Indycar | Iowa 250s 2020: La cronaca e le classifiche di Gara-2

IndyCar
Tempo di lettura: 7 minuti
di Andrea Gardenal
19 Luglio 2020 - 12:05
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A seguire il racconto di Gara-2 della Iowa IndyCar 250s, dominata da Josef Newgarden che ha ottenuto la sua prima vittoria stagionale.

La cronaca

Gara-2 del double header dell’Iowa per la NTT IndyCar Series parte con Newgarden e Power in prima fila, Daly e Hunter-Reay in seconda, Herta e Harvey in terza. In partenza i piloti delle prime tre file mantengono le rispettive posizioni, ad eccezione dello scambio di posizioni tra Harvey e Herta.

Alle loro spalle si mettono subito in luce Pato O’Ward e Santino Ferrucci, che risalgono al settimo e ottavo posto dopo essere partiti rispettivamente dalla dodicesima e dalla sedicesima posizione. Pagenaud non riesce a ripetere la rimonta di Gara-1 e rimane in 21esima posizione, mentre Dixon risale dal 18° al 14° posto.

Una volta superati i primi giri di gara, nei quali O’Ward prova senza successo a superare Herta, la situazione si stabilizza e per i primi 30 giri non si registrano sorpassi nelle prime 10 posizioni. I doppiaggi per Newgarden iniziano dopo solamente 20 tornate.

Tra i piloti di testa, il primo ad entrare in crisi con le gomme è Herta, che al 33° giro viene sfilato da O’Ward per la sesta posizione; quattro giri dopo va largo in curva 3/4 facendosi sfilare da Ferrucci e Kanaan e successivamente viene scavalcato anche da Carpenter, Ericsson e Dixon.

Le prime soste ai box arrivano al 45° giro e, proprio come in Gara-1, è Takuma Sato ad aprire le danze; oltre a lui rientra ai box anche Pagenaud, ancora bloccato in 21esima posizione. Nel giro successivo si fermano Herta e Rosenqvist, entrambi in forte difficoltà.

In testa alla gara O’Ward rompe gli indugi: al 46° giro supera Harvey, al 48° Hunter-Reay portandosi così in terza posizione alle spalle di Newgarden, Power e Daly.

Al giro 55 iniziano i pit stop anche per i piloti nelle prime posizioni: si fermano contemporaneamente Daly, O’Ward e Hunter-Reay; la crew #5 fa un lavoro perfetto e permette a O’Ward di tornare in pista davanti al pilota della Carlin. Nei tre giri successivi si fermano Harvey, Newgarden e infine Power, mentre tra la 61esima e la 63esima tornata rientrano Dixon, Palou e Rahal, che completano il primo round di soste.

Dopo i pit stop le Penske di Newgarden e Power sono ancora al comando seguite da O’Ward, Daly, Ericsson e Hunter-Reay. Va segnalata la rimonta di Pagenaud, che grazie alla sosta anticipata e ai tanti giri percorsi con gomme nuove è risalito dalla 21esima all’ottava posizione.

Anche questo secondo stint di gara non porta a grandi cambiamenti in cima alla classifica: O’Ward scavalca Power all’esterno di Curva 1-2 nel corso del 67° giro, mentre Daly si prende la terza posizione nel corso dell’87° giro.

La sfida per la vittoria è una lotta a due tra Newgarden e O’Ward, visto che Daly e Power hanno oltre 10 secondi di svantaggio.

Eccezion fatta per Sato, tornato ai box relativamente presto per risolvere dei problemi di assetto, il secondo round di pit stop inizia al 96° giro col rientro ai box di Kanaan; un paio di giri dopo si fermano anche Hunter-Reay e Pagenaud, che si trovavano in ottava e nona posizione dopo essere stati superati di gran carriera da Askew.

I primi rimangono ancora in pista: al 103° giro Power torna davanti a Daly e due giri dopo si ferma ai box per la seconda sosta; dopo 107 e 108 giri si fermano anche Newgarden e O’Ward, mentre Daly resta in pista fino al giro 112. Il ritardo nel pit stop costa quattro posizioni a Daly, che torna in pista alle spalle di Pagenaud, Hunter-Reay, Harvey e Kanaan.

Al giro 114 arriva la prima neutralizzazione della gara: Carpenter, che non era ancora rientrato ai box, finisce sullo sporco nella parte esterna di Curva 1-2, la macchina si porta verso le barriere esterne e il pilota/team owner di Indianapolis non può fare nulla per evitare l’impatto.

Chi trae maggior vantaggio da questa neutralizzazione sono Rahal e Palou, gli unici piloti che non avevano ancora effettuato la sosta. Prima delle soste Rahal era uno degli ultimi tra i piloti a pieni giri e Palou era 21° e doppiato; ora invece entrambi si ritrovano improvvisamente in corsa per un piazzamento nella Top-10.

Oltre a Rahal e Palou, durante la sosta ai box si fermano anche Pagenaud, Hunter-Reay, Harvey, Kanaan, Ericsson e Dixon.

La bandiera verde torna a sventolare all’inizio del 127° giro con Newgarden davanti a tutti, O’Ward secondo e Power terzo davanti a Rahal e Pagenaud. Rahal fa valere immediatamente il vantaggio delle gomme nuove e al 130° giro scavalca Power portandosi in terza posizione. Buona è anche la ripartenza di Kanaan, che in pochi giri risale dalla nona alla settima posizione superando Harvey e Palou.

Anche nel terzo stint di gara non ci sono molti cambiamenti in termini di classifica: Newgarden mantiene costantemente un vantaggio di 1.0/1.5 secondi su O’Ward, che a sua volta tiene Rahal a distanza di sicurezza; Power e Pagenaud sono ancora più staccati, a otto e a dieci secondi dal leader.

L’ultima tornata di pit stop inizia al 166° giro col rientro in pit lane di Conor Daly; 5 giri dopo si fermano O’Ward e Power, ma nella sosta del messicano va tutto storto: come accaduto in Gara-1, ci sono delle difficoltà nel fissaggio di una ruota, ma stavolta ad O’Ward viene dato l’ordine di ripartire; l’addetto alla ripartenza si accorge del problema e fortunatamente riesce a fermare quasi subito il pilota messicano, che viene riportato a spinta nella sua piazzola. Purtroppo per lui, il problema ai box gli costa un intero giro nei confronti di tutti gli altri.

Newgarden si ferma al giro 172, una tornata dopo O’Ward, e la sua sosta procede senza il minimo problema. Tre giri dopo si ferma anche Rahal.

Al 180° giro arriva la seconda e ultima caution della gara: all’uscita della pit lane, Hunter-Reay fa pattinare troppo le gomme, perde il controllo della vettura e va a sbattere contro il muretto interno della pit lane; l’errore è praticamente una fotocopia di quello che lo stesso Hunter-Reay aveva commesso nel corso di Gara-1, ma questa volta la macchina è irreparabilmente danneggiata e il pilota del team Andretti è costretto al ritiro.

Stavolta sono Askew, Rossi e Andretti a gioire della neutralizzazione: tutti e tre erano doppiati prima di questo round di pit stop e tutti e tre tornano nel giro del leader.

Si riparte al 193° giro con Newgarden ancora al comando davanti a Power e Daly, che occupavano le stesse posizioni sulla griglia di partenza. Rahal è quarto davanti a Pagenaud e Dixon. O’Ward, doppiato ma in scia a Newgarden, prova subito a sdoppiarsi ma la Penske #1 tiene la posizione e il messicano resta ad un giro di ritardo.

Askew e Rossi, che erano stati gli ultimi a fermarsi ai box, recuperano due posizioni a testa ai danni di Kanaan ed Ericsson portandosi in ottava e nona posizione, ma da qui in poi il vantaggio delle gomme nuove è troppo esiguo per poter permettere loro di effettuare altri sorpassi.

L’ultimo cambiamento nelle prime posizioni avviene al 216° giro, quando Daly si ferma ai box per la quarta volta: la sosta era stata originariamente programmata dal suo team per avere gomme fresche a fine gara, ma questo tipo di strategia non porta i vantaggi sperati e Daly taglierà il traguardo 13° e doppiato.

Negli ultimi 30 giri gli unici cambiamenti nelle prime 10 posizioni sono causati dal crollo delle gomme di Tony Kanaan, che in extremis è costretto a cedere la nona e la decima posizione ad Ericsson e ad Andretti.

Dopo 250 giri è Josef Newgarden a tagliare per primo il traguardo con 3 secondi di vantaggio su Power, che a sua volta precede Rahal di pochi decimi; Pagenaud e Dixon arrivano ancora una volta in volata, ma stavolta non vanno oltre la quarta e la quinta posizione a 6 secondi dal leader.

Le classifiche

Immagine di copertina da IndyCar Media/Joe Skibinski

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