolato al 12° posto ad un giro di ritardo da Newgarden.
Si riparte a 27 giri dalla fine con Newgarden che mantiene la prima posizione; alle sue spalle le gomme nuove permettono a Dixon e Rossi di liberarsi agilmente dei doppiati mentre Hinchcliffe scavalca Pagenaud per la seconda posizione. A 22 giri dalla fine Herta rallenta a causa di un problema al motore ma riesce a tornare ai box senza provocare un’ulteriore neutralizzazione.
Le gomme nuove danno un grande vantaggio e a 19 giri dalla fine Dixon si prende la terza posizione scavalcando Pagenaud; un paio di giri dopo Dixon è ormai in scia a Hinchcliffe e a 16 giri dalla fine sale al secondo posto a poco più di 2 secondi da Newgarden. La spinta data dalle gomme nuove si esaurisce presto e Dixon non solo perde tempo nei confronti di Newgarden, ma viene anche messo nel mirino da Hinchcliffe, che a 5 giri dalla fine si porta a mezzo secondo dal pilota del team Ganassi.
Le ultime tornate non modificano la classifica: Josef Newgarden vince la sua quarta gara stagionale precedendo Scott Dixon, che è riuscito in extremis a difendersi dagli attacchi di James Hinchcliffe; quarto posto per Pagenaud davanti a Pigot.
Le classifiche
Immagine di copertina da https://twitter.com/TeamChevy
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